DACNOFILIA Piacere sessuale derivante dal mordere il partner. In alcuni casi la dacnofilia è legata a tendenze antropofagiche inconsce o si mostra come fenomeno correlato a clastofilia. In tutti i casi è segno di fissazione orale e tratti aggressivi per cui il marchio lasciato dalla morsicatura è segno di possesso. ¶ Dal gr. dakno, mordo.
Sono state identificate oltre 40 specie di mammiferi che si mordono mentre si accoppiano; circa il 25% delle persone, sia di sesso maschile che di sesso femminile, dichiarano di essere stati eccitati sessualmente da un morso dato dal partner. (Ellis, 1927; Weinberg, 1995)
DACRIFILIA Eccitazione sessuale seguente o dipendente dal fatto di vedere il partner piangere, non necessariamente ma prevalentemente per tristezza. Il pianto, espressione di un momento di debolezza, consente al dacrifilo di prestare soccorso, aiuto e mostrarsi empatico, permettendogli di sentirsi utile e aprendo uno spazio di superiorità psicologica; il pianto dell’amato, soprattutto se legato ad un problema di coppia, è un evidente feedback dell’interesse della persona verso il partner. Il dacrifilo passivo, cioè colui che piange, può invece godere di un completo rilascio emotivo; il pianto è associato ad un rilascio di endorfine che innalzano l’umore e hanno un effetto analgesico, quindi il dacrifilo può utilizzare il pianto come si userebbero dei farmaci regolatori dell’umore. ¶ Dal gr. dakryon, lacrima.
TESTIMONIANAZA: “Mi piace quando la mia ragazza piange. Non so spiegare bene, però è bello. Oh, non che piange perché le ho fatto male! Non so, per un film, per la felicità anche. [...] Una volta avevo litigato con una tipa, fra l’altro aveva ragione lei, però facevo quello che non cedeva sul mio punto. Sta di fatto che lei se ne va in macchina e io m’allontano, poi mi arriva una telefonata dove mi dice di tornare indietro. Insomma, arriva, scende dalla macchina ed era una fontana di lacrime. Mi chiedeva scusa, che sarebbe cambiata... A me ha fatto un’incredibile tenerezza, anche perché alla fine aveva ragione lei e magari dovevo essere io a piangere. L’ho abbracciata e lei continuava a piangere, mi spiaceva ma allo stesso tempo ho sentito quanto ci teneva, mi sono sentito anche figo. Mi sono sentito anche una merda per questo” (t.r.a.)
DADDY Nella subcultura leather, partner dominante in coppia con il boy. Scritto rigorosamente con la maiuscola. Il termine è usato anche nei confronti di donne lesbiche, bisessuali ed eterosessuali che assumono un ruolo paternalistico. In ambito ursino, il daddy bear è uomo dall'aspetto maturo, rassicurante e paterno; sovente, ma non necessariamente, di corporatura robusta. ¶ Ing.: paparino.
DAFNE, complesso di Timore irrazionale che alcune donne mostrano rispetto al sesso e più nello specifico nei confronti della penetrazione. Sin. di coitofobia o fallofobia. ¶ Dal nome della mitologica ninfa greca che pur di evitare la seduzione di Apollo preferì trasformarsi in una pianta d’alloro.
DAISY CHAIN Forma di sesso di gruppo nella quale tre o più persone ricevono e praticano una stimolazione orogenitale simultaneamente. L’unico modo di realizzare l’atto è creare una catena (o cerchio) in cui ogni “anello” è rappresentato da una persona che è stimolata oralmente dalla precedente e stimola oralmente i genitali alla successiva. Sono definite daisy chain anche le configurazioni non circolari: in tal caso la prima persona della catena non riceve stimolazione e l’ultima non stimola nessuno. ¶ Ing.: catena o coroncina di margherite.
DALILA, complesso di Quadro psicologico relazionale di una donna che ha una sessualità attiva e promiscua con la finalità inconscia di punire gli uomini verso i quali prova grande aggressività, rendendoli deboli e castrando i loro desideri. ¶ Dalla biblica Dalila che privò Sansone della sua forza tagliandogli i capelli (Giudici 16:4-22).
DANGLING Pratica e/o attrazione per l’atto di sfilare parzialmente una scarpa e farla dondolare dalle dita, da molti ritenuto un gesto erotico e seduttivo tipicamente femminile. → retifismo, podofilia. ¶ Ing.: penzolamento.
TESTIMONIANZA: “Ero ad un rinfresco durante la festa dei coscritti dell’università, quando ho notato una giovane studentessa al tavolo degli ospiti che indossava un perfetto paio di ballerine. Aveva una gamba sull’altra e ho notato il modo in cui era tagliato il collo della sua scarpa [poiché la ragazza stava dondolando la scarpa], era obliquo e mostrava bene l’infossatura del piede. Lei ha gettato una sorta di sguardo su di me mentre io la stavo guardando. Quindi ha girato la testa per parlare alla persona che le stava a fianco e allo stesso tempo a piegato in giù le dita dei piedi. Non appena fatto questo, la scarpa è scivolata dalle sue dita e ha sbattuto a terra. Non so nemmeno se mi sono ripreso prima che qualcuno lo notasse ma mi sono sentito quasi come se la dovessi pagare per quella cosa” (Da hhplace.org - link non più attivo)
DANZA DEL VENTRE Versione moderna di un’antica danza orientale nata per esaltare la sessualità e la fertilità. Una delle prime forme di danza del ventre era nota come awalemed era usata in Egitto come strumento di educazione sessuale: la donna stava ferma sul posto e imitava i movimenti coitali, il cambiamento di posizione avveniva solo per agevolare la prospettiva dello spettatore. Nella ghaziyeh, un’altra antica forma di danza del ventre, le danzatrici si muovevano con una banda di tessuto che veniva fatta passare fra le gambe. Sovente le danzatrici avevano subito una clitoridectomia e quindi avevano bisogno di un’energica e prolungata stimolazione per raggiungere l’orgasmo; in questo tipo di danza era previsto che la donna gemesse di piacere. Oggigiorno la danza del ventre è ballata quasi totalmente dalle donne ma in casi rari può essere performata da danzatori professionisti. Alcune danzatrici del ventre ritengono che il termine ‘danza del ventre’ sia riduttivo poiché è tutto il corpo a muoversi, anche se il ventre sembra sia la parte più interessata dai movimenti. ¶ Dal fr. danse du ventre; in arabo raqs al sharqi.
DARKROOM O blackroom. In alcuni locali privè, stanza riparata alla vista generale nella quale gli avventori possono incontrarsi per avere rapporti sessuali promiscui senza che possa essere chiaramente visibile la loro identità, in questo aiutati dal fatto che la darkroom ha un’illuminazione limitata o assente. ¶ Ing.: camera oscura.
DE CLÉRAMBAULT, sindrome di Vedi erotomania.
DEEP THROAT Forma specifica di fellazio in cui il pene eretto viene inserito in bocca per tutta la sua lunghezza e, dalle persone più pratiche nella tecnica, massaggiato con i muscoli preposti alla deglutizione. Il termine fu popolarizzato dal film pornografico ‘Gola Profonda’ (Deep Throat, 1972) che mostra le vicende sessuali di una donna che scopre di avere il clitoride in gola e quindi può raggiungere l’orgasmo solo tramite una stimolazione orale profonda. La pratica del deep throat non è di facile realizzazione poiché l’inserimento in bocca del pene per tutta la sua lunghezza può provocare istintivamente un riflesso di rigurgito che evidentemente riesce ad essere dominato da coloro che sono versati in tale atto. ¶ Ing.: gola profonda.
TESTIMONIANZA: “Uno dei miei ex fidanzati era assolutamente ossessionato dal deep throating. Aveva scaricato tonnellate di porno da un sito particolare [...]. Dopo sei settimane che ci eravamo messi insieme, ha copiato i video porno in due CD (o forse erano DVD) per me, etichettandoli “I Compiti di M.” e mi ha dato una stampata di dieci pagine che descriveva in dettaglio come imparare a fare il deep throat (incluso come intorpidire la gola [per evitare il riflesso di rigurgito] etc.). Mi sono abbastanza offesa per questo, in particolare per il fatto che eravamo ancora all’inizio della nostra relazione. Era il primo segno che lui era un maniaco del controllo. Mi sono così incazzata che ho strappato la stampata in un milione di pezzi dopo che, quel giorno, se n’è andato. Mai letta quella cosa” (Link)
DEFICIT ERETTIVO (DE) Anche disfunzione erettile. In passato definita impotenza. Incapacità a raggiungere o mantenere un’erezione adeguata per un soddisfacente rapporto sessuale. Alcuni autori differenziano il deficit erettivo, in cui l’erezione avviene ma non riesce ad essere mantenuta, dall’impotenza vera e propria, in cui l’erezione non ha luogo. Si fa distinzione fra un DE primario, se il problema si è manifestato fin dall'inizio dell'attività sessuale del soggetto, o DE secondario, se si è presentato in un secondo momento dopo un periodo di attività sessuale non problematica. Si può parlare anche di DE situazionale, se la disfunzione avviene in una data circostanza, e DE generalizzato se il problema si presenta in ogni circostanza. Il deficit erettivo è un problema assai diffuso: nel mondo ne soffrirebbe circa il 13% della popolazione maschile, il 2% tra 18 e i 34 anni e il 48% oltre i 70 anni. La percezione del problema è spesso ingigantita da alcuni modelli sociali in sinergia con le produzioni pornografiche che esaltano la prestazione sessuale e la durata del coito; da ciò deriverebbe un abuso di farmaci contro il deficit erettivo (→ inibitore PDE5). Si ricorda che la disfunzione erettile non è l’incapacità di mantenere un’erezione ininterrottamente per mezz’ora o più, bensì l’impossibilità di ottenere e mantenere l’erezione soprattutto nelle prime fasi del rapporto. Occasionali perdite d’erezione durante il rapporto sessuale non devono essere vissute come un segno o un sintomo patologico, ma semplicemente come la prova del fatto che la sessualità maschile ha i suoi modi e i suoi tempi, ben diversi dai “rigidi” e improbabili modelli di virilità tramandati e troppo spesso pubblicizzati come ideali. Il DE può dipendere da cause organiche (alterazioni del tessuto cavernoso del pene, riduzione dell’afflusso arterioso, disturbi neurologici, endocrini, ipertensione, prostectomia radicale, diabete), cause psicogene (stress, ansia da prestazione, depressione, incapacità di abbandonarsi alle proprie sensazioni, effetto Coolidge) o assunzione di farmaci (cortisone, ansiolitici, antipertensivi). Nel soggetto che lamenta DE ma che presenta erezione mattutina, è probabile che la sua disfunzione sessuale abbia una base puramente psicologica. L’età, il fumo e l’abuso di alcol sono fattori predisponenti. È bene che lo psicologo o lo psicoterapeuta dal quale si reca un uomo che lamenti il disturbo maschile dell’erezione si accerti, prima di iniziare un percorso terapeutico unicamente mirato ad analizzare ragioni psicologiche del problema, che siano state escluse dai professionisti medici eventuali patologie fisiologiche. Esse vengono indagate tramite flussimetria eco-dopler, elettrometria notturna, cavernosografia statica e dinamica, potenziali evocati sacrali (i quali analizzano integrità e funzionalità del nervo pudendo e dei centri nervosi dell’erezione), test alla papaverina, analisi dei tassi ormonali. Si elencano diversi tipi di deficit erettivo, alcuni dei quali non strettamente legati all’erezione ma ad una più generale incapacità di godere del rapporto sessuale e raggiungere l’orgasmo. DE anticoncezionale, forma d’impotenza funzionale e temporanea che colpisce l’uomo quando scopre che la compagna fa uso di anticoncezionali. DE coniugale, legato alla routine sessuale e all’abitudine che può subentrare con il partner abituale. Tale tipo d’impotenza può anche dipendere da sentimenti di collera o disgusto verso il partner che non è più percepito come attraente. → effetto Coolidge. DE da ansia, derivato da ansia da prestazione. DE da complessi incestuosi, derivato dall’identificazione inconscia del proprio partner con una figura genitoriale o con un consanguineo. DE da concezione, forma psicologica di coloro che, temendo di poter fecondare la propria partner e quindi causare una gravidanza indesiderata, sono incapaci di portare a termine il rapporto e di raggiungere l’orgasmo. DE da abuso, incapacità di ottenere o mantenere l’erezione poiché l’atto sessuale è seguente ad un precedente rapporto sessuale o a masturbazione. DE da disuso, forma d’impotenza psicologica secondaria che segue a prolungati periodi di astinenza. DE da divieto, disfunzione erettile di tipo psicologico derivata dal senso di colpa per l’attività sessuale che sarebbe vissuta inconsciamente come una trasgressione verso regole morali apprese. DE da incompatibilità anatomica, causato da una notevole differenza fra le dimensioni del pene in erezione e la capacità volumetrica della vagina di una data partner. DE da insuccesso, forma psicologica seguente a senso d’inferiorità verso un partner ritenuto sessualmente superiore per capacità amatorie o in altri ambiti (lavorativo, sociale, etc.). DE da profilattico, forma situazionale dovuta alla scarsa stimolazione del pene coperto dal lattice del preservativo e dalle manovre per indossarlo che tendono ad interrompere la progressione dell’eccitazione. Tale tipo di deficit erettivo colpisce maggiormente coloro che hanno avuto esperienza di rapporti sessuali non protetti e che quindi conoscono a priori la differenza di sensazioni sessuali che si hanno con e senza il preservativo e che affrontano negativamente prevenuti il momento di indossare il profilattico. DE della luna di miele, forma psicologica situazionale conseguente all’inesperienza e alla forte eccitazione per le prime esperienze di sesso completo con il coniuge; è una forma d’impotenza che sta scomparendo data la comune tendenza a fare esperienze di sesso prematrimoniale. DE da stress, forma psicologica dovuta ad un concomitante periodo lavorativo stressante che drena le energie e si accompagna a preoccupazioni. DE del soldato, forma secondaria dovuta a rapporti sessuali frettolosi e vita in comune con membri dello stesso sesso, come accadeva durante il servizio militare. DE diabetico, forma organica che colpisce buona parte dei maschi che soffrono di diabete mellito. DE elettivo, forma d’impotenza funzionale che si manifesta solamente con un dato partner. DE iatrogeno, forma d’impotenza biochimica derivata dall’uso di alcuni farmaci quali ipotensivi, neurolettici, antiandrogeni, etc. DE nevrastenico, forma transitoria caratterizzata da eiaculazione a pene flaccido per indebolimento del centro dell’erezione. DE organico, dovuto a problemi circolatori o del sistema nervoso, età, abuso di alcol, droga o uso di farmaci. DE parziale, caratterizzata da erezione insufficiente, instabile o dolorosa. DE psichico, o funzionale, dovuto a cause psicologiche e non fisiche.
STORIA: Alcune frasi inviate tramite email spam per pubblicizzare la vendita di farmaci contro il deficit erettivo, procedure d’ingrossamento dei genitali o sostanze che aumentano il volume del liquido seminale eiaculabile. “Le donne dicono sempre: le dimensioni contano!” “Aumenta le dimensioni del tuo pene in un giorno” “Allarga la tua virilità” “A nessuna ragazza fregherà nulla di te se hai un pene piccolo” “Sii un uomo e aggiungi una terza gamba” “Con queste pillole potrai sparare lo sperma come un pornostar” “Pene allargato in 2 ore!” “A lei piace il mio nuovo pisello!” “Vuoi essere abbastanza grosso da scioccare la gente?” “La lascerai senza parole” “Sentiti orgoglioso quando ti troverai nello spogliatoio” “I tuoi amici ti invidieranno” “Allarga il tuo conto in banca di 4-6 cm in pochi giorni” “Uccelli mostruosi a prezzi scontati” “Non preoccuparti del tuo piccolo stupido pene, ah ah!” “Pensi di poter ancora scopare come chi ha un cazzo da macho?” “Mantieni l’erezione per 72 ore!” “Uomini, lasciate che le pillole parlino per voi” “E’ arrivato il momento di fare l’upgrade al tuo sistema?”.
DEFLORARE Privare della verginità lacerando l’imene. ¶ Dal tardo lat. deflorare, cogliere il fiore.
ANTROPOLOGIA: In alcune zone del Perù, alcuni decenni or sono, era usanza che fosse la madre a deflorare la propria figlia in un rito compiuto poco prima del matrimonio. Alla presenza dei parenti dello sposo, la madre lacerava l’imene con un dito, così da dimostrare pubblicamente la purezza della figlia.
DEIPNOFILIA Parafilia di tipo nevrotico in cui l’alimentazione, il cucinare e il nutrire le altre persone assumono un valore sostitutivo rispetto alla sessualità. Si osserva soprattutto in alcuni soggetti con vita sessuale poco gratificante o assente questa tendenza a canalizzare nella creazione e preparazione di ricette la propria libido frustrata, e ad ottenere gratificazione dall’offrire il cibo accuratamente preparato ad amici e parenti, beandosi della reazione soddisfatta di quelli e della gioiosa dimensione conviviale. Di norma il deipnofilo preferisce offrire e veder mangiare le proprie creazioni piuttosto che saziarsi con esse, quindi non si può parlare di un disturbo di tipo alimentare. Sovente il deipnofilo ama anche molto parlare di cucina e di ricette, e sarà molto lieto di insegnare a cucinare e a diffondere i propri segreti culinari. ¶ Dal gr. deipnon, pranzo.
DELIRIO EROTICO O delirio erotomaniacale. Vedi erotomania.
DEMI-MONDAINE O demimonde. Cortigiana francese la cui fortuna si ebbe nel XIX secolo e terminò negli anni della Prima Guerra Mondiale, surclassata da un modello femminile più rigoroso rappresentato dalle Suffragette. La demi-mondaine viveva al limite della buona società, mantenuta dai propri amanti tramite regali e donazioni in contanti versati per la sua compagnia e, soprattutto, per le sue prestazioni sessuali. Le demi-mondaines si distinsero per lo stile di vita edonista, la loro scaltrezza sociale e la capacità seduttiva. ¶ Il termine deriva dalla commedia “Le Demi-Monde” (1855) di Alexandre Dumas e sottolinea lo stato di quel tipo di cortigiana che viveva solo per metà nel bel mondo.
DEMIVIERGE O demi-vierge. Sin. di vergine fisica. ¶ Fr.: vergine a metà.
DENDROFILIA O fitoerotofilia. Proclività a sentirsi eccitati sessualmente in mezzo agli alberi o usare parti di essi (rami, foglie, etc.) per attività sessuali. Il soggetto può anche venerare gli alberi come simboli fallici. ¶ Dal gr. dendron, albero.
APPROFONDIMENTO: William Shaw, 21 anni, è stato condannato a non entrare mai più al Central Park di Airdrie (Scozia) dopo essere stato arrestato, nel settembre 2009, per essersi calato i pantaloni ed aver tentato di avere un rapporto sessuale, in pieno giorno, con una pianta di detto parco. (Notizia apparsa sul The Daily Telegraph, 21 gennaio 2010)
DEPRAVAZIONE Corruzione e pervertimento che, in ambito sessuale, porta il soggetto (depravato) ad una dimensione insanabile di immoralità e spudoratezza. ¶ Dal lat. depravatio, comp. da de + pravum, deforme, perverso.
DEPRIVAZIONE SENSORIALE Pratica, soprattutto diffusa in ambito BDSM, che, tramite l’utilizzo di dispositivi ed accorgimenti, è mirata alla limitazione in tutto o in parte delle percezioni sensoriali, ad esempio usufruendo di oggetti quali il cappuccio d’isolamento. La deprivazione sensoriale, oltre ad esprimere una dinamica di dominazione/sottomissione, aumenterebbe lo stato di eccitazione mentale del soggetto che subisce deprivazione, il quale non può prevedere le mosse del partner. → Amsterdam box.
DERMOFILIA Feticismo per la pelle, sia in forma di cuoio, sia relativo al contatto epidermico con persone o animali. ¶ Dal gr. derma, -atos, pelle.
DERMOGRAFOFILIA Tendenza a trovare particolarmente piacevole nel lasciare segni sulla pelle del partner, realizzati durante il rapporto sessuale o i preliminari. Generalmente i segni sono graffi o piccoli ematomi (succhiotto). Soprattutto questi ultimi rivelano la finalità della dermografia che è una marchiatura del partner per rivendicarne il possesso fisico. ¶ Dal gr. dermos, pelle + grapho, scrivere.
TESTIMONIANZA: “Mi piace mordere il mio ragazzo e anche graffiarlo. Non che gli faccio uscire il sangue! Anche lui si diverte. È bello vedere poi quei segni sul suo corpo dopo che abbiamo fatto l’amore ma non faccio cose che lasciano segni che durano a lungo, tipo i succhiotti, quelli li facevo da ragazzina. Però è bello, non so spiegare, lo sento più mio...” (t.r.a.)
DESESSUALIZZAZIONE Meccanismo di difesa psicologico tramite il quale un soggetto, inconsciamente, elimina ogni elemento e/o contenuto sessuale dalle proprie rappresentazioni ed esperienze emotive. La desessualizzazione permette di evitare nuove esperienze potenzialmente frustranti, eliminando ed evitando le pulsioni sessuali e sostituendole con la razionalità e la tendenza all’idealizzazione, che proiettano il soggetto in un universo noto, tranquillizzante e privo di pericoli, anche se non genuinamente gratificante.
DESIDERIO SESSUALE IPERATTIVO Vedi ipersessualità.
DESIDERIO SESSUALE IPOATTIVO Vedi iposessualità.
DESPERATION. Vedi omorashi ¶ Ing.: disperazione.
DEVOTISMO Attrazione, più spesso di natura sessuale, nei confronti di persone disabili. Molto spesso si riferisce in maniera specifica a chi è attratto da persone che hanno sofferto amputazioni. Chi si riconosce nel devotismo è detto devoto; tuttavia per alcuni di essi il termine devoto ha una valenza negativa poiché eccessivamente legato al fattore sessuale e quindi preferiscono autodefinirsi admirers. L’attrazione del devoto si può estendere in modo feticistico dal disabile ai suoi ausili. Ci sono diverse tipologie di devoti: wheelchair devotee, attratto da disabili che utilizzano la carrozzina; polio devotee, attratto dai poliomielitici; crutcher devotee, attratto dall’uso delle stampelle; eye devotee, attratto dai non-vedenti, amplover, amante degli amputati. In ogni caso qualsiasi forma di disabilità è passibile di essere “devotizzata”: distrofia, paraplegia, tetraplegia, trauma ortopedico, etc. → cast fetish, acrotomofilia, abasiofilia.
TESTIMONIANZA: “Allora, riporto la mia esperienza con due donne devotee con cui mi sono incontrato. Premessa: ero curioso d’incontrami con persone che avevano fantasie strane su ausili ortopedici o disabilità varie, ma non avevo preclusioni particolari. Gli incontri per me avevano solo una finalità: il sesso. Con la prima è stato tutto molto tranquillo: abbiamo parlato, fatto sesso e poi ognuno a casa sua (siamo rimasti in contatto). Invece la seconda dev [devota] si era più "coinvolta" ed anche spaventata; poco sesso, molte parole, poi per non creare continui imbarazzi, la storia si è chiusa. Questo è quanto. Se in futuro dovessi incontrare altre dev, non mi farei particolari problemi. I dev sono "perversi"? Mah, personalmente li ritengo un po' feticisti, sono loro a spaventarsi delle loro fantasie che ritengono particolari. Non vedo grandi differenze tra chi si eccita vedendo una scarpa o un bustino e chi invece si eccita vedendo una stampella o una carrozzina... questione di gusti!” (Link)
DHAT, sindrome Disturbo psicosessuale diffuso primariamente nel subcontinente indiano ma riscontrato in altre zone del mondo, tale da mettere in dubbio l’iniziale ipotesi che tale sindrome fosse legata alla cultura. In tale patologia psicologica il paziente denuncia di soffrire di eiaculazione precoce o deficit erettivo severo, con l’idea associata che nelle proprie urine possa trovarsi dello sperma; ciò tuttavia non è suffragato da spermaturia o da fenomeni di eiaculazione retrograda. La sindrome di Dath sembra essere la somatizzazione di un più diffuso stato depressivo. ¶ Dall’indiano dhat, angoscia da perdita di seme.
DIAFRAMMA Contraccettivo di barriera, in lattice o silicone, dalla forma di cupola con il bordo arrotolato e, in genere, fornito d’archetto flessibile. Il diaframma viene collocato a mano all’interno della vagina con un bordo che va a corrispondere col fornice posteriore mentre la parte opposta si posiziona sulla parete anteriore della vagina; il tipo di diaframma più piccolo che aderisce alla cervice uterina è definito più propriamente cappuccio cervicale. La sua posizione all’interno della vagina, bloccando l’accesso alla cervice, impedisce agli spermatozoi di risalire le vie sessuali femminili. Tale dispositivo va inserito prima del rapporto sessuale e può essere tolto solo 6-8 ore dopo il coito; una volta tolto e deterso secondo le indicazioni, il diaframma potrà essere riutilizzato anche per alcuni anni. Date le metodiche d’inserimento, utilizzo e conservazione, occorre che il diaframma sia prescritto da un ginecologo che avrà anche l’accortezza di spiegarne il funzionamento. Il diaframma ha un indice di Pearl medio di 10, che diminuisce se usato in associazione con crema spermicida.
DIANA, complesso di Per la psicoanalisi, tendenza viriloide presente in quelle donne che tramutano il proprio desiderio inconscio di avere gli attributi maschili in aggressività con connotazioni falliche sostitutive, ad esempio appassionandosi all’uso di armi bianche. ¶ Dal nome della divinità romana personificazione della donna guerriera.
DIAPERISMO Parafilia relativa all’uso di pannoloni assorbenti per adulti incontinenti. L’uso dei pannoloni è tipico nell’infantilismo ma nel diaperismo l’utilizzo di quel tipo specifico di assorbente igienico può essere svincolato dal gioco sessuale che mima le dinamiche infantili, quindi il diaperista (diaper lover o DL) può non sentire il bisogno di fingere di essere un infante, ma semplicemente ama indossare i pannoloni, in genere perché questo risveglia delle memorie infantili piacevoli ed eccitanti. Alcuni DL indossano i pannoloni mettendo a contatto con la pelle dei genitali una sostanza viscosa o irritante in modo da procurarsi un effetto di stimolazione epidermica che simulerebbe la sensazione provata nella prima infanzia dopo aver defecato o urinato nel pannolone. ¶ Dall’ing. diaper, assorbente igienico per l’incontinenza.
APPROFONDIMENTO: Oguz e Uygur descrivono il caso di un feticista del pannolone di 22 anni. Sua madre era psicologicamente distaccata da lui. L’oggetto feticcio, il pannolone, fu riconosciuto durante l’infanzia a circa 4 anni. Il paziente esibì il suo primo comportamento perverso all’età di 6 anni. A 12, il comportamento perverso divenne sessualmente eccitante. Durante la pubertà l’oggetto feticcio divenne sessualmente attraente. Successivamente il paziente imparò a controllare quel comportamento (Aggrawal, 2009)
DIASTEUNIA Condizione della coppia i cui membri dormono in letti separati. ¶ Dal gr. diistemi, dividere + eyne, letto.
DIDASCALOFILIA Tendenza a innamorarsi e provare attrazione sessuale per maestri, per persone che abbiano un ruolo sociale di riferimento o una posizione lavorativa superiore, ma senza che il sentimento abbia basi veniali. È un fenomeno comune in età giovanile ma può, in alcuni soggetti, diventare un fatto ricorsivo. Come in età infantile, anche in età adulta l’innamoramento per l’insegnate, o una figura simile, rappresenterebbe il riattivarsi dell’attrazione edipica verso il genitore o comunque per un soggetto più anziano, carismatico e di riferimento. ¶ Dal gr. didaskalos, maestro.
TESTIMONIANZA: “Amo la mia professoressa [...], divento gelosa degli altri studenti, voglio essere la sua studentessa favorita, sono una ragazza e non sono lesbica. La amo nonostante questo e avrei sempre voluto che lei fosse mia mamma. Mi fa sempre dei complimenti e questa potrebbe sembrare la cosa più normale ma non la è, perché io sono seguita dagli assistenti sociali e quando questi sono entrati in campo, le cose sono diventate difficili e le ho odiate e non ho potuto studiare molto. Ogni giorno cercavo una ragione per vederla. Scrivo sempre il suo nome (un nomignolo che le ho dato) dappertutto sul mio libro. Le dico sempre tutto. La rispetto sempre come fosse mia mamma. [..] Ma la cosa che fa così male è che non le posso dire niente di questo, temo ciò che può succedere. Penso che sappia un po’ di ciò che provo per lei ma non tutto” (Link)
DIDCAP Immagine, o altro media, che ritrae una scena di ‘damigela in pericolo’, fantasia sessuale caratteristica di certi ambiti BDSM. ¶ Dall’acr. ing. DID (Damsel In Distress, damigella in pericolo) + CAP (video CAPture, cattura video).
DIETA SESSUALE Stile di vita sessuale pianificato in modo che le pratiche attuate aumentino il livello di benessere psicofisico. Ad esempio una regolare vita sessuale potrebbe portare benefici al sistema cardiocircolatorio e immunitario, brucia calorie e, sul piano psicologico, rafforza il legame emotivo con il partner o potrebbe potenziare la capacità di socializzazione.
DILDO Sin. di fallo artificiale, dotato o privo di dispositivo vibrante. ¶ Termine ing. di etimo incerto, forse da diletto; il termine apparve la prima volta in “Choise of Valentines or the Merie Ballad of Nash his dildo” di Thomas Nashe (1593 ca.).
DILETTO Sin. desueto di fallo artificiale.
DIMORFISMO SESSUALE Fra individui di genere sessuale differente nella stessa specie, manifestazioni di differenze anatomiche, endocrine, morfologiche e comportamentali. Nella sessuologia attuale prevale l'opinione che il dimorfismo sia dovuto non solo a motivi biologici, di carattere genetico, ma anche a elementi sociali e psichici. Per questo si è abbandonata la pretesa di determinare l'appartenenza di un individuo ad un sesso esclusivamente in base alle caratteristiche sessuali primarie e secondarie, ma si fa riferimento a molteplici fattori per classificare un individuo come maschio o femmina.
DIONEISMO Sin. di eterosessualità. ¶ Da Afrodite Dione.
DIONINGO Maschio eterosessuale. La donna eterosessuale è detta dioningina. ¶ Da Afrodite Dione. Termine coniato da K. H. Ulrichs (→ uranismo).
DIPENDENZA SESSUALE, disturbo da (DsS) Vedi ipersessualità.
DIPPOLDISMO Forma di pedosadismo in cui il piacere deriva dal picchiare ferocemente i bambini. Il termine fa particolare riferimento all’atteggiamento di estrema e inutile severità di alcuni insegnanti o educatori che maltrattano i loro scolari. L’adulto che ha l’abitudine di percuotere i bambini prova necessariamente piacere psicologico per tale atto sadico (anche se non strettamente di tipo sessuale), in quanto se non percepisse un senso di gratificazione da tale comportamento, il comportamento stesso non riceverebbe rinforzo, sarebbe minato dall’empatia e dal senso di colpa e perderebbe di continuità. È la cronicità del comportamento che ne rivela la sua natura gratificante. ¶ Dal nome di Andreas Dippold, isegnante tedesco sadico che nel 1903 picchiò a morte l’alunno Heinz Koch.
APPROFONDIMENTO: Una rettrice acconsentiva che un banchiere potesse osservare le punizioni corporali inflitte ad alcune studentesse che, messe in fila ed alzata loro la gonna, venivano fustigate per le più diverse infrazioni. La rettrice riceveva una paga settimanale per questo favore. (Hirschfeld, 1966)
DIRTPIE Vedi creampie. ¶ Dall’ing. dirty, sporca + pie, torta.
DIRTY SANCHEZ Loc. gerg. che indica l’atto di macchiare con le feci il labbro superiore del partner in seguito ad un rapporto anale, realizzando ciò con la punta del pene subito dopo averlo estratto dal retto. Si tratta di una pratica più discussa che realizzata, legata a coprofilia se agita consensualmente oppure compiuta come atto di dominazione e umiliazione. ¶ Ing.: Sanchez sporco; il termine pone un parallelismo fra i baffi castani di un uomo messicano e la sbavatura fecale fatta sotto il naso.
DISABIGLIOFOBIA Timore irrazionale e incontenibile di spogliarsi davanti a qualcuno, che, oltre alla sfera sessuale, si può estendere a tutte quelle situazioni sociali in cui è naturale togliersi i vestiti (visita medica, spiaggia, piscina, etc.). Il soggetto cercherà di evitare attentamente tutte le situazioni che richiedono di spogliarsi di fronte a qualcuno, compromettendo sensibilmente la propria vita sociale e, ovviamente, quella affettivo-sessuale. La disabigliofobia nasce generalmente da una scarsa confidenza con la propria nudità, il più delle volte per qualche difetto fisico o, in casi più complessi, dall’idea ossessiva di avere una parte del corpo deforme o sgraziata (dismorfofobia). ¶ Dal fr. déshabiller, svestire.
TESTIMONIANZA: “Non mi piace affatto svestirmi davanti a qualcuno, le volte che l’ho dovuto fare l’ho fatto nel modo più veloce possibile. [...] Ovviamente non mi piace molto andare al mare a mostrare il mio corpo e quando faccio sesso con il mio ragazzo chiedo sempre di abbassare le luci, perché non voglio che noti i miei difetti che puoi immaginare quali sono [il soggetto è sovrappeso]. Mi ficco subito sotto le coperte o mi copro in qualche modo. Lui pensa che mi faccia desiderare o che faccia la ritrosa ma è che mi vergogno. [...] Mi rassicura sempre rispetto al mio aspetto fisico ma non funziona” (t.r.a)
DISCIPLINA Imposizione di regole e comportamenti nelle scene di dominazione, nonché punizioni usate per farli rispettare. Il termine è soprattutto utilizzato in ambito BDSM.
DISFORIA DI GENERE Disagio e malessere psicologico associato al disturbo dell’identità di genere.
DISMENORREA Anche algomenorrea, menorralgia o crampi mestruali. Mestruazione dolorosa nella quale i dolori si manifestano in zona pelvica o lombosacrale, non di rado accompagnati da mal di testa e nausea. La dismenorrea primaria è tipica dei primi anni di flusso mestruale ed è legata ad un insufficiente sviluppo dell’utero. La dismenorrea secondaria inizia a distanza dal menarca ed è dovuta a condizione patologica dell’apparato genitale. ¶ Dal gr. dys, male + men, menos, mese + rheo, scorro.
DISMORFOFILIA Attrazione sessuale selettiva verso persone con evidenti deformità fisiche congenite o acquisite. Come per la maggior parte delle parafilie in cui l’elemento di attrazione è un handicap, anche la dismorfofilia è caratteristica di soggetti che cercano partner deboli, manipolabili, non troppo indipendenti e verso i quali ci si possa sentire utili, apprezzati come persone generose e sensibili. → teratofilia. ¶ Dal gr. dysmorphos, deforme.
DISMORFOFOBIA Timore ossessivo e irrazionale per la propria immagine corporea o per una parte circoscritta del proprio corpo che è ritenuta irrealmente sgraziata o deforme. Se investe una parte specifica, tale fobia di solito nelle donne riguarda il seno, il fondoschiena, le gambe e i capelli; negli uomini: il pene, i capelli, il torace, le braccia, il ventre. Le parti corporee incriminate spesso sono quelle che hanno un ruolo in ambito sessuale o seduttivo, in modo diretto o come specchio di femminilità o virilità. La dismorfofobia, che colpisce soprattutto soggetti giovani con bassa autostima, mina pesantemente le relazioni sociali, può portare a stati patologici mirati al miglioramento o controllo dell’aspetto fisico (anoressia, bigoressia), spinge a richiedere operazioni di chirurgia estetica non necessarie, accresce l’isolamento sociale e le problematiche sessuali (disabigliofobia). → dismorfofilia.
APPROFONDIMENTO: Secondo un articolo comparso negli “Archives of General Psychiatry” le persone affette da dismorfofobia sono circa l'1-2% della popolazione. Tramite la risonanza magnetica funzionale è stato possibile rilevare che nel cervello dei dismorfofobici, posti di fronte al proprio volto, si accendono in modo anomalo diverse aree cerebrali non solo nella corteccia visiva ma anche nel sistema frontostriatale, e l’attivazione di questa zona è tanto più marcate quanto più grave è la sindrome dismorfofobica.
DISPAREUNIA Ricorrente o persistente dolore genitale che si manifesta durante il rapporto sessuale e che può colpire sia i maschi che le femmine. Nella donna la dispareunia non va confusa con la vulvodinia, che si manifesta anche in assenza di contatti sessuali e non è causata esclusivamente da vaginismo o da mancanza di lubrificazione. La sede del dolore può aver luogo nella zona dell’ostio vaginale, medialmente o nel fondo della vagina e sebbene generalmente si presenti durante il coito può manifestarsi anche prima e dopo esso; le cause possono essere di tipo immunitario, ormonale, infiammatorio, neurologico, vascolare e psicogeno. Nell’uomo, la dispareunia può essere causata da malformazioni peniene (fimosi, frenulo breve, induratio penis plastica) così come da patologie a carico dei genitali della partner: imene fibroso, riduzione del lume vaginale, lubrificazione assente, etc. Si può avere: dispareunia primaria, o permanente, se il disturbo ha sempre avuto luogo; dispareunia secondaria, o acquisita, se segue un periodo di rapporti sessuali nei quali non compariva dolore; dispareunia situazionale, se legata a determinate circostanze o a determinati partner; dispareunia occasionale, se si presenta in maniera casuale. La dispareunia è una patologia che, se non trattata, tende a cronicizzare. ¶ Dal gr. dys,cattivo + pareunos, compagno di letto.
TESTIMONIANZA: “In pratica mio marito ed io abbiamo avuto un rapporto sessuale completo una manciata di volte da alcuni anni, a causa del dolore che mi causa. Ci soddisfiamo sessualmente in altri modi ma questa cosa sta diventando un problema. Lui vuole essere come le “coppie normali” e anche a me piacerebbe ma non riesco a gestire il dolore dentro di me e se sento male non ci si diverte affatto. Sto piangendo mentre scrivo questo e non so cosa fare di me stessa! Sono un casino! Mi sento come se non riuscissi a soddisfarlo e quindi lo perderò. Lui è stato comprensivo per anni ma non posso aspettare che lui regga questa cosa con me per sempre...” (Link)
DISPOSITIVO INTRAUTERINO (IUD) Comunemente noto come spirale. Contraccettivo di piccole dimensioni prodotto in materiale plastico di forma variabile (a T, a Y o a 7) predisposto per essere inserito nell’utero. Esistono due tipi di dispositivi intrauterini. Sullo IUD in rame è avvolto a spirale un filo di rame i cui ioni bloccano i movimenti e la sopravvivenza degli spermatozoi nell'utero così da impedire l’incontro con l’ovulo e la fecondazione. Lo IUD ormonale rilascia gradualmente progesterone, ormone che, come nel caso della pillola anticoncezionale, altera la formazione dell’endometrio stabile e quindi compromette la condizione d'annidamento dell’ovulo fecondato; questo contraccettivo ormonale ha una durata attiva media di 2-5 anni. I dispositivi devono essere inserti nell’utero da un ginecologo che valuterà se l’utilizzo di tale contraccettivo sia adatto al caso, in quanto lo IUD può causare aumento del flusso mestruale, infiammazione uterina, infezioni genitali e quindi compromissione della fertilità. Il corretto utilizzo dello IUD garantisce tuttavia un indice di contraccezione di 1-2,5 (indice di Pearl). Dato che i dispositivi uterini non solo impediscono la fecondazione ma ostacolano l’annidamento dell’embrione, essi sono considerati da alcune persone dispositivi abortivi.
DITALINO Termine gerg. con cui si indica la stimolazione della vulva, e specialmente del canale vaginale, tramite l’inserimento di uno o più dita.
ANTROPOLOGIA: Fra i maschi della tribù indiana Crow del Nord America era uso comune aggirarsi di notte fra le tende cercando una partner sessuale. Il giovane uomo, trovata una tenda che ospitasse una donna, infilava una mano nel teepee e provava a stimolarle i genitali. Una volta stimolata, il ragazzo cercava di convincerla a farlo entrare in tenda per fare l’amore.
DITO STIMOLANTE Prodotto dell’oggettistica sessuale realizzato come una guaina di silicone o gomma da indossare su un dito per la stimolazione del clitoride e della vulva. Il dito stimolante può essere corredato di dispositivo vibrante, mentre la parte esterna della guaina è solitamente dotata di piccole protuberanze per aumentare e variare la stimolazione.
DOCCIA Termine relativo ad alcune pratiche nelle quali vi è l’emissione sul corpo del partner di sostanze allo stato liquido, in genere di origine corporea. Con doccia marrone si indica una scarica di feci emessa sul partner (in ing. brown shower, da cui l’acr. BS) → coprofilia. La doccia romana è un getto di vomito che viene emesso sul corpo del partner, ovvero pratica sessuale in cui viene rigurgitato sul partner acqua, vino o altri alimenti/bevande precedentemente ingeriti (→ emetofilia). Quest’ultimo termine prende spunto dall’usanza romana di vomitare dopo pasti abbondanti e quindi riprendere a mangiare. Vedi anche golden shower, milk shower, sperm shower, spit shower.
DOCKING 1) Forma di masturbazione nella quale due uomini pongono il proprio pene l’uno di fronte all’altro, un soggetto tira indietro il prepuzio mentre il secondo spinge il proprio sul glande scoperto del primo, così da agganciare i due organi sessuali. In tale posizione la pelle del pene viene mossa in avanti e indietro scorrendo su entrambi gli organi genitali. Gli uomini circoncisi possono utilizzare un prodotto dell’oggettistica sessuale in silicone, detto docking sleeve (manicotto per il docking) che può essere usato come un prepuzio artificiale. 2) Feticismo specifico per le calze, indossate o osservate sul corpo di altre persone. ¶ Ing.: calza, manicotto.
TESTIMONIANZA: “Ben era il mio amico d’infanzia ed era circonciso e voleva avere indietro il suo prepuzio [...] Quindi un giorno Ben mi chiese se potesse mettere il mio prepuzio sul suo pene e io dissi che avrei voluto provare. Avevo un prepuzio lungo e si poteva stirare perciò ci siamo tirati fuori i nostri piselli, punta contro punta, e io spinsi il mio prepuzio in dietro e abbiamo fatto docking, come lo chiamano, e quindi ho spinto il prepuzio avanti sul suo pene e Ben si deve essere sentito bene ad avere un prepuzio sul suo pene” (dal sito experienceproject.com ora chiuso)
DOGGING Pratica sessuale, nata con questo nome nel Regno Unito, consistente nello spiare individui che fanno sesso in automobile con il consenso implicito di questi ultimi. non di rado, dopo alcuni minuti di osservazione, il voyeur si avvicina alla coppia e fa sesso con essa, realizzando una peculiare forma di scambismo; la scena di dogging può essere organizzata anche previo appuntamento fra le parti. Esistono zone del territorio urbano ed extraurbano dove i soggetti voyeuristi e quelli esibizionisti sanno di potersi recare per realizzare questa particolare pratica. Si tratta di dogging anche quando alcune coppie praticano sesso orale in automobile mentre percorrono l’autostrada sapendo che gli autisti degli automezzi pesanti possono osservarli, data la loro posizione di guida elevata. ¶ Dall’ing. dog, cane; dall’osservazione del comportamento di alcuni proprietari di cani che, con la scusa di portare fuori il loro animale per i bisogni quotidiani, spiano le coppie appartate che fanno sesso.
APPROFONDIMENTO: I dieci comandamenti del dogging. 1) Indossa il preservativo per evitare malattie e gravidanze indesiderate. 2) Non fare sesso davanti a minorenni né a persone disinteressate ad osservare ciò che stai facendo, non fare chiasso e non attirare l’attenzione. 3) Non metterti fra la scena e chi guarda, cioè non oscurare la visione degli altri amici doggers e rispetta chi è arrivato per primo. 4) Guarda con gli occhi, non con le mani, finché non vieni invitato. Non toccare le persone senza un loro esplicito permesso. 5) Onora la santità del diritto di una donna di rifiutare. 6) Onora l’anonimato di chi è sul posto. Quindi non esporre, ricattare o compromettere in altro modo la privacy degli amici doggers. 7) Non danneggiare le zone pubbliche e non entrare in proprietà private. 8) Desidera la moglie del dogger e scambia e rendi felice la tua compagna e tutti i partecipanti. 9) Prima di andartene pulisci tutto, porta con te i preservativi usati, i fazzoletti e il resto della spazzatura e mettila nel cestino. 10) Guida con prudenza e rispetta le leggi, sia mentre sei al volante sia quando parcheggi, ricordandoti di mettere il freno a mano quando sosti.
DOLLER Soggetto che ha un’attrazione sessuale verso le bambole, soprattutto se dotate di qualche meccanismo che possa rendere i loro movimenti automatizzati. Il doller può trovare eccitante anche l’idea di essere una bambola, o di essere trasformato in una bambola o che il proprio partner finga di esserlo; a questo proposito possono essere organizzati giochi di ruolo in cui il soggetto, vestito come una bambola, e pressoché immobile, si lascia gestire dal partner. Il doller può vestirsi o riprodurre giochi sessuali che ricordano l’infanzia ma in genere non è un soggetto pedofilo. → psicocheirofilia.
APPROFONDIMENTO: Si cita il caso di una donna che in giovane età era stata molestata sessualmente da diverse persone le quali la trattavano come una bambola. Evidentemente la donna ha represso questi ricordi proiettando la sua identità in bambole giocattolo. Quando la signora si sposò, il marito non accettava che quella giocasse continuamente con le bambole e le buttò via tutte. La donna entrò in depressione, divenne frigida e cleptomane: rubava bambole per rimpiazzare quelle che erano state distrutte. (Stekel, 1963)
DOM Abbr. di dominante. Soggetto che, in ambito BDSM, ha il controllo di un’attività sessuale o di una relazione con un partner sottomesso (sub). L’etichetta vuole che sia scritto sempre con la prima lettera maiuscola. → Domme.
DOMINA In ambito BDSM, Dom di sesso femminile.
DOMINATRIX Dom di sesso femminile. In genere il termine si riferisce ad una Pro-domme (Domina professionista).
DOMINAZIONE Insieme di comportamenti e rituali sessuali, tipicamente di ambito BDSM, mirati al controllo e alla sottomissione del partner sul piano psicologico e/o fisico in un episodio erotico o in una relazione. La dominazione, che si deve configurare sempre come una dinamica consensuale, si può esprimere tramite: schiavitù sessuale, castità forzata, umiliazione psicologica, oggettificazione. Questi ed altri comportamenti mirati alla dominazione, se non attuati in piena consensualità da chi vi partecipa, si configurano come abuso sessuale e/o psicologico.
TESTIMONIANZA: “Sono una donna di 50 anni. Da che posso ricordare, ho sempre avuto fantasie sessuali di dominare un uomo. Dal momento che sono di San Juan (Porto Rico) questo non ha aiutato molto a concretizzare queste fantasie, benché io sia diventata dipendente da esse fina da quando, ad otto anni, mi masturbavo immaginando la scena nella quale Robin Hood si inginocchiava davanti a re Riccardo dopo averlo riconosciuto... [l’uomo che sogno] è sicuro di sé, con un sacco di rispetto per se stesso e per gli altri, sensibilità, e tutto ciò che vuole è vivere per me e realizzare i miei desideri, essere il mio schiavo totale” (Florens, 2008)
DOMINAZIONE DAL BASSO Loc. specifica della subcultura BDSM che descrive il comportamento di un soggetto che adotta simultaneamente il ruolo passivo e quello dominate e/o tende a comandare il Dom partendo dalla posizione di sub. → SAM.
TESTIMONIANAZA: “Hai una sensazione di dominazione psicologica sull’altra persona. Stai facendo una cosa che piace a te però non la fai, la fai fare a lei. Però sei tu che la imponi.” (t.r.a)
DOMINAZIONE FINANZIARIA O findom. Pratica sadomasochistica, rara e approvata da pochissimi attivisti, nella quale un Dom (più spesso una Domme) pretende l’invio di notevoli somme di denaro con l’intento mirato di rovinare economicamente il sub, il quale in cambio ottiene unicamente insulti e umiliazione pubblica.
DOMME Variante femminile di Dom.
DOM-SUB Abbr. di dominazione e sottomissione (submission). Relativo a pratiche e relazioni BDSM.
DON GIOVANNI, complesso di O dongiovannismo. Quadro psicosessuale del soggetto maschile che sente il bisogno compulsivo di sedurre buona parte delle donne che incontra. Il ‘dongiovanni’ è un uomo insicuro, con bassa autostima, che recupera un senso d’identità e sicurezza tramite le conferme del suo potere seduttivo sulle donne. Il rapporto con questa categoria maschile è in genere fallimentare poiché il dongiovanni è fondamentalmente egoista e manipolativo e, per la sua necessità continua di seduzione, è improbabile che rimanga fedele ad una sola partner. ¶ Dal nome di Don Giovanni, personaggio letterario descritto come grande seduttore e amatore.
DONNA OGGETTO Loc. riferita alla condizione della donna che vive in un gruppo sociale d’impronta fortemente patriarcale e maschilista, per cui è destinata a rispondere alle esigenze quotidiane maschili e a soddisfare i desideri sessuali degli uomini.
DONNAIOLO Corteggiatore di donne, in cerca di facili amori e di avventure sessuali.
DONOVANOSI Sin. di granuloma venereo.
DOPPIA PENETRAZIONE (DP) Categoria di alcuni prodotti pornografici incentrati su una scena sessuale in cui una donna viene penetrata in vagina e nel retto contemporaneamente. Le variazioni doppia penetrazione vaginale (DV) e doppia penetrazione anale (DA) indicano rispettivamente una sequenza in cui una donna viene penetrata contemporaneamente in vagina da due peni o da due oggetti, e una sequenza in cui una persona viene penetrata analmente nel medesimo momento da due peni o da due oggetti.
TESTIMONIANZA: “Io ho molte fantasie rispetto alla doppia penetrazione. Ho sempre voluto provarla ma sono un po’ spaventata o semplicemente ho bisogno di una piccola spinta per fare una cosa come questa. Mi piace davvero guardare dei porno in cui una ragazza si mette a “giocare” con due o più uccelli e la cosa mi eccita davvero. A mio marito piace la doppia penetrazione, parliamo sempre della cosa e di come vorremmo farla! Mi eccito così tanto pensando a sta cosa... Penso che mi piacerà!” (Link)
DOPPIO STANDARD O morale doppia. Insieme di principi contenenti norme differenti per un gruppo sociale rispetto ad un altro. In ambito sessuale il doppio standard si manifesta come un insieme di diritti-doveri che avrebbero gli uomini rispetto alle donne e viceversa, a dispetto del principio fondamentale per cui tutti sono uguali e liberi. Secondo tale iniquo modello di norme, ad esempio, all’uomo sarebbe consentito un numero di esperienze sessuali illimitate, cosa che peraltro risulterebbe in un aumento di prestigio, mentre la donna dovrebbe contenere le proprie pulsioni e le proprie esperienze onde evitare di essere tacciata di promiscuità e poca serietà. Una forma peculiare di doppio standard riguarda l’attribuzione di differenti connotazioni in base al ruolo attivo o passivo assunto da un uomo in caso di sesso anale: l’uomo che viene penetrato è generalmente considerato il più debole della coppia, il più effeminato e in qualche modo il più pervertito, mentre l’individuo che penetra un altro uomo mantiene quasi intatta la propria virilità e il giudizio sociale riguardo a questi è più positivo e tollerante. → sessismo.
TESTIMONIANZA: “Se lei ci stesse al primo appuntamento non mi piacerebbe, vuol dire che è una troia. Se mi piacerebbe andarci a letto la prima sera? Ovvio, tutti vorrebbero una cosa del genere, però se lei ci sta, a me fa una brutta impressione. [Il soggetto, sollecitato a riflettere sul fatto che la potenziale partner possa avere il suo medesimo desiderio sessuale e che possa esplicitarlo in quanto particolarmente attratta da lui, così risponde] Sì, va be’, comunque allora vuol dire che fa così con tutti. No, al primo appuntamento non ci deve stare, anche se io ci provo. [...] Non so, dopo un mese che ci frequentiamo, allora va bene” (t.r.a.)
TESTIMONIANZA: “Ci sono state delle volte che avrei voluto fare l’amore con un ragazzo la prima volta che siamo usciti. Che c’è di male? Sono adulta e so quello che faccio. In più provavo qualcosa per quelle persone, non che fossero tante. Era stata una bella serata ed ero stata bene, perché non farlo? Invece no. Mi sono dovuta mandare giù il rospo perché altrimenti passi come una facile. L’assurdo è che fanno di tutto per farti cedere e poi, se cedi, hai perso. Invece una volta ho incontrato un ragazzo che mi ha messo psicologicamente a mio agio e non mi ha fatto sentire per nulla giudicata per quello che sarebbe stato il mio comportamento. Poi la storia è finita per altri motivi, ma quel ragazzo la seconda sera (non proprio la prima) si è beccato tutto, cioè tutto quello che gli altri coglioni si sono persi per la loro voglia di etichettarmi come puttana” (t.r.a.)
DORAFILIA Feticismo per le pelli animali o il cuoio. ¶ Dal gr. dora, pelle.
DOTTORE, gioco del Gioco di ruolo dalle connotazioni sessuali più o meno evidenti, messo in atto tipicamente dai bambini come evoluzione o in concomitanza al gioco del papà e della la mamma. In questa attività, che si caratterizza per essere una delle prime forme di sessualità condivisa, un bambino/a veste il ruolo del medico (o infermiere/a) mentre un altro bambino veste i panni del paziente. La valenza sessuale del gioco ha le sue radici nel fatto che il bambino ha ormai avuto esperienza di visite mediche e ha notato che il medico è una figura che ha il “potere” di far spogliare le persone e ha il “diritto” di toccarne il corpo, mentre il paziente ha il “dovere” di star fermo e in qualche modo subire gli atti del medico. Proprio per tali dinamiche, il gioco del dottore risulta un esperimento sessuale adatto agli occhi del bambino perché implica la scoperta, l’ispezione, la curiosità legata al corpo umano di un soggetto (il bambino-paziente) che riceve passivamente delle attenzioni senza instaurare un rapporto sessuale-relazionale dialettico che entrambi i bambini partecipi non sarebbero capaci di gestire. D’altra parte il bambino nel ruolo del paziente può ricevere le attenzioni del “piccolo medico” senza agire attivamente e quindi, demandando l’attività, sentirsi meno attivo e forse meno colpevole, ma condividendone curiosità e malizia (una malizia infantile qualitativamente e quantitativamente diversa da quella adulta). Non è infrequente che tali giochi di ruolo possano avvenire fra giovani fratelli e sorelle con uno scarto d’età non eccessivo; a tali episodi non vanno attribuite connotazioni incestuose ma è più logico riportarli a una dimensione di scoperta e sperimentazione sessuale. Il gioco del dottore va distinto da giochi di ruolo simili che avvengono in età adulta (clinical; iatrofilia), i quali hanno ben altra valenza e finalità anche se in effetti possono riattualizzare esperienze vissute in infanzia.
DOWN-LOW (DL) 1) Stile di vita di alcuni individui maschi che si considerano eterosessuali e hanno rapporti sessuali con donne, o si legano ad esse in matrimonio, ma che in privato, e senza che ne sia data notizia ad alcuno, hanno anche rapporti sessuali con uomini. 2) Episodio d’infedeltà, tradimento fra membri di coppie eterosessuali. ¶ Ing.: in sottofondo.
DOWNBLOUSE Categoria di alcuni prodotti erotici di tipo voyeuristico incentrati sulla cattura d’immagini o filmati realizzati nel momento in cui una donna mostra involontariamente il seno, poiché si abbassa senza curarsi del fatto che la scollatura della camicia è troppo ampia o perché il costume da bagno si sposta lasciando visibile un capezzolo (nippleslip). I filmati downblouse più apprezzati ovviamente si ottengono quando la donna non indossa il reggiseno. Molti fra tali prodotti sono dei falsi con protagoniste delle donne che fingono di non sapere che la propria nudità viene catturata in foto o video. → upskirt, beaver shot. ¶ Ing.: sotto la camicia.
DPW Acr. di Devotees, Pretender e Wannabe. Sigla che indica le figure principali del feticismo della disabilità. → devotismo, pretender, wannabe.
DRAG QUEEN Uomo che si veste con abiti femminili e si comporta come una donna a fini d’intrattenimento. La peculiarità della drag queen, anche detta semplicemente drag, è che la donna impersonata è di tipo caricaturale, con vestiti molto ricercati ed appariscenti, accompagnati da un make-up, una gestualità, un eloquio e un comportamento simpaticamente sopra le righe, seduttivo e semi-comico, adatto appunto allo spettacolo e all’intrattenimento. Benché sovente le due cose corrispondano, una drag queen non è necessariamente un omosessuale o un transgender e il suo travestimento non è sovrapponibile a ciò che si osserva nei fenomeni legati a travestofilia. Le donne in drag che vestono panni maschili sono definite drag king, mentre le donne che si vestono in modo da emulare le drag queen sono dette faux queen (false regine); secondo lo stesso principio, gli uomini che cercano di emulare le drag king, sono definiti faux kings (falsi re). ¶ Termine gergale originato negli anni ‘40 del XX secolo all’interno di alcune comunità gay inglesi. Drag fa riferimento ad un costume tipico di un sesso indossato da una persona del sesso opposto, anche se altri fanno derivare il termine dalla locuzione ing. ‘DRessed As Girl’, vestito come una ragazza. L’ing. queen, regina, fa riferimento all’atteggiamento affettatamente regale con cui si presentano molte drag queen; per altri il termine queen si rifà all’ing. arcaico quean, usato per etichettare sia maschi omosessuali sia donne libertine.
TESTIMONIANZA: “L’espressione [artistica] della drag queen spinge in là diversi limiti, in modo particolare tramite le presentazioni dell’ultra femminilità e dell’identità trans/non trans. Se l’identità è espressa come caricatura in modi che svalutano le donne, allora “Houston abbiamo un problema”. Più spesso è il caso in cui le espressioni delle drag queens rivelano il loro lato performativo relativamente ai nostri ruoli di genere. Questo atto trans-gressivo non può che scontrarsi con le nostre assunzioni circa l’immutabilità di certi ruoli. [...] Questa reificazione del corpo, del Sé e del genere sessuale, tende a intrappolare più che a liberare, ma l’espressione della drag queen, al suo meglio, ci aiuta a pensare alla fluidità dell’identità. Proprio in quest’attività si trova il potenziale per una forte opposizione contro la tirannia dei ruoli assegnati e iscritti socialmente. D’altronde spesso la disgregazione di questi nostri assunti non è cosa facile da accettare” (Link)
DRAGETTE Travestito che inizia a mostrarsi pubblicamente vestito da donna prima dei 20 anni, in genere durante le marce di protesta o le feste carnevalesche. → drag queen, travestitismo.
DRESS CODE Codice d’abbigliamento specifico, richiesto in particolari incontri a sfondo sessuale. I dress codes più comuni in ambito BDSM impongono un abbigliamento in pelle nera o lattice.
DROGA DELLO STUPRO Ogni tipo di sostanza psicoattiva utilizzata per facilitare un abuso sessuale, poiché pone la vittima in uno stato d’insufficiente reattività fisica e mentale. Il termine, nato in ambito giornalistico, non trova nessun riscontro in ambito scientifico anche perché diverse sostanze chimiche possono essere utilizzate per rendere inabile una persona. Generalmente la droga dello stupro, un farmaco sedativo o ipnotico che procura effetti dissociativi e amnesici, viene somministrata all’insaputa della vittima aggiungendola ad un drink alcolico; il più delle volte però la sostanza usata per approfittare della persona è l’alcol stesso, fatto assumere in grandi quantità. Le sostanze farmacologiche più comuni usati per drogare le persone a scopo sessuale sono l’acido gammaidrossibutirrico (GHB), la ketamina e le benzodiazepine. Il GHB, chiamato in gergo Scoop o Easy Lay, nasce come farmaco contro la narcolessia, l’alcolismo e come anestetico generale: i suoi effetti durano dalle tre alle sei ore, impediscono alla vittima di reagire e, di solito, di ricordare l’accaduto. Il potente effetto calmante può tuttavia indurre una crisi respiratoria, coma e morte. La ketamina, chiamata in gergo Special-K, Ket o Vitamina-K, è una sostanza anestetica soprattutto diffusa in ambito veterinario, l’effetto sull’essere umano è di anestesia associata a stato dissociativo, motivo per cui la ketamina è utilizzata come droga ricreativa. L’uso di tale droga, pericoloso ad alti dosaggi per i suoi effetti di soppressione sul sistema nervoso centrale, esita a lungo termine in stati psicopatologici e psichiatrici. Le benzodiazepine, usate principalmente come ansiolitici, possono rendere incapace la persona di reagire alla violenza e dare come effetto secondario un’amnesia anterograda, sicché non si ha memoria di ciò che è accaduto. Il flunitrazepam (Rohypnol®) è la benzodiazepina più utilizzata come droga dello stupro e il suo effetto è pericolosamente potenziato se somministrata in associazione con alcolici.
APPROFONDIMENTO: In un’inchiesta sul sesso condotta su un campione di 4000 donne (il 68% del campione era nella fascia d’età 18-35, il 50% circa viveva in una grande città USA) è stato chiesto quale fosse la percentuale di rapporti sessuali compiuti sotto effetto di una droga o di alcol, senza però intendere che la sostanza psicoattiva fosse stata assunta a propria insaputa e quindi come droga per compiere un abuso sessuale. Il 18,9% del campione ha risposto che l’1% dei propri rapporti sessuali erano avvenuti sotto l’effetto di qualche sostanza, il 36% ha affermato che i rapporti avvenuti in quelle condizioni erano l’1-10%, il 18,2% indica una percentuale di rapporti del 11-25%, il 13,7% delle donne indica una percentuale del 26-50%, l’8,3% del campione indica la percentuale 51-75%, il 4% indica la percentuale 79-99% e lo 0,8% del campione femminile afferma che la totalità dei rapporti sessuali avuti è avvenuta sotto effetto di droghe o alcol. (Da maxim.com - link non più attivo)
DRY SEX 1) Pratica mirata alla riduzione della lubrificazione vaginale durante il rapporto sessuale al fine di accrescere l’attrito del pene in vagina e quindi le sensazioni maschili durante l’atto e al contempo annullare uno dei segni di piacere sessuale femminile. La limitazione o l’assenza di lubrificazione sono ottenute tramite metodi sia chimici sia fisici. Il dry sex è utilizzato nell’Africa sub-sahariana, dove la sessualità e il ruolo femminile nella società non godono di un trattamento e di una considerazione paritaria rispetto al sesso maschile. Il dry sex è sovente utilizzato dalle etnie aduse a pratiche di mutilazione genitale femminile. La mancata lubrificazione vaginale aumenta il numero delle microlesioni che avvengono durante la frizione del pene in vagina e perciò accresce la probabilità di diffusione e contagio di malattie sessualmente trasmissibili. 2) Termine ombrello che comprende tutte le attività sessuali non penetrative. ¶ Ing.: sesso asciutto.
DS Acr. di Dominazione e Sottomissione; anche con la sigla D/S, DeS, D/s. Sovente usato come sinonimo di BD o SM, è tuttavia maggiormente relativo ad un rapporto o gioco sessuale in cui un partner è il dominante (Dom o Top) e l'altro è il sottomesso sessuale (Sub o Bottom), comunque all’interno di una dinamica consensuale. → SSC, negoziazione.
DUE DI PICCHE Loc. pop. indicante un netto rifiuto ad un’avance sessuale o sentimentale; anche usato semplicemente con il sostantivo picche. ¶ Dall’associazione fra una risposta negativa e il punteggio della carta da gioco che ha il più basso valore fra quelle contenute nel mazzo.
DUNGEON Luogo in cui si svolgono attività sessuali sadomasochistiche, arredato e attrezzato più o meno riccamente con oggetti che servono allo scopo. ¶ Ing.: prigione sotterranea.
DYKE Termine nato con connotazioni derogatorie per indicare una donna omosessuale d’aspetto e modi molto mascolini. La parola tuttavia può essere utilizzata come semplice sin. di lesbica. La subcultura lesbica, soprattutto quella d’origine anglosassone, fa uso di un lessico slang in cui il termine dyke va ad unirsi ad altre parole per indicare specifici soggetti: bi-dyke (o byke), bulldyke, femme dyke, lipstick dyke, stealth dyke, trans dyke. ¶ Etimo incerto, probabilmente abbr. del termine bulldyker, composto dall’ing. bull, toro, a sottolineare l’elemento virile, e dyke, fosso, usato gergalmente all’inizio del XX sec. come sin. di vagina.