STERILITÀ Assoluta mancanza della capacità riproduttiva, spesso e impropriamente confusa con l’infertilità. Si dovrebbe parlare di sterilità quando una coppia mostra di essere incapace di concepire dopo 12 mesi di rapporti non protetti in periodo ovulatorio, mentre l’infertilità presuppone un’avvenuta fecondazione ed una avvenuta cessazione di essa. La sterilità è nella maggior parte dei casi un problema di coppia, non di un singolo soggetto e, se le gonadi (ovaio, testicolo) sono fisicamente integre sia l’uomo sia la donna hanno un loro potenziale di fertilità; è proprio dall’incontro dei due potenziali che si determina la possibilità di avere figli. La sterilità può essere primitiva (o primaria) se la coppia non ha mai avuto una gravidanza, oppure secondaria se esordisce dopo un periodo di provata fertilità. Benché possano essere individuate specifiche condizioni patologiche maschili, femminili o di coppia che determinano la sterilità, in taluni casi, anche successivamente alle analisi, non è possibile rintracciare un fattore determinante (sterilità idiopatica) anche se con il continuo progredire delle conoscenze scientifiche questa eventualità è divenuta rara. L’impotentia coeundi, cioè l’incapacità a compiere il coito (su base psicogena o fisiologica) è un fattore determinante la sterilità. L’isterectomia (rimozione dell’utero) e la castrazione sono procedure chirurgiche radicali che rendono sterili. La sterilità fisiologica è il periodo specifico nella vita della donna in cui non può essere fecondata, quindi prima del menarca e dopo l’esordio della menopausa. Si può parlare di sterilità fisiologica per la donna anche durante la fase di allattamento in cui la possibilità di fecondazione è grandemente ridotta e, durante il ciclo mestruale, nel periodo non preovulatorio. La sterilità immunologica è l’impossibilità di concepire data da una reazione immunitaria agli spermatozoi. Questa forma di sterilità tuttavia è di tipo relativo e le coppie che ne soffrono devono essere ritenute subfertili piuttosto che sterili in senso assoluto. La reazione immunologica può essere autoimmune nell’uomo verso i propri stessi spermatozoi, conseguente a rottura della barriera emato-testicolare. Nella donna vi è normalmente una produzione di immunoglobuline la cui finalità è quella di fagocitare gli spermatozoi morti; l’alterazione di questo meccanismo, per cause infiammatorie o altro, può portare alla formazione di anticorpi anti-spermatozoi. Con sterilità femminile s’intende l’impossibilità della donna a concepire, attribuibile a uno o più dei fattori seguenti. a) Il fattore endocrino determina buona parte dei casi di sterilità femminile e il più delle volte causa mancanza di ovulazione, a propria volta generata da problemi ipotalamici, ipofisari e ovarici, questi ultimi spesso dovuti alla sindrome dell’ovaio policistico. b) Il fattore tubarico riguarda alterazioni funzionali delle tube di Falloppio dovute a modificazioni anatomiche soprattutto di tipo postinfiammatorio; esse interferiscono con la capacità dell’ovulo di migrare nella tuba o agli spermatozoi di ascendere dall’utero nella tuba per l’incontro con l’ovulo. L’evento più comune è la chiusura parziale o totale del lume della tuba. Anche l’endometriosi può causare pervietà tubarica. c) Nel caso del fattore uterino, la sterilità può essere una conseguenza dovuta a malformazioni uterine, infiammazioni, fibromi e più raramente anomalie di posizione dell’utero. d) Il fattore cervicale riguarda malformazioni o lesioni del collo uterino, processi infiammatori e alterazioni funzionali dovute all’assenza o alla scarsezza del muco cervicale. e) Il fattore vaginale implica sterilità per malformazioni vaginali, vaginismo e dispareunia, quest’ultima, soprattutto se causata da vaginite, può interferire con la fertilità. Con sterilità maschile s’intende l’incapacità dell’uomo di fecondare l’ovulo. La sterilità maschile può essere di tre tipi. a) Secretoria, cioè relativa ad anomalie del testicolo e delle sue funzioni con produzione di spermatozoi alterati, oppure legata ad anormalità del plasma seminale. Le anomalie del testicolo sono per lo più di origine genetica ma vi possono essere anche cause ormonali, infiammatorie (orchite), vascolari (varicocele), ectopiche (criptorchidismo) o cattive abitudini di vita (fumo, stress, alcol, temperatura elevata in zona testicolare, droghe, radiazioni, etc.). Fra le più comuni anomalie relative allo sperma che compromettono la fertilità si elencano: oligospermia (pochi spermatozoi), azoospermia (assenza di spermatozoi), astenospermia (spematozoi con ridotta motilità), teratospermia (spermatozoi deformi). b) Escretoria, sterilità maschile dovuta a mancata fuoriuscita di spermatozoi con l’eiaculazione, conseguente ad un’ostruzione a qualsiasi livello delle vie escretrici, dal testicolo all’uretra. c) La sterilità copulatoria è invece relativa a blocchi psicofisici tali da non permettere l’erezione necessaria per la penetrazione (deficit erettivo) e l’eiaculazione. Con la loc. sterilità di coppia si indica l’impossibilità per una coppia di concepire. Delle 60.000 nuove coppie italiane che ogni anno mediamente si scoprono in difficoltà ad avere un bambino, nel 40% dei casi si tratta di una problematica legata alla donna, nella stessa percentuale di un problema legato all’uomo e nel 20% dei casi si tratta di patologie che affliggono contemporaneamente i due partner, rendendo molto basso il loro potenziale di fertilità. Nonostante sia possibile rintracciare in uno dei due partner una causa principale determinante la sterilità, questa si combina con una causa secondaria attribuibile all’altro partner, facendo della sterilità una combinazione di fattori negativi; prova ne è il fatto che le medesime persone potrebbero probabilmente concepire se incontrassero un partner con un miglior indice di fertilità. Comprendere ciò è importante al fine di evitare quei sensi di colpa e quell’avvilimento provato tipicamente dal membro della coppia che si ritiene causa del problema. L’incapacità di avere un figlio può trasformarsi in un profondo senso di frustrazione per i due partner che sentono questo problema come un fattore che li rende diversi dalle altre coppie e che può minare il senso di autostima sia dell’uomo sia della donna. In base alla principale causa di sterilità vi sono diverse strategie terapeutiche mirate ad aumentare notevolmente la possibilità di concepire: dai rapporti sessuali programmati con assunzione di stimolatori dell’ovulazione, a procedure di fecondazione assistita. ¶ Dal gr. steiros, duro, fermo e quindi non fecondo.
STORIA: Ponete dei semi d’orzo in due contenitori. Che l’uomo urini in un contenitore e che la donna urini nell’altro. Quindi mettete i contenitori in un luogo umido per dieci giorni. Il contenitore in cui i semi non hanno germinato indica il partner infertile. (Anonimo, Il Tesoro dei Segreti Naturali, XVI sec.)
ANTROPOLOGIA: Fra i Nandi dell’Africa il sesso prematrimoniale è accettato senza alcun problema. Occorre solo stare molto attenti a non procurarsi una gravidanza indesiderata perché in questo caso il neonato verrebbe ucciso all’istante. Alla madre, inoltre, viene impedito di guardare il granaio della tribù perché si pensa che una donna così sfortunata possa in qualche modo compromettere il raccolto.
STERILIZZAZIONE Soppressione della fecondità in un maschio o in una femmina. Le procedure di sterilizzazione chirurgica mirate al controllo della fertilità garantiscono ovviamente una sicurezza quasi assoluta di non incappare in una gravidanza indesiderata ma coloro che si sottopongono all’operazione devono essere ben informati delle conseguenze, soprattutto se si desideri ripristinare successivamente la possibilità di avere figli. Infatti la sterilizzazione chirurgica può compromettere in modo definitivo la fertilità anche quando la chirurgia ricostruttiva abbia ripristinato lo stato delle cose come precedenti alla sterilizzazione. Non sono rari i casi in cui i pazienti si siano pentiti di una scelta così radicale, effettuata senza ponderarne gli aspetti positivi e negativi. Nella donna tutte le tecniche di sterilizzazione agiscono sulle tube di Falloppio, asportandole o, più comunemente, occludendole (legatura delle tube). Nell’uomo la sterilizzazione viene realizzata tramite vasectomia, ovvero legatura o taglio dei vasi deferenti.
STEROIDE Qualsiasi lipide (grasso) naturale o di sintesi, la cui molecola è composta da quattro anelli di carbonio fusi. La loro funzione più importante è quella di agire come ormoni. Gli steroidi includono gli estrogeni, il cortisolo, il colesterolo, il progesterone e il testosterone. Lo steroide anabolizzante è un composto di una classe di ormoni steroidei relativi al testosterone. Gli steroidi anabolizzanti esercitano due effetti sul corpo umano: un effetto anabolico, che aumenta la sintesi proteica nella cellula portando un accrescimento del tessuto cellulare (in special modo relativamente alle cellule del tessuto muscolare), ed un effetto virilizzante. Gli effetti virilizzanti sono molteplici e sembra che la parte superiore del corpo sia più suscettibile all’azione degli steroidi anabolizzanti a causa della predominanza in tale parte dei recettori degli steroidi stessi. L’effetto virilizzante riguarda lo sviluppo di peli, l’aumento della dimensione delle corde vocali, l’aumento del desiderio sessuale e della massa muscolare. Nelle donne trattate con steroidi anabolizzanti si osserva un ingrossamento del clitoride, nel bambino un accrescimento del pene; maschi adulti trattati con le medesime sostanze anche in dosi massicce non subiscono nessuna modificazione relativa alla dimensione del pene. L’assunzione di steroidi anabolizzanti al di fuori del controllo medico, soprattutto al fine di migliorare la prestazione sportiva (doping), risulta essere una pratica tanto diffusa quanto pericolosa, poiché l’abuso di tali ormoni può causare modificazioni nei livelli del colesterolo, della pressione sanguigna, danni al fegato e mutazioni nella struttura del ventricolo sinistro del cuore. Altri possibili effetti negativi riguardano la comparsa di acne, la ginecomastia (aumento del volume della ghiandola mammaria), l’atrofia testicolare con inibizione della produzione spermatica e le modificazioni dell’umore (rabbia steroidea, mania). ¶ Da “sterolo” che è dalla radice gr. di stereos, fermo, solido + gr. anabolein, costruire.
STIGMATOFILIA Parafilia di chi riconosce ai piercing e ai tatuaggi un valore particolarmente erotico, di chi ama farseli fare o farli e di coloro che esaltano le proprie zone erogene con piercing e tatuaggi. È noto il valore masochistico associato a talune pratiche di piercing e bod-mod, e non è raro che il soggetto stigmatofilo pratichi anche attività sadomasochistiche o ami particolarmente un tipo di sessualità energica. → algofilia. ¶ Dal lat. stigma, marchio.
TESTIMONIANZA: “Proprio oggi mi sono fatta il piercing ai capezzoli e all’asta del clitoride. Mi considero una donna conservatrice. Ho quattro figli dai 2 ai 9 anni. Accertatevi che il piercer abbia i certificati e la strumentazione prima di buttarvi nella cosa. Io l’ho fatto per me e per mio marito che ama davvero i piercing. Lo raccomando a tutti quelli che vogliano riaccendere la propria vita sessuale e aggiungere qualche bella sensazione alla vita di tutti i giorni. Fate le dovute ricerche e poi andate. Io sono fiera d’averlo fatto” (Link)
STIMOLATORE PROSTATICO Oggetto flessibile a forma curva progettato per l’utilizzo maschile. La loro particolare forma è pensata per l’introduzione rettale ma la sagomatura riflette il fine di andare a stimolare la zona della mucosa rettale che corrisponde anatomicamente alla localizzazione prostatica. In genere sono dotati di un oscillatore interno che genera vibrazioni. La loro forma ricurva, simile ad una U, impedisce tramite un braccio che rimane all’esterno che lo stimolatore possa rimanere bloccato nel retto.
STIVALI DA BALLETTO Scarpa tipicamente usata nell’ambito del retifismo e del BDSM, costruita in modo da unire le caratteristiche dei tipici stivali in pelle femminili a quelle delle scarpe da ballerina: in questo modo la persona che indossa gli stivali da balletto è forzata a camminare sulle punte poggiando il tallone su un sottilissimo ed altissimo tacco.
STOCKING Feticismo specifico per i collant, indossati o osservati sul corpo di altre persone. ¶ Ing.: collant, calza lunga.
TESTIMONIANZA: “La mia ragazza ha un feticismo per i collant davvero forte, le piace indossarli e ama quando anch’io li indosso! Le piace sfregare le sue gambe con le mie quando ha su i collant, perché dice che i suoi polpacci e le sue cosce sono molto sensibili e le piace la sensazione del nylon contro il nylon, specialmente quando sfrego le mie gambe su di lei! [...] Inoltre mi ha quasi ipnotizzata affinché io indossi più spesso i collant, perché li indossavo solo per lei e non mi piaceva molto. Penso che inizi a funzionare visto che adesso, quando struscio i miei polpacci o le cosce fra loro, penso a lei e sto iniziando ad essere molto eccitata nel vedere altre ragazze con le calze nere!” (Link)
STRANGLING O strangolamento erotico. Sin. di scarfing. Vedi anche asfissiofilia. ¶ Ing.: strangolamento.
STRAP-ON Anche strap-on dildo, vedi cintura fallica.
STRATAFILIA Forma di esofilia nella quale il desiderio è diretto verso individui che appartengono a un gruppo sociale differente. ¶ Dal gr. stratos, popolo.
TESTIMONIANZA: “Sarebbe bello andare con una donna di ogni paese del mondo. Non tanto per il numero, ma per entrare in contatto con realtà diverse. Chissà come fa l’amore, per esempio, una Cambogiana? Be’ il sesso in sé è sempre quello, ma intendo il modo di scambiarsi le effusioni, il modo di relazionarsi con il corpo dell’altro. Credo che ci possano essere delle grosse sorprese, sia belle, sia magari deludenti. Siamo tutti esseri umani e il corpo rimane quello, però la cultura, l’ambiente, fa la vera differenza. Se qualche studioso decide di fare questo tipo di studio antropologico fammi sapere, mi offro con piacere!” (t.r.a.)
STREAKING Termine che indica l’atto di correre nudi in un luogo pubblico particolarmente affollato. La persona che compie tale gesto è definita streaker. Lo streaking può essere compiuto in gruppo o individualmente: quando è compiuto in gruppo l’azione ha sempre una motivazione di ordine artistico o di protesta civile, nel caso del gesto individuale è più probabile che si tratti di motivazioni goliardiche od esibizionistiche. Diverso dal flashing, lo streaking mira a spiazzare, scioccare e ad attirare l’attenzione dei presenti, a differenza del semplice nudismo o del naturismo nei quali la nudità è vissuta all’interno di circuiti ed ambienti specifici ed isolati. Lo streaking è considerato un atto illegale. ¶ Dall’ing. (to) streak, correre velocemente. Utilizzato con questo specifico significato la prima volta nel 1973 da un giornalista statunitense che assistette a uno streaking di massa all’Univeristà del Maryland.
STRETCHING In ambito sessuale, dilatazione dello sfintere anale (anal stretching) o dell’ostio vaginale (pussy stretching) tramite manipolazione o utilizzo di oggettistica: lo stretching viene anche usato per allungare il pene e per la trazione dello scroto o dei capezzoli. La finalità di tale pratica è distendere la muscolatura e i tessuti delle zone interessate in modo che acquistino una straordinaria capacità di allungamento o dilatazione. → gaper, sperading. ¶ Dall’ing. (to) stretch, estendere.
TESTIMONIANZA: “Mi ci sono voluti due anni per riuscire ad inserirmi una bottiglia […] Due giorni fa sono riuscito ad inserirmi una palla di 37 cm di circonferenza [11,7 cm di diametro]. […] Per arrivare a quel livello, prima ho dovuto allenare il mio culo con bottiglie più grosse, tipo le comuni bottiglie da 1,5 litri. […] Voglio spingere la mia capacità di dilatazione fino al limite di sopportazione del mio corpo. Ci vado piano però perché non uso mai droghe né anestetici di nessun tipo; preferisco sentire tutto il piacere del dolore! […] Quando raggiungo il limite di dilatazione, il piacere e il dolore si mescolano in una stessa sensazione: il piacere che ciò comporta è fantastico! […] Voglio che sia molto chiaro che io non sono gay. Io amo le donne!” (Link)
STRIP POKER Variazione del gioco del poker in cui il perdere un giro a carte implica il denudarsi progressivamente dei capi d’abbigliamento indossati, fino a rimanere nudi. ¶ Dall’ing. (to) strip, svestirsi.
STRIPTEASE Sin. di spogliarello. ¶ Dall’ing. (to) strip, svestirsi + (to) tease, provocare.
APPROFONDIMENTO: Tradizione vuole che lo striptease, per come lo consociamo noi, sia nato negli anni ‘90 del XIX secolo a Parigi per l’atto di una donna che si tolse lentamente i vestiti nella disperata ricerca di una pulce che le camminava sulla pelle.
STRT Categoria del porno in cui i protagonisti di immagini e/o foto sono un uomo e una donna, impegnati in attività eterosessuali. ¶ Abbr. dell’ing. straight, dritto, corretto, fig. eterosessuale.
STUD Donna omosessuale mascolina di pelle scura. ¶ Ing.: stallone.
STUFFING 1) Pratica, soprattutto diffusa nell’ambito dell’adipofilia, del feederism e dell’alvinofilia, nella quale si mangia in maniera esagerata cercando di causare un visibile rigonfiamento dell’addome, il che risulterebbe eccitante a vedersi. Lo stuffing risulta anche essere una pratica della maieusofilia, poiché il soggetto con lo stomaco dilatato può in qualche modo richiamare visivamente lo stato di gravidanza. 2) Pratica sessuale consistente nell’inserimento di oggetti o alimenti all’interno del canale vaginale; gli alimenti in genere vengono poi tolti dalla vagina e mangiati dal partner. 3) Pratica tipica dei giochi sessuali incentrati sulla stimolazione dell’uretra, consistente nell’inserimento di diversi piccoli oggetti nell’uretra stessa. L’inserimento di oggetti nel canale uretrale maschile è definito cock stuffing (ing.: riempimento dell’uccello). Inserire corpi estranei nell’uretra è una pratica sessuale rischiosa in quanto gli oggetti inseriti molto spesso rimangono bloccati all’interno senza possibilità di toglierli se non grazie all’intervento medico. Inoltre l’inserimento di oggetti nel canale uretrale produce il più delle volte lesioni alla mucosa uretrale ed infezioni. ¶ Ing.: riempimento.
STUMPOFILIA Attrazione per le persone amputate di uno o più arti. Sin. di acrotomofilia. ¶ Dall’inglese (to) stump, mozzare.
STUPRATIO UFFICIALIS Vedi jus primae noctis. ¶ Lat.: stupro ufficiale.
STUPRATORE Soggetto che compie violenza sessuale o stupro. Seguendo la classificazione proposta da Holmes e Holmes (1996), gli stupratori possono essere categorizzati come segue. Stupratore in cerca di sesso. Stupratore motivato dalla voglia di fare sesso che usa giusto la forza necessaria per ottenere il rapporto sessuale. Di norma questo genere di aggressore non gode del potere che sta esercitando sulla vittima né della sofferenza di questa, cosa che lo farebbe etichettare come sadico. Molti di questi soggetti hanno la speranza che la vittima possa successivamente innamorarsi di loro anche a motivo del fatto che lo stupro rappresenta un estremo tentativo di far comprendere alla vittima la loro passione per essa. Nondimeno il fatto che l’uomo riesca ad ottenere e a mantenere un’erezione in quel determinato frangente dimostra come l’elemento violento e sadico dell’atto, se pur non provochi piacere in maniera conscia, non sia comunque un deterrente né un elemento di anafrodisia. Stupratore per compensazione. Soggetto non aggressivo né violento ma con bassa autostima, timido e con scarse competenze sociali che lo rendono poco appetibile per il sesso opposto. Lo stupratore per compensazione è quindi il più delle volte un sigle e non è improbabile che abbia una famiglia invischiante che non lo stimola all’autonomia. Per il soggetto lo scopo principale della violenza sessuale è quello di aumentare la propria autostima, quindi tende a non fare del male alla vittima, recuperata in un’area non troppo distante dal luogo in cui vive (potrebbe anche conoscerla) facendo in modo di informarsi sullo stato di salute della donna dopo lo stupro. Egli tende a raccogliere feticci delle proprie vittime, li colleziona e si segna il nome o le generalità delle donne che aggredisce. Sovente soffre di qualche disfunzione sessuale, il più delle volte di un deficit erettivo marcato. Stupratore per potere. Soggetto profondamente maschilista che reputa la violenza sessuale una tendenza naturale del maschio nei confronti della femmina. I suoi atti sono di tipo predatorio e la vittima viene immancabilmente sottomessa. Buona parte di questi soggetti, con una storia infantile di abusi fisici di varia natura, hanno notevoli tratti narcisistici, curano l’aspetto fisico, mostrano un comportamento virile e chiassoso. Le vittime sono spesso recuperate in locali o luoghi pubblici e la stessa donna può essere stuprata in diverse occasioni se il violentatore si accorge di essere di fronte ad una vittima particolarmente sottomessa; la tendenza è quella di pretendere collaborazione da parte della donna durante gli atti sessuali. Il livello di violenza impiegato tende ad aumentare nel tempo. Le azioni sono il più delle volte pianificate, tanto che il soggetto può portare con sé armi per coercizzare le vittime. Non utilizza maschere e non cerca di nascondere la propria identità, piuttosto spera di instillare così tanto terrore nelle donne da spingerle a non denunciarlo. Non prova rimorso per i propri atti né li investe di significati particolarmente complessi, infatti non colleziona trofei né scrive diari. Stupratore per rabbia. Soggetto dal temperamento violento e improntato all’azione, che reputa le donne (una madre inadatta o successive partner) colpevoli di avergli inflitto delle sofferenze e che quindi si vendica con la violenza sessuale. Questo tipo d’individui attribuisce una notevole importanza al concetto della virilità e non è improbabile che curi il proprio fisico e si dedichi ad attività sportive. Socialmente competente e avido di conquiste per comprovare il proprio valore come uomo, lo stupratore per rabbia può avere anche una relazione fissa mentre organizza le proprie azioni ai danni di altre donne. Lo stupro è agito con violenza proporzionale alla rabbia provata, in ogni caso la donna viene vilipesa e pesantemente maltrattata. La scelta della vittima è quasi improvvisata e l’azione spesso non è pianificata, tuttavia è raro che la vittima sia di un’etnia diversa da quella dello stupratore. Dopo la violenza, il soggetto non tenta mai di mettersi in contatto con la donna aggredita. Stupratore per sadismo. Soggetto, sovente sociopatico (o, più correttamente, con un disturbo antisociale di personalità) che realizza concretamente le proprie fantasie sessuali aggressive e sadiche. Nella mente di questo tipo di stupratore esiste una connessione diretta fra aggressione e gratificazione sessuale: la donna quindi verrà aggredita, percossa, terrorizzata in una progressione che rende probabile l’omicidio. La maggior parte degli stupratori per sadismo hanno subito ripetuti abusi fisici durante l’infanzia e l’adolescenza e molti di essi provengono da una famiglia in cui erano presenti diverse devianze sessuali; non è improbabile che il padre fosse a propria volta uno stupratore. Da adulto, il soggetto spesso risulta un membro rispettabile della società, impegnato nel quartiere in cui vive, buon padre e attento al suo aspetto come alla qualità degli oggetti che acquista o di cui si circonda (automobili, vestiti, etc.). È un pianificatore con un’intelligenza medio-elevata, per cui risulta difficile catturarlo. Tale tipo di stupratore sceglie le vittime in luoghi distanti da dove vive ma che comunque conosce a sufficienza, porta con sé degli strumenti per immobilizzare e/o torturare la vittima. Con i suoi atti vuole mandare messaggi: gli piace molto ciò che fa e continuerà a farlo il più a lungo possibile. Non sente alcun tipo di rimorso per i crimini commessi e non è improbabile che uno stupratore seriale di questo genere possa diventare un assassino seriale. Una volta catturato, la detenzione e la psicoterapia hanno poca o nulla utilità al fine di rimodellare in senso prosociale il quadro personologico dell’individuo, che rimane nella maggior parte dei casi un narcisista ed un manipolatore poco capace di entrare in contatto empatico con i suoi simili.
APPROFONDIMENTO: In commercio si trova il rape-aXe®, un preservativo femminile progettato come mezzo antistupro sviluppato dalla sudafricana Sonnet Ehlers. Esso non solo protegge da malattie sessualmente trasmissibili ed evita la fecondazione come tutti i profilattici, ma è dotato di spine direzionate. Tali spine permettono al violentatore la prima penetrazione, però si riorientano nel momento di ritrarre il pene e si conficcano in esso causando un dolore atroce. Al malcapitato non resterà altro che ritrarre di colpo il pene dalla vagina con il preservativo uncinato al proprio membro e recarsi al più vicino ospedale, in quanto il rape-aXe può essere tolto solo con un’operazione chirurgica di lieve entità. Poi lo stupratore avrà il problema di giustificare alle successive partner l’origine delle cicatrici.
STUPRO o violenza carnale. In alcuni casi viene posta una differenza fra stupro, inteso come coercizione ad un rapporto sessuale penetrativo, e violenza sessuale, intesa come coercizione ad un atto sessuale non penetrativo, a propria volta distinta dalla molestia sessuale, intesa come atto o discorso lesivo della dignità di una persona dal punto di vista sessuale. A livello etimologico non si chiarisce l’ambiguità semantica, però, nell’uso comune, stupro è utilizzato con un’accezione di grado più negativo rispetto a violenza sessuale e va ad indicare quasi sempre un rapporto sessuale penetrativo agito con particolare brutalità e contro la volontà della vittima. La stessa cosa vale per il termine stupratore, di uso più comune e più marcatamente indicativo rispetto al termine equivalente, ma meno utilizzato, di violentatore. Sempre secondo l’uso che se ne fa comunemente, il verbo “stuprare” sembra invece essere usato in maniera equivalente a “violentare”. Stupro del conoscente. Noto in ing. come acquaintance rape o date rape(stupro dell’appuntamento). Stupro caratterizzato dalla coercizione psicologica o fisica al rapporto sessuale completo, o ad altro tipo di contatto sessuale, perpetrato da un conoscente di cui la vittima si fidava. Il fenomeno dell’aquaintance rape fu per la prima volta messo in luce da Mary P. Koss (1988) tramite uno studio che prendeva in analisi 3187 donne e 2972 uomini frequentanti il campus universitario della Kant State University. Dallo studio risultò che una donna su quattro era stata vittima di stupro del conoscente o tentativo di esso, l’84% conosceva l’aggressore, il 57% degli stupri era avvenuto a seguito di un appuntamento, un uomo su 12 aveva commesso atti che incontravano la definizione legale di stupro, l’84% di questi uomini dichiarava che ciò che aveva fatto non lo considerava uno stupro, e il 16% di quelli che avevano commesso uno stupro così come il 10% di quelli che ne avevano tentato uno, erano stati protagonisti di più di un episodio. Relativamente alla percezione delle donne prese in esame, risultò che: solo il 27% fra quelle che avevano vissuto un episodio legalmente definibile “stupro” si riteneva vittima di una violenza sessuale, il 42% delle vittime non aveva raccontato nulla dell’accaduto (da cui anche la definizione ing. “hidden rape”, stupro nascosto), solo il 5% aveva denunciato il fatto alla polizia ed un altro 5% aveva cercato aiuto in qualche centro psicologico, il 30% delle donne che avevano subito un’aggressione, sia che la considerassero stupro o meno, erano state assalite dall’idea del suicidio e per l’84% tale esperienza le aveva cambiate per sempre. Diversa letteratura, con firma non solo maschile, ritiene che l’aquaintance rape sia, in linea generale, solo un mito creato da alcune femministe particolarmente allarmiste (Roiphe, 1993) ma le prove che si portano a sostegno di questa tesi in antitesi con lo studio di Koss sono solo di natura aneddotica. In effetti lo stupro dell’appuntamento ha possibilità di verificarsi sovente in quanto si basa su preconcetti molto diffusi fra la popolazione, ad esempio: accettare un invito di un uomo implica una conseguente concessione sessuale, chi commette stupri è facilmente identificabile dall’aspetto, la donna che non si oppone energicamente e fisicamente allo stupro non è stata stuprata, l’abbigliamento e/o il comportamento femminile possono essere causa dello stupro, baci e carezze intime devono portare inevitabilmente al sesso (→ doppio standard; stereotipo sessuale; sessismo). L’utilizzo di droghe od alcol (droga dello stupro) pare associato con il date rape e le donne che corrono i maggiori rischi sembrano essere quelle che condividono una visione tradizionalistica del uomo come elemento dominante nella coppia; è interessante notare a questo proposito, riprendendo lo studio di Koss, che fra il 5% delle donne che avevano denunciato lo stupro, il 42% di queste erano tornate a fare sesso con il proprio aggressore. Stupro etnico. Violenza sessuale di massa in genere messa in atto durante il tempo di guerra dagli uomini di una fazione etnica contro le donne di un’opposta fazione etnica. Tale tipo di violenza sessuale, che è una forma di pulizia etnica, oltre a minare nella mente e nel corpo le vittime e la vita sociale del gruppo sociale colpito, mira a procurare delle gravidanze che secondo un’ottica patrilineare garantirebbe una prole geneticamente e socialmente affine a quella del maschio stupratore, come se la metà del patrimonio genetico ereditato dalla madre violentata contasse poco o nulla. Alla drammaticità del fenomeno dello stupro etnico si aggiunge il disamore che le donne violentate provano verso i figli frutto dello stupro, motivo per cui alla violenza sessuale su base etnica segue un altissimo numero di aborti artificiali. Stupro di gruppo. Violenza sessuale esercitata da due o più persone contro una sola vittima. Si tratta di una forma di stupro organizzato particolarmente traumatizzante, in quanto richiede un maggior tempo per poter essere messo in atto e, oltre a ciò, presuppone l’isolamento della vittima e quindi un sequestro durante il quale viene realizzata la violenza sessuale. Non è inusuale che lo stupro di gruppo sia usato come mezzo di controllo psicologico nei confronti di una donna successivamente indotta a prostituirsi, infatti lo stupro protratto, associato ad altre gravi forme di violenza e minacce, ingenerano una forma radicale di paura e scompenso psicologico (anche di tipo psicotico) adatto allo sfruttamento e alla manipolazione da parte dei violentatori. Stupro nel matrimonio. Atto di violenza sessuale agito fra moglie e marito. La legge Italiana ha specificato che il matrimonio e la convivenza non danno diritto al rapporto sessuale, quindi imporre o esigere una prestazione sessuale dal proprio partner (anche di tipo non penetrativo), specie se con forme di prepotenza fisica o psicologica, significa commettere uno stupro (→ violenza sessuale). Stupro rituale. Forma di violenza sessuale operata a fine religioso o ritualistico. Il più delle volte lo stupro rappresenta il momento più importante della cerimonia o quello che genererebbe il maggior potenziale magico. Si tratta di una tipologia di stupro caratteristica delle forme di culto animistico o settario. Nella maggior parte dei casi i soggetti impegnati nell’atto sessuale condividono le metodiche proprie del loro credo, cosa che quindi configurerebbe l’atto come non violento ma consensuale; tuttavia si potrebbero porre dei dubbi sulla lucidità psicologica di almeno uno dei due protagonisti del rapporto sessuale. ¶ Dal lat. stuprum, della radice stup-, che indica colpo, urto, violenza.
APPROFONDIMENTO: Cosa devi fare in caso di stupro? La violenza carnale è un evento traumatico che genera uno stato di crisi in cui è difficile mantenersi lucidi a livello mentale. Tuttavia, nei limiti del possibile e della situazione, è bene cercare di raccogliere le forze e compiere le poche mosse giuste che permetteranno non solo la cattura del colpevole, ma anche il ripristino di una serena condizione psicologica, dato che il potere di scompenso di un evento quale lo stupro è proporzionale alla possibilità che la persona violentata si dà di poter essere aiutata da sé e dagli altri. 1) Raggiungi subito un luogo sicuro nel quale lo stupratore non possa arrivare o agire (casa tua o un luogo pubblico). Se chi ti ha stuprato è un membro della tua famiglia chiedi aiuto a qualche conoscente che non possa essere dalla parte di chi ti ha fatto violenza, perché questa persona potrebbe minimizzare l’accaduto, convincerti a non denunciare i fatti e raccontarti un sacco di bugie. Scegli una persona di cui ti fidi davvero e chiedile di aiutarti. Se questa persona non c’è, vai direttamente tu dalla polizia e fallo subito; non esiste una ragione al mondo né una scusa valida perché tu debba meritare una violenza sessuale o altro tipo di violenza. Chi ti dice una cosa diversa da questa non ti vuole bene ed è una persona pericolosa dalla quale ti devi allontanare il prima possibile. 2) Chiama subito la polizia: questo ti può anche aiutare sul piano psicologico a riguadagnare un senso di controllo e potere personale. 3) Chiama qualcuno di cui ti fidi e che ti possa dare supporto psicologico e aiuto materiale (un’amica/o o un familiare). 4) Non lavarti, non mangiare, non bere, non lavarti le mani o i denti. Preserva tutte le prove fisiche finché non hai compiuto un esame medico. Preserva gli abiti che indossavi quando hai subito l’aggressione e mettili in un sacchetto. Se puoi preservare delle potenziali prove nel luogo in cui è avvenuto lo stupro, fallo; cioè non riordinare, pulire o manomettere la scena del crimine. 5) Chiedi che ti sia data assistenza medica anche se credi di non aver subito danni fisici. All’ospedale ti daranno i dovuti ragguagli circa la possibilità di aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile o rispetto alla possibilità di una gravidanza indesiderata seguente allo stupro. La visita medica è anche un modo per preservare gli indizi fisici contro il violentatore. Se hai il dubbio che qualcuno ti abbia ha fatto assumere a tua insaputa una droga dello stupro, fallo presente; se questo è il caso le tracce delle droghe somministrate saranno presenti nel sangue e nelle urine. 6) Quando si sarà conclusa la situazione di crisi, può essere che tu abbia voglia di parlare con qualcuno di ciò che è successo. Se senti il bisogno di confrontarti sull’accaduto con qualcuno che non sia un amico, un partner o un familiare, cerca l’assistenza di un professionista o di centro specializzato in situazioni di questo tipo.
STUPRO, sindrome di trauma da Forma specifica di stress post-traumatico che si può osservare in alcuni soggetti fra quelli che hanno subito uno stupro. La sindrome è caratterizzata da tre stadi o fasi che possono anche sovrapporsi o non svolgersi secondo un ordine schematico. Stadio acuto, subito successivo all’evento traumatico, la durata può essere variabile (da giorni a settimane) così come le reazioni della donna. Lo stato di stress può essere espresso apertamente con attacchi di panico, ansia acuta e grande agitazione. In altri casi lo stato di stress può essere mascherato o minimizzato come se non fosse avvenuto nulla di grave. In una terza eventualità il soggetto può risultare disorientato, incapace di condurre le normali attività quotidiane, con un ricordo frammentato o nullo dell’accaduto traumatico. Stadio di aggiustamento esteriore, in cui il soggetto riprende con profitto le attività quotidiane ma con un profondo vissuto più o meno inconscio di disagio che si può manifestare con: a) minimizzazione, ovvero svalutazione dell’accaduto; b) drammatizzazione, l’evento domina l’identità del soggetto che ne continua a parlare; c) soppressione, l’evento viene negato e il soggetto non ne parla; d) spiegazione, l’evento traumatico viene analizzato approfonditamente cercando di trovare cause e motivazioni proprie e dello stupratore; e) flight (volo), tentativo di fuga dal dolore attuata mettendo in essere profondi cambiamenti nella vita: cambio di amici, di domicilio, di abbigliamento, etc. Al di là di questi sintomi si possono istaurare timori fobici (androfobia, agorafobia, coitofobia, etc.) e difficoltà a riprendere una normale vita sessuale o ad impegnarsi in nuove relazioni affettive. Stadio risolutivo, la persona accetta l’accaduto come un elemento del suo passato senza che questo interferisca drammaticamente con il presente; gli eventuali sentimenti di vergogna e colpa tendono alla remissione. All’interno della sindrome da stupro si riconosce una silent rape reaction (reazione silente allo stupro), cioè una forma specifica di reazione alla violenza sessuale per la quale la vittima non solo non denuncia l’accaduto alla polizia ma evita di parlare della cosa con chicchessia. A questa reazione sono spesso associati sintomi di ansia, improvviso sviluppo di reazioni fobiche, perdita di autostima, pensieri paranoidi e autocolpevolizzazione. ¶ Sindrome descritta la prima volta nel 1974 dalla psichiatra Ann Wolbert Burgess e dalla sociologa Lynda Lytle Holmstrom.
SUB O subby. Colui che, nella relazione o nella pratica BDSM, assume il ruolo di sottomesso ai voleri di un Dom. Esistono tuttavia diversi gradi di sottomissione alla quale un soggetto può aderire per una pratica sessuale o in una relazione, dalla semplice passività in quanto il controllo dell’azione è demandato al partner attivo, alla schiavitù completa (total power exchange). → bottom; passivo. ¶ Dall’ing. submissive o submitted, remissivo o sottomesso.
SUBINCISIONE Incisione profonda della parte ventrale del pene sulla linea dell’uretra, a partire dal glande fino alla radice dello scroto. Si tratta di una pratica caratteristica di un rito d’iniziazione di alcune tribù aborigene australiane ma operata anche da alcuni soggetti praticanti forme estreme di bod-mod. La subincisione realizza una fantasia di ermafroditismo poiché, tramite l’operazione, il pene finisce per possedere una fessura simile alla vulva: per questo motivo l’antropologia ha letto l’usanza aborigena come il tentativo di acquisire i poteri magici attribuiti alla donna. Allo sviluppo di tale pratica e della fantasia sottostante, è probabile che abbia concorso l’osservazione dell’anatomia dei canguri, caratteristici dell’Australia, i quali possiedono genitali esterni doppi: il maschio ha un doppio pene bifido e la femmina una doppia vagina. → superincisione.
ANTROPOLOGIA: La subincisione veniva praticata dagli aborigeni australiani anche come mezzo contraccettivo. Tramite un’operazione chiamata “mika” veniva inciso per la sua lunghezza il canale uretrale. In tal modo, nel momento dell’eiaculazione durante il rapporto sessuale, lo sperma usciva dall’uretra aperta, prima di raggiungere il glande ancora inserito nella vagina.
SUBPARZIALISMO Vedi parzialismo.
SUBSPACE O float, galleggiante. Condizione sperimentata in alcuni casi dai sub durante le attività BDSM, e comunque nei giochi sessuali in cui il dolore raggiunge un livello tale da scatenare una reazione neurologica di rilascio delle endorfine che portano il sub stesso in uno stato modificato di coscienza, caratterizzato da distacco della realtà ed euforia. Il subspace, per quanto possa rappresentare uno stato di godimento elevato, comporta il rischio per il sub di non avere più la lucidità di utilizzare la safe word e quindi d’interrompere l’attività che provoca dolore con possibile rischio per l’incolumità fisica. ¶ Ing.: spazio inferiore.
SUCCHIOTTO Forma particolare di bacio che può essere praticata in ogni parte del corpo, più sovente sul collo. Si realizza succhiando con insistenza una delimitata area di epidermide: la forza esercitata dall’aspirazione rompe i capillari cutanei e genera un ematoma di piccole dimensioni che rimane visibile per diversi giorni. Proprio per il fatto di essere realizzato su una zona cutanea esposta come il collo e per la durata della visibilità dell’ematoma, il succhiotto, termine che indica sia il bacio che la macchia ematica che genera, diventa una sorta di marchio di possesso e di prova visibile di un’avvenuta attività sessuale. Tali caratteristiche ne fanno una forma di bacio tipico dell’adolescenza e molto meno comune nell’età adulta.
TESTIMONIANZA: “Oddio, i succhiotti! Che nostalgia! Non erano belli né da farsi né da farseli fare, però quando sei giovane facevano figo, perché in qualche modo erano la prova che avevi combinato qualcosa. Cos’è che si doveva usare per toglierli? Sfregarci sopra dell’aglio? Mi ricordo piuttosto le conseguenze: dovevi girare per giorno o con un foulard o con il collo alto, perché altrimenti gli altri parlavano... gli altri che non volevi che ne parlassero, la prof, gli amici maschi. Però bastava che ti vedessero con il collo alto che tutti capivano” (t.r.a.)
SUCCUBO Nella tradizione classica e soprattutto in quella medioevale, demoni di aspetto femminile che giacciono di notte con gli uomini e, avendo rapporti sessuali con essi, ne raccolgono lo sperma che poi i demoni incubi avrebbero utilizzato per ingravidare le donne. Il mito dei succubi giustificava i sogni erotici e le polluzioni notturne e chiaramente sottolineava la possibilità delle nefaste conseguenze correlate a tali fenomeni. Lilith, la prima moglie di Adamo secondo la tradizione ebraica, sarebbe divenuta la regina dei succubi poiché icona della femminilità slegata dalla dimensione procreativa e quindi incarnazione della libera sessualità della donna che in ottica maschile avrebbe assunto una valenza oscura e lasciva. ¶ Dal lat. sub, sotto + cubare, giacere.
SUCCUS STUPRATIO Atto sessuale masturbatorio un tempo ritenuto anormale, di una donna che prova piacere stimolandosi oralmente i capezzoli. ¶ Lat.: stupro del succhiare.
SUGAR DADDY Anche sugar mama, nel caso si tratti di una donna. Uomo che offre doni e un elevato tenore di vita ad una partner più giovane in cambio di una relazione affettivo-sessuale. In italiano il termine pappone viene generalmente utilizzato come sin. di sugar daddy, connotando in maniera particolarmente negativa il ruolo della donna che, come una prostituta, concede il proprio corpo ad un uomo benestante. ¶ Ing.: paparino di zucchero.
SUIGENDERISMO Anche suigenerismo. Relazione di stretta amicizia a carattere non erotico fra membri dello stesso sesso, tipicamente osservabile nell’infanzia e nella prima adolescenza, quando viene preferita la compagnia di persone dello stesso genere sessuale piuttosto che dell’altro. Il suigenderismo non è correlato con l’omosessualità. ¶ Dal lat. sui, del proprio + ing. gender, genere.
TESTIMONIANZA: “Qui non c’entra essere gay, c’entra che fra uomini ci si diverte di più. Ecco svelato il mistero del perché agli uomini piace uscire con gli amici. Le donne hanno un senso del comico da bambinette, anche se hanno 40 anni... non hanno una fantasia comica creativa. È per quello che hanno successo gli uomini che le fanno ridere: da sole non sono capaci. Sì, ci sono donne divertenti ma non sono mai belle. [...] Poi con gli amici parli di tutto e spesso si tratta di figa. Se esci con le donne e parli di figa ti dicono che parli sempre di figa. Sì, è vero, ci piace parlare di figa e non abbiamo voglia che qualcuno stia a fianco a moralizzare e dirci quanto siamo maiali. Poi con gli amici ti guardi in giro, commenti le donne che vedi e sono tutti contenti, invece se esci con la tua ragazza [...] Con gli amici puoi ruttare, scoreggiare, puoi fare quello che ti pare; gli amici anzi ti incitano ad essere quello che sei davvero. Con le donne in un modo o nell’altro ti devi mettere su una maschera. E infatti la cosa è così vera che tante donne preferiscono la compagnia maschile, perché anche fra di loro non si sopportano: sono invidiose, subdole, mai dirette. Noi uomini, se va male, ci prendiamo per il collo, poi ci sediamo, ci beviamo una birra e si riprende a ridere e parlare di figa. Le donne rodono, stanno lì a tramare, a sparlare, a giudicarsi” (t.r.a.)
SUMATA Atto sessuale non penetrativo agito da una donna nei confronti di un uomo, realizzato con manipolazione del pene e sfregamenti delle cosce e della vulva su di esso, tali da procurare l’eiaculazione senza che il pene venga introdotto in vagina. Il sumata è molto diffuso nei locali per adulti giapponesi in quanto permette il contatto sessuale aggirando la legge anti-prostituzione che vieta i rapporti completi a pagamento. ¶ Giap.: inguine nudo.
SUMMA LIBIDO Sin. di orgasmo. ¶ Lat. massimo piacere.
SUNAMITISMO Rapporto, soprattutto di carattere sessuale, fra un uomo anziano ed una donna molto giovane finalizzato, secondo una credenza superstiziosa, a ridare vigore all’anziano tramite un passaggio di energia vitale dalla donna all’uomo. ¶ Dal nome del personaggio biblico Abishag di Sunam, detta la Sunamita, che assistette il vecchio re David.
ANTROPOLOGIA: Fra i membri della società colombiana dei Kajaba avvenivano stupri di gruppo compiuti da donne ai danni di un uomo, i rapporti sessuali con gli animali erano un fenomeno comune, la masturbazione era la forma di sfogo sessuale preferita e venivano organizzati rituali di offerta di sperma per i ragazzi ai quali era chiesto di avere rapporti sessuali con le vedove. I kajaba credevano anche che se un maschio avesse interrotto il ritmo durante la penetrazione, la sua partner, il nascituro e lui stesso sarebbero rimasti feriti in qualche modo. I rapporti incestuosi dovevano essere ripetuti in modo da espiare il crimine, occorreva però raccogliere lo sperma e le secrezioni vaginali e darle a un santone come dono sacrificale.
SUPERHERO EROTICA Gioco di ruolo o genere pornografico, generalmente di tono ironico, incentrato sulla rielaborazione dei supereroi in chiave sessuale.
SUPERINCISIONE Forma di Bod-Mod opposta alla subincisione, praticata tagliando e dividendo la parte dorsale del pene e lasciando intatta la parte prossima all’uretra. Si tratta di una forma di modificazione anatomica praticata raramente e molto pericolosa, tale per cui lo stesso termine è sovente applicato alla semplice incisione e separazione del prepuzio in due lembi.
SUPPOSTOFILIA Variazione sessuale consistente in un piacere quasi del tutto elettivo, legato all’inserimento di supposte di glicerina nel retto, con conseguente peristalsi intestinale e defecazione. Il piacere sessuale nella suppostofilia, elencata fra le parafilie scatologiche, non riguarda solo l’introduzione del suppositorio ma tutto il processo algico e l’evacuazione. È una parafilia collegata all’erotismo anale e sovente in combinazione con la clismafilia e la coprofilia.
SURROGATO SESSUALE Ciò che sostituisce l’attività sessuale con un’altra persona o una parte del corpo di quella, usato in un’accezione negativa tale per cui il surrogato risulta incompleto ed imperfetto rispetto alla cosa che va a sostituire. La masturbazione è spesso, ma non sempre, il surrogato di un rapporto sessuale. Un fallo artificiale o una vagina artificiale sono surrogati sessuali dei rispettivi organi genitali, così come una bambola gonfiabile è il surrogato di una donna o di un uomo.
SVELTINA Rapporto sessuale di breve durata, compiuto con velocità ma non necessariamente meno gratificante.
SVENTOLA Ragazza molto avvenente e procace la cui bellezza è di tale impatto da far girare la testa (magari guardandola per strada) come se si fosse ricevuta una sberla.
SVERGINARE Sin. di deflorare. Privare della verginità con un rapporto sessuale completo o altro atto tale per cui l’imene viene lacerato.
SVILUPPATORE A POMPA Dispositivo pensato per aumentare la lunghezza e il diametro del pene. Il membro viene inserito in una campana oblunga di vetro o plastica all’interno della quale, tramite una pompa manuale o elettrica, viene creato il vuoto, questo genera un’aspirazione del sangue nei corpi cavernosi del pene e quindi un’erezione vigorosa. Sovente gli sviluppatori a pompa sono pubblicizzati esaltando l’ipotesi che i dispositivi stessi, se utilizzati più volte al giorno e per diversi mesi, possano dilatare progressivamente i corpi cavernosi e quindi aumentino le dimensioni del pene. A prescindere dal fatto che questi sviluppatori generano risultati solo temporanei se non meramente situazionali, l’uso che ne viene fatto fuori dal controllo medico (sempre che qualche serio professionista ne consigli l’utilizzo) è sovente causa di danni al sistema circolatorio del pene che non si giova affatto della pressione sanguigna eccessiva né della stagnazione ematica, fenomeni che possono causare edema e deficit erettivo severo.
TESTIMONIANZA: “Circa 7 anni fa ho usato una di quelle pompe a vuoto che promettono di ingrandire il pene, questo oggetto mi arrivò a casa con una crema per massimizzare gli effetti, credo fosse un vasodilatatore perché quando l'ho applicata produceva un calore come la pomata scalda muscoli. [...] L'uso di questa pompa a vuoto più la crema ha provocato questo disastro: dopo circa 20 minuti il pene è diventato completamente rosso e gonfio, come se sotto pelle vi ci fosse del sangue [...]. In concomitanza sono apparse delle piccole vene come dei capillari tra il glande e l'asta del pene [...]. Dopo 40 minuti il pene era completamente nero, immagino per via del versamento di sangue, uno spettacolo agghiacciante” (Link)
SVILUPPO PSICOSESSUALE, teoria dello Anche nota come ipotesi aperturale, poiché nell’infanzia le rappresentazioni psicologiche delle funzioni primarie dell’istinto sono centrate sulle aperture degli organi che servono gli istinti primari: bocca, ano, uretra e vagina. Teoria presentata da Freud nel 1905, centrata sull’idea che l’essere umano, fin dalla nascita, abbia un istinto e un desiderio sessuale che si sviluppa in stadi o fasi specifiche; in ordine cronologico: fase orale, fase anale, fase fallica, fase di latenza, fase genitale. Ogni fase è caratterizzata da zone corporee che sono la sorgente del piacere e del desiderio. Nell’ottica della teoria dello sviluppo psicosessuale, le parafilie non sarebbero altro che fissazioni a stadi che precedono la fase di latenza e quindi l’espressione di un blocco che si esplicita tramite meccanismi che riattualizzano, in forme più o meno esplicite, investimenti pulsionali passati.
SVUOTARE In gergo, scaricarsi del liquido seminale, detto il più delle volte in riferimento ad un rapporto sessuale particolarmente vigoroso e soddisfacente o per sottolineare il fatto che si sente la necessità di avere un rapporto sessuale (es. mi sono svuotato; non vedo l’ora di svuotarmi).
SWAPPING Sin. di scambismo. ¶ Dall’ing (to) swap, scambio.
SWING Oggetto progettato per compiere rapporti sessuali in sospensione, senza che i piedi tocchino terra. Lo swing è soprattutto diffuso nella scena SM anche perché il più delle volte questa peculiare dondolo è dotato di polsiere e cavigliere che tengono bloccata la persona sospesa. ¶ Ing.: dondolo.
SWINGING Sin. di scambismo. ¶ Dall’ing. (to) swing, oscillare, andare da una parte all’altra.
SWITCH Nell’ambito BDSM, colui che, in base alle situazioni o ai partner con i quali fa sesso, riesce a ricoprire sia il ruolo di Dom che quello di sub. ¶ Ing.: interruttore, in riferimento al fatto che esso può essere acceso (attivo) o spento (passivo).
SYBIAN Dispositivo complesso e costoso progettato per la masturbazione. Si tratta di una seduta simile ad una sella da equitazione sulla cui superficie orizzontale è montata un’asta collegata con un dispositivo interno che ne governa movimento e vibrazione. Su tale asta si aggancia un fallo di gomma cavo, intercambiabile in forma e dimensioni ma comunque progettato appositamente per essere montato sul sybian. Un telecomando può controllare in remoto lo stile e la forza della vibrazione del fallo. La persona che si siede sul sybian viene penetrata dal fallo e ne riceve la stimolazione. Gli utilizzatori di Sybian sono detti sibariti (ing. Sybarites). ¶ Il termine fu scelto dall’inventore e produttore Dave Lampert, pensando alla città italiana di Sibari (in ing. Syb-aris) che nel periodo classico era nota per la sua opulenza e l’alto livello di qualità di vita.
TABÙ O tabu. Oggetto, atto o parola proibiti per costume o fede religiosa in un dato gruppo sociale. Per estensione del concetto si definiscono tabù anche quelle idee o atti sessuali che ogni singola persona ritiene non adatti o consoni per sé e per i quali si ha difficoltà anche al solo parlarne, senza tuttavia che vi sia espresso divieto legale, sociale o religioso. ¶ Dal polinesiano tapu, proibito.
TAFOFILIA Parafilia di chi fantastica di essere seppellito vivo e trae piacere da questa fantasia o anche tendenza di coloro che hanno un’attrazione morbosa per i cimiteri e godono ad avere rapporti sessuali all’interno di essi. Nonostante il tema principale di questa parafilia, essa non è necessariamente correlata alla necrofilia, anche se potrebbe essere una fantasia reattiva a fantasie necrofile inaccettabili. La tafofilia è associata più spesso all’autofonofilia, ad alcune pratiche di vincifilia o a forme di bondage estremo come la mummificazione. ¶ Dal gr. taphos, sepoltura.
APPROFONDIMENTO: Si cita il caso di un uomo californiano che amava essere avvolto con garze e panni (mummificazione) ed essere temporaneamente seppellito dai suoi amici. (Mains, 1993)
TAGLIATORE DI TRECCE Soggetto tricofilo che agisce il proprio feticismo in forma abusiva, tagliando ciocche di capelli alle donne senza che esse abbiano espresso consenso. I capelli così ottenuti vengono collezionati ed usati come catalizzatore dell’eccitazione anche per l’attività masturbatoria. → tricofilia.
TALPOTENTIGINIA Eccitazione sessuale derivate dall’uso di sostanze, dispositivi o condizioni climatiche tiepide o calde. → termofilia; temperature play. ¶ Dal gr. thalpos, calore + lat. tentigo -ginis, libidine.
TAMAKERI Sottogenere pornografico incentrato sulla tortura ai testicoli (ball torture) o, più nello specifico, su scene nelle quali una donna colpisce, calcia, tira o torce i testicoli e lo scroto di un uomo. In questi film, che iniziano con la tortura ai testicoli e terminano invariabilmente con un rapporto sessuale, compaiono come protagonisti degli uomini masochisti e come interpreti femminili delle giovani ragazze non professioniste. ¶ Giap.: calciare le palle.
TANATOFILIA Sin. di necrofilia. ¶ Dal gr. thanatos, morte.
TANTALO, notti di Anche con la loc. lat. trinoctium castitatis, tre notti di castità. Nome pop. attribuito ad un’usanza diffusa in Europa nel periodo medievale e fino agli inizi del XX secolo, per la quale gli sposi si sarebbero dovuti astenere per alcuni giorni dopo il matrimonio (in genere tre) dall’avere rapporti sessuali, così come fece il personaggio biblico Tobia con la moglie Sara, il quale trascorse la prima notte di nozze pregando affinché il demone Asmodeo non lo uccidesse (da cui anche il nome notti di Tobia). Per evitare i “rischi” della prima notte, alcuni fidanzati, in accordo con i genitori, potevano consumare l’unione prima del matrimonio in un rapporto sessuale che assumeva quindi un valore rituale; in quest’ottica può trovare parziale comprensione anche l’usanza della “fuga degli sposi”, popolarmente nota come fuitina. ¶ La loc. pone un satirico parallelismo fra la fatica di rispettare tale momento di continenza sessuale e il supplizio patito dal mitologico personaggio di Tantalo.
TANTRA O tantrismo. Insieme d’insegnamenti spirituali ed esoterici nati in seno all’induismo nell’India del IV secolo. Il tantra parte dal presupposto che l’universo sia la manifestazione sensibile dell’energia divina che può essere incanalata nel microcosmo umano anche, ma non solo, tramite ritualità sessualizzate. Divenuto popolare in Occidente soprattutto per l’aneddotica legata al potenziamento dell’esperienza orgasmica e ad una notevole dilatazione temporale di essa, il tantrismo nella sua forma classica mira al superamento del piano sessuale dell’esistenza verso una consapevolezza più profonda dell’esistenza stessa, ciò tramite l’accettazione e l’utilizzo delle innate tendenze sessuali. Nel rapporto sessuale tantrico, che avviene dopo elaborati riti preparatori, la finalità è il raggiungimento del samadhi, ovvero della fusione delle due individualità in una coscienza cosmica; per il tantra la fusione delle due energie vitali genera un’energia indistinta. La versione del tantra diffusasi in Occidente, e definita neotantra, è sovente criticata dai tantristi orientali poiché vedono questo nuovo ramo della loro dottrina come una semplificazione eccessiva di essa. Per i tantristi orientali, il tantra, privato delle regole di condotta rituale, è stato ridotto a sesso spirituale in cui la beatitudine tantrica viene confusa con il comune piacere orgasmico. ¶ Dal sanscrito tantram, trama di tessuto, ad indicare figurativamente la dottrina.
TAVOLO DI CONTENZIONE Mobile erotico tipicamente usato nelle pratiche bondage e SM, che alloggia ai lati due o più file di ganci ai quali possono essere fissate delle corde, in modo che la persona sdraiata sul tavolo venga assicurata e bloccata sul piano.
TEABAGGING Pratica sessuale, sovente attuata nel facesitting, consistente nell’inserimento dello scroto nella bocca del partner o nel semplice posizionamento di esso sul volto; lo scroto verrà immesso e tolto dalla bocca ripetutamente, così come si fa con una busta di tè in infusione. ¶ Dall’ing. tea, tè + bag, busta.
TEASING and DENIAL (T&D) Gioco sessuale in cui il partner viene stuzzicato e stimolato sessualmente, quindi viene lasciandolo in uno stato di elevata eccitazione e di piacevole insoddisfazione; si tratta di un’attività sessuale in cui un partner domina e controlla il piacere dell’altro. In ambito BDSM il gioco si può declinare in orgasmo controllato, una forma più severa di T&D. ¶ Ing.: stuzzicare e negare.
TESTIMONIANZA: “Barriere. Questo è tutto ciò di cui si compone questo gioco. Creare barriere al suo piacere mentre lentamente lui apre i cancelli del mio. Negargli il piacere è un modo molto eccitante di farmi un regalo. Guardarlo lavorare così impegnato mentre so che il suo cazzo non vorrebbe altro di meglio che entrare dentro di me. Avere questo livello di controllo è un piacere sottile e diabolico.” (Sonia Florens, 2008)
TECHNOSEXUALITY Sin. di tecnofilia.
TECNICHE SESSUALI Insieme di attività e strategie specifiche mirate ad accendere e/o accelerare l’eccitazione nel partner, così come a raggiungere più facilmente l’orgasmo. Seppur esistano alcune pratiche ed accorgimenti adottabili durante un rapporto sessuale che generalmente possono sortire effetti erogeni marcati, è bene che non enfatizzare il concetto di tecnica sessuale, intesa come escamotage grazie al quale il corpo del partner risponde esattamente come previsto in base ad un predeterminato stimolo, dal momento che le innumerevoli variabili soggettive non permettono di prevedere con esattezza preferenze e reazioni. È bene quindi chiarire che non vi sono tecniche sessuali precodificate se non vi è anche la disponibilità fra i partner a sperimentare diversi approcci e a comunicare ciò che si ritiene più o meno erogeno. Vi saranno dunque tecniche sessuali che sortiscono l’effetto sperato con un determinato partner ma le medesime tecniche potrebbero non essere né applicabili né erogene per un altro.
TESTIMONIANZA: Con gichigich si indica una peculiare tecnica sessuale utilizzata dalla popolazione degli Yapesi, abitanti dell’isola di Yap (Micronesia). L’uomo si mette seduto e la donna si siede sul pene dell’uomo ma senza che questo penetri in vagina. Il pene viene mosso in diverse direzioni stimolando la vulva ed il clitoride della partner in modo che la donna possa ottenere orgasmi multipli, orgasmi che le donne Yapesi accompagnavano con brevi getti di urina. La tecnica era ritenuta così stancante per la donna che veniva usata solo prima del matrimonio, poiché una donna troppo stanca sarebbe stata una compagna meno produttiva in casa.
TECNOFILIA Anche tecnofeticismo (tecnofet) o tecnosessualità. Dimensione sessuale di coloro che sono attratti da macchine, robot, androidi e altre creazioni fantascientifiche che non esistono nella vita reale, così come altre che potrebbero esistere in futuro. Il termine si è andato a sostituire alla sigla ASFR che indicava il più noto newsgroup dedicato al robofetish e al technofet. Il tecnofilo si eccita immaginando o chiedendo al partner di simulare il possesso di parti anatomiche meccaniche o di mimare il comportamento di un robot. Sovente è la trasformazione in un essere senza volontà propria e il conseguente comportamento ad essere sessualizzato. Per questo motivo il più delle volte il tecnofilo non è attratto da androidi che simulino in tutto e per tutto il comportamento umano (come mostrato in alcuni film fantascientifici) ma si preferiscono quei robot che agiscono più goffamente o meccanicamente. Molti tecnofili dichiarano di provare una pervasiva sfiducia verso il genere umano mentre ritengono che i robot siano più affidabili delle creature viventi: la prevedibilità dell’uomo-macchina è quindi la qualità essenziale del feticcio. Come nella psicocheirofilia, al centro del piacere del tecnofilo vi è una fantasia sessuale abitata da un soggetto privo di volontà propria che, per il suo stato peculiare, non innesca fenomeni relazionali vissuti dal tecnofilo come ansiogeni e troppo complessi per essere affrontati. Per questo motivo, e per il fatto che il robot è privo di vita, questa parafilia ha non pochi punti di contatto con la necrofilia, benché ovviamente nessun tecnofilo approverebbe l’attrazione per un cadavere. Nella tecnofilia, tuttavia, il parafilico realizza una forma di controllo sulle sue stesse paure e sulla sessualità stessa che, da complesso fenomeno viene ridotto a subroutine meccaniche, programmabili e perciò prevedibili. D’altra parte essere un robot, per chi ama tale fantasia, consente un abbandono temporaneo del proprio stato umano e delle responsabilità e degli eventuali sensi di colpa che ciò comporta, una macchina vuota colmabile dal partner con i più diversi comandi sessuali al solo premere di un pulsante fittizio. Diversi tecnofili indossano una piccola chiave, simile a quella adatta a caricare un giocattolo, come simbolo di appartenenza alla subcultura tecnosessuale.
TESTIMONIANZA: “C’è questo senso di distaccamento. Devi agire in modo rigido, meccanico e senza movimenti fluidi con questa voce piatta e con questa volontà di obbedire. Allo stesso tempo, nella mia testa, sono terribilmente eccitato. Devo tenermelo dentro. Non voglio rovinarlo sghignazzando a metà dell’atto. È una sensazione bellissima. Puoi vedere un robot come un essere o un oggetto che non ha nulla se non passione. Programmato per essere niente se non la fonte del piacere per sé e per gli altri. Essere capaci di avere questa purezza, essere capaci di essere fonte di piacere per la persona per cui lo stai facendo, è bellissimo” (Gates, 2000)
TEEN Categoria della produzione pornografica che vede come protagoniste donne appena maggiorenni (barely legal, a mala pena legale), abbigliate e truccate in modo da esaltare la loro giovinezza e, il più delle volte, farle passare come appena maggiorenni. A tal fine le attrici prescelte, spesso non professioniste o all’inizio della carriera, hanno un corpo non troppo florido, efebico, ed una capigliatura (es. i codini) che richiama l’infanzia. ¶ Ing.: adolescente.
TELARCA Inizio dello sviluppo delle mammelle nelle ragazze in età puberale. In genere precede il menarca di circa due anni. Se lo sviluppo delle mammelle avviene prima della pubertà, si parla di telarca precoce o prematuro. ¶ Dal gr. thele, seno femminile + arkhe, inizio.
TELECLITORIDISMO Variazione della posizione del clitoride per cui esso si trova ad una distanza maggiore di 3 cm sopra il meato urinario. Questa distanza superiore alla norma può comportare che, durante il rapporto sessuale ventrale, il pube dell’uomo non eserciti, per frizione e pressione, una sufficiente stimolazione sul clitoride; infatti per molto tempo si è ritenuto che il teleclitoridismo potesse essere una causa di frigidità nella donna. Il clitoride, tuttavia, è un organo per la maggior parte interno i cui rami decorrono internamente ai lati della vulva, quindi per stimolare il clitoride non è necessaria una frizione diretta dello stesso. La stimolazione orale prima e/o dopo il coito, oppure quella manuale, per quelle posizioni che la consentono, possono eventualmente supplire ad un’insufficiente stimolazione della zona clitoridea durante la penetrazione. ¶ Dal gr. telos, lontano.
TELEDILDONIC Vedi cyberdildonic.
TELEFONICOFILIA Piacere ed eccitazione sessuale relativa al parlare di sesso al telefono o ascoltare discorsi dello stesso tenore sempre attraverso il telefono. Il termine può anche essere usato nel caso di una particolare predilezione per il sesso telefonico. La telefonicofilia può solo parzialmente essere sovrapposta alla scatologia telefonica poiché quest’ultima tende ad essere sempre abusiva ed aggressiva nei confronti dell’interlocutore, mentre la prima si declina in pratiche sessuali consensuali.
TESTIMONIANZA: “...Molte volte, molte volte. Il sesso telefonico l’ho fatto diverse volte con diverse donne. Di solito piace a tutte, cioè fatto seguendo la loro lunghezza d’onda. A chi piacciono parole più volgari, altre preferiscono il gioco sottile, giocare con il tono della voce. Un uomo può fare molto con la voce al telefono, almeno, se in partenza ha di suo una bella voce [...] Non mi è mai successo che una donna mi guidasse nel sesso telefonico. Qualcuna c’ha provato ma lo fanno per pochissimi minuti e si sente che non sono a loro agio, non so, sarà l’imbarazzo o manca la creatività. Si crea molta complicità con il sesso al telefono, sì, complicità con una donna che però poi vedi di persona. Non credo nei rapporti virtuali” (t.r.a.)
TELEGONIA Fenomeno per il quale una donna, dopo aver avuto rapporti sessuali con un uomo, dà alla luce dei figli avuti da un secondo partner che però presentano delle caratteristiche o peculiarità del primo soggetto. Il termine fu coniato nel 1892 dal biologo tedesco August Wisemann per spiegare una supposta influenza diretta dei gameti maschili sul sistema riproduttivo femminile, e l’impatto di esperienze sessuali precedenti al concepimento sul sistema riproduttivo femminile. La telegonia, teoria che oggi non ha alcun valore scientifico, ebbe però molta fortuna nel XIX secolo e soprattutto nell’ambiente culturale vittoriano. In pratica la teoria sottintendeva che una donna non avrebbe avuto nessuna convenienza ad avere rapporti prematrimoniali, in quanto la sua vita sessuale precedente si sarebbe “ripercossa” geneticamente sulla prole con un uomo che non avrebbe ritrovato i propri tratti nel nascituro, bensì quelli dei passati partner sessuali della moglie. ¶ Comp. dal gr. telos, lontano (nel tempo) + tema di gignomai, nascere.
TELEIOFILIA O adultofilia. Cronofilia che descrive la condizione di chi preferisce scegliere partner sessuali adulti. Termine che si applica anche ai minorenni attratti da persone adulte piuttosto che da coetanei. ¶ Dal gr. teleios, completamente formato, adulto.
APPROFONDIMENTO: Saxton et al. (2009), ricercatrice dell’Università scozzese di St. Andrews, ha mostrato ad un campione di ragazze adolescenti fra gli 11 e i 15 anni volti maschili con tratti più o meno virili, e a fatto ascoltare voci di uomini più o meno profonde. Le ragazzine verso i 15 anni ritenevano più attraenti le voci di tono basso, cioè quelle più profonde e tipicamente maschili, mentre per le ragazzine più giovani la preferenza andava per voci con un tono più alto e per immagini di uomini con lineamenti femminili. I risultati di questa ricerca sono i primi a dimostrare che lo sviluppo puberale ha degli effetti misurabili sui giudizi relativi all’attrazione negli adolescenti; ciò suggerisce che i giudizi d’attrazione negli umani, almeno per alcuni tratti, vengano calibrati a determinati livelli di crescita, raggiungendo livelli adulti circa la maturità sessuale quando le decisioni nella scelta del partner diventa rilevante.
TELERETISMO O telotismo. Inturgidimento del capezzolo dovuto a stimolazione meccanica o bassa temperatura. Il fenomeno è dovuto a tensione muscolare e solo parzialmente per turgore delle venule, a differenza di quanto invece avviene nell’erezione conseguente a vasocongestione. ¶ Dal gr. thele, capezzolo + erethisma, eccitazione.
TEMPERATURA BASALE Metodo contraccettivo naturale che si basa su un’attenta rilevazione della temperatura corporea per prevedere i giorni fertili e infertili del ciclo mestruale, poiché quando avviene l’ovulazione la temperatura corporea femminile si abbassa, mentre vi è un rialzo in fase postovulatoria (o luteale). La variazione di temperatura è data dalla concentrazione nel sangue del progesterone che è ridotta in fase preovulatoria (o follicolare) e si accresce in fase luteale. La misurazione, da effettuarsi ogni giorno sempre alla stessa ora e dopo 4-5 ore di sonno ininterrotto, comincia dal giorno in cui compare il flusso mestruale e procede fino alla comparsa della mestruazione successiva. Il periodo non fertile è quello relativo ai giorni che seguono il rialzo termico. L’uso perfetto di questo metodo contraccettivo garantisce una bassissima probabilità di gravidanza (indice di Pearl: 0,3) ma per i comuni errori che possono essere compiuti nella rilevazione della temperatura (la quale può essere fra l’altro influenzata da vari fattori), l’indice di Pearl reale si può attestare ad un valore di 15. L’abbinamento dell’analisi della temperatura basale con il metodo Billings garantisce un potere contraccettivo ben superiore (vedi sintotermico).
TEMPERATURE PLAY Insieme delle pratiche sessuali in cui la stimolazione fisica è prodotta per contatto con oggetti che hanno una temperatura di molto più fredda o più calda della pelle. Può quindi essere realizzato usando del ghiaccio, passato su zone particolarmente sensibili del corpo, oppure in forme estreme, procurando ustioni con ferri roventi. ¶ Ing.: gioco di temperatura.
APPROFONDIMENTO: Il comico degli anni ’20 Fatty Arbuckle finì alla sbarra per aver infilato del ghiaccio e una bottiglia di champagne nella vagina di una starlette, la quale successivamente morì per le complicazioni delle ferite riportate in quel gioco sessuale. Arbuckle fu assolto in terzo grado.
TENTACLE EROTICA Corrente artistica a soggetto erotico diffusasi nell’ambito dell’arte figurativa in Giappone nei primi anni del XIX secolo e successivamente nella fumettistica e nel cinema d’animazione moderno. In questi, una donna (meno comunemente un uomo) viene aggredita da un animale mostruoso o da un robot, che possiede una serie di tentacoli utilizzati per penetrare la cavità genitale, anale od orale della vittima. La moderna corrente del tentacle erotica, lanciata dal fumettista Toshio Maeda, enfatizza l’elemento di violenza ed aggira la censura nipponica che impedisce la raffigurazione del pene ma che non proibisce quella della penetrazione se compiuta con tentacoli o appendici meccaniche. ¶ Anche noto con l’ing. tentacle rape, stupro tentacolare, o in giap. shokushu goukan.
TENTING EFFECT Fenomeno, contemporaneo all’eccitazione sessuale, in cui si ha espansione in lunghezza e ampiezza dei due terzi più profondi del canale vaginale ed elevazione dell’utero. L’effetto tenting ha luogo a fini riproduttivi affinché si venga a creare sul fondo della vagina un ricettacolo per lo sperma e la cervice uterina sovrasti tale ricettacolo “pescando” in esso e facilitando quindi il percorso degli spermatozoi nelle vie genitali femminili. Il tenting effect è il principale fenomeno che causa flatulenza vaginale. → receptaculum seminis. ¶ Ing.: effetto tenda.
TERATOFILIA Eccitamento sessuale derivante dall’idea o dalla pratica di fare sesso con persone estremamente brutte o deformi. È una delle parafilie in cui uno stigma ritenuto socialmente negativo diventa elemento elettivo. Può nascondere tendenze masochistiche o essere un mezzo per garantirsi un partner non appetibile ad altri (quindi prevedibilmente fedele) e sul quale esercitare una determinata influenza psicologica che come correlato rinforza l’autostima del soggetto teratofilo. ¶ Dal gr. teras -tos, mostro.
TESTIMONIANZA: “Mi sembra di aver fatto sesso con varie ragazze orribili. Potrei attrarre più ragazze di bell’aspetto ma ci vuole troppa fatica, quindi trovo più semplice andare in luoghi d’incontro e tirare su ragazze medie, qualche volte delle madri single [...] Sarei anche disposto ad avere un altro appuntamento prima di fare sesso, ma questo non è sempre necessario. Evidentemente molte donne vogliono fare sesso quanto lo voglio io. Penso che questo comportamento sia un chiaro segno d’insicurezza, cioè trovare queste ragazze, farci sesso e poi perdere interesse per tutte. [...] Tuttavia, questa pessima abitudine, perché è una pessima abitudine, aumenta un poco la mia autostima. Il sesso è piacevole e alcune delle ragazze sono simpatiche. [...] Le belle ragazze sono qualcosa che mi fa sentire insicuro” (Link)
TERIANTROPOFILIA O furry fetish. Attrazione sessuale per il “furry”, animale antropomorfo di fantasia protagonista di soggetti letterari, fumettistici o cinematografici. La teriantropofilia si può declinare in una collezione feticistica di oggetti, riviste o film che ritraggono i furries, nell’indossare grossi abiti in forma di animale antropomorfo o nel fare sesso con una persona che indossa uno di questi abiti. Alcune statistiche stimano che almeno la metà dei teriantropofili (detti furvert) siano maschi omosessuali. Le creature animali che più spesso diventano oggetto feticistico in questa variazione sessuale sono i centauri, i licantropi e gli orsi. Diversi teriantropofili combinano le proprie fantasie con altre variazioni, tipicamente l’inflatofilia, la macrofilia, il pony play, il travestitismo e pratiche BDSM. → yiff, zoos, zoot-sex. ¶ Dal gr. therion, animale + anthropos, uomo; termine coniato dall'autore (2010).
TERMOFILIA Parafilia nella quale il piacere è collegato a una stimolazione fisica praticata con un oggetto particolarmente caldo, come cera fusa, sigarette, cerini, etc. La parafilia si può presentare in una versione attiva (termofilia sadica) o in una passiva (termofilia masochistica). → temperature play. ¶ Dal gr. thermos, caldo.
TERZA GAMBA Loc. pop. usata il più delle volte in tono scherzoso indicante il pene, assimilato figurativamente ad un arto inferiore per la sua posizione anatomica fra le gambe.
TERZO ESCLUSO, sindrome del Situazione tipicamente vissuta nei rapporti poliamorosi nei quali una persona si sente esclusa dalle dinamiche affettive della triade. Il fenomeno si osserva anche in gruppi più ampi ma avviene soprattutto nel caso il gruppo poliamoroso sia composto da un numero dispari di individui. → poliamore.
TERZO SESSO O terzo genere. In una società che riconosce due generi sessuali (maschile e femminile) e l’eterosessualità come orientamento sessuale fondamentale, con terzo sesso si indicano quegli individui che, per ragioni biologiche e/o psicologiche, non possono essere fatti rientrare in un preciso genere o che non condividono l’orientamento eterosessuale. Quindi al terzo sesso apparterrebbero gli ermafroditi, i transgender, gli eunuchi, i transessuali, gli uomini e le donne omosessuali. Il termine rimarca l’unicità e la dignità biologica e psicologica di coloro che non sono semplice variazione patologica del sesso maschile o femminile, ma sono un terzo distinto fenomeno biopsicosociale. ¶ Coniato in ted. come drittes Geschlecht da Karl H. Ulrichsper indicare gli individui omosessuali.
TESTICOLO Gonade maschile, pari, contenuta nello scroto nel quale discende dall’addome, insieme all’omologo, durante le ultime fasi dello sviluppo fetale; esso è sospeso al cordone spermatico e sorretto nello scroto dai suoi tessuti. Il testicolo è di forma ovale e nell’adulto ha una lunghezza media di 4,5 cm, 2 cm di profondità, 2,5 cm di larghezza, volume di 19 ± 5 ml e peso di circa 15 gr. Un testicolo può essere poco più grande dell’altro e, in più della metà dei maschi, il sinistro è alloggiato più in basso nella sacca scrotale. In quest’ultima i testicoli sono tenuti ad una temperatura inferiore di circa 2° C rispetto al resto del corpo; al mantenimento della temperatura testicolare concorre il muscolo cremasterico che è parte del cordone spermatico. Quando il muscolo si contrae, il cordone si riduce in lunghezza trascinando il testicolo più vicino al corpo (il che lo porta a riscaldarsi) mentre la distensione del cremastere allontana la gonade dal corpo e quindi ne abbassa la temperatura. I testicoli sono in parte rivestiti da una guaina fibrosa (tunica albuginea) dalla quale si dipartono i setti che dividono la ghiandola in lobuli di forma conica (circa 250) convergenti posteriormente. Ognuno dei lobuli contiene 1-3 tubuli seminiferi del diametro di 0,16 mm, avvolti a spirale per un totale di 70 cm. Essi danno origine ai tubuli seminiferi retti, i quali, congiungendosi con quelli degli altri lobuli, generano la rete testis; da quest’ultima deriva un canale di maggiori dimensioni che si raggomitola su se stesso (epididimo) da cui si diparte il dotto deferente. La funzione del testicolo è duplice: esso serve a produrre spermatozoi e ormoni. La produzione di spermatozoi avviene nei tubuli seminiferi, il cui epitelio contiene cellule ai vari stadi della spermatogenesi e la cui struttura di supporto è costituita dalle cellule del Sertoli. La differenza termica fra i testicoli ed il resto del corpo è di grande importanza per la produzione spermatica infatti a temperature maggiori o minori rispetto al normale la spermatogenesi è meno efficiente. La seconda funzione delle gonadi maschili è la produzione di ormoni fra i quali il più noto è il testosterone; questa avviene nelle cellule di Leydig (circa 350 milioni) contenute nel tessuto interstiziale tra i tubuli. → criptorchidismo. ¶ Dal lat. testiculus, diminutivo di testis, testimone (della virilità); la similitudine deriva dal fatto che nell’antica Roma, durante un processo, non era ammessa la testimonianza di un solo testimone (testis unus, testis nullus, un testimone, nessun testimone) e quindi i testes dovevano essere sempre almeno due.
APPROFONDIMENTO: I tumori del testicolo costituiscono l’1-2% di tutti i tumori maschili con incidenza maggiore nella razza bianca piuttosto che in quella asiatica o nera. Si tratta della neoplasia più frequente nel maschio di età compresa fra i 20 e i 30 anni. Il fattore di rischio maggiore è il criptorchidismo che aumenta circa 30 volte la probabilità di degenerazione cellulare, la quale nella quasi totalità dei casi è a carico delle cellule germinali; nella metà di questi casi si tratta di seminoma. La bilateralità è molto rara quindi anche in seguito a orchiectomia, un testicolo sano è sempre presente e perciò la produzione di testosterone e la fertilità del soggetto non sono compromesse. Inoltre, per le forme tumorali localizzate, la prognosi è molto positiva. Data l’importanza di riconoscere precocemente la presenza del tumore, è bene che occasionalmente l’uomo operi un’autopalpazione dei testicoli in modo da avvertire per tempo la presenza di rigonfiamenti o irregolarità; il tumore testicolare nelle fasi iniziali non procura nessun dolore. Ferite ai testicoli non sono fattori di rischio per lo sviluppo di neoplasie.
TESTICOLO INDISCESO O testicolo non disceso. Sin. di criptorchidismo.
TESTICOLO IRRITABILE Obsoleta definizione di una forma nevralgica che colpirebbe il testicolo, caratterizzata da dolori molto acuti da mettersi in relazione sia con l’abuso delle funzioni genitali, quali poteva essere definita la masturbazione, o per cessazione dell’attività sessuale. La medicina moderna non riconosce questa patologia che invece nel XIX secolo veniva trattata anche con la castrazione.
TESTICOLO MOBILE Anche testicolo ipermobile, in ascensore, retrattile, fluttuante, migrante, ballerino. Testicolo che può trovarsi transitoriamente fuori dalla sede scrotale (in genere poiché risale nel canale inguinale) ma se ricondotto nello scroto non risale immediatamente come avviene nel criptorchidismo. Le cause dell’ipermobilità testicolare possono essere dovute ad insufficienza dei normali meccanismi anatomici di fissaggio allo scroto, brevità eccessiva del funicolo spermatico o aumento della massa del mucolo cremastere che governa il movimento del testicolo. In alcuni casi lo specialista consiglierà un semplice intervento chirurgico per fissare il testicolo allo scroto o restringere il canale inguinale in modo che il testicolo non possa più risalire. È da considerarsi normale una mobilità testicolare dovuta alla reazione fisiologica all’esposizione a basse temperature e durante l’orgasmo, in entrambi i casi i testicoli tendono a risalire verso il corpo.