ONDINISMO Sin. di urofilia. ¶ Dal nome della mitologica Ondina, ninfa delle acque.
ONIROFILIA Vedi somnofilia. ¶ Dal gr. oneiros, sogno.
ONIROGMO Orgasmo notturno avvenuto durante il sonno a seguito di sogno erotico. → sogno bagnato. ¶ Dal gr. oneirosso, avere perdite in sogno.
OPLOFILIA Attrazione feticistica per le armi che possono essere usate in giochi erotici, impugnate durante il sesso o essere utilizzate come oggettistica sessuale. È ben nota la simbologia fallica delle armi bianche (spade, lance, coltelli, etc) ma anche il valore di aggressione fallica delle armi da fuoco. Nei knives play (gioco con coltelli), spade, lame o daghe vengono usate come strumento principale di piacere, spesso ponendo la lama fredda sulla superficie cutanea (→ temperature play). ¶ Dal gr. oplon, utensile da fucina, arma.
TESTIMONIANZA: “Per me, molta dell’eccitazione deriva dall’agonizzante senso di anticipazione che si avverte quando aumento lentamente la pressione sul grilletto, premendo e premendo, non sapendo mai esattamente quando la cosa esploderà nelle mie mani. Amo essere quasi fuori controllo e nello stesso tempo assolutamente in pieno controllo. Ad essere onesta, io sono abbastanza spaventata dalle pistole (come ogni sano possessore di pistole dovrebbe essere!). La mia paura, e l’atto di padroneggiare quella paura, è ciò che mi fa piacere la cosa. Posso anche avvertire una piccola scossa elettrica solo vedendo un uomo attraente che maneggia pistole con una certa confidenza o sentendo la pesantezza compatta e perfettamente bilanciata di una Beretta 9 mm nel palmo della mia mano. Il mio cuore batte più veloce quando sento una zaffata di olio per pulire le pistole di marca Hoppes n°9. E, sì, a volte mi sento un po’ eccitata quando faccio tutto questo” (Gates, 2000)
ORALE Pertinente o localizzato sulle labbra, intorno ad esse o nella bocca. La mucosa orale e le labbra sono zone molto sensibili e il piacere sessuale procurato da e a tali aree è accresciuto dal senso del gusto legato alle papille gustative. Benché la bocca sia un organo del tutto disgiunto dal meccanismo riproduttivo, la stimolazione orale è, in buona parte delle società note, una parte centrante del rapporto sessuale, sia conoscitivo, sia preliminare che nelle fasi successive: ciò prova il fatto che la sessualità umana si è evoluta come fenomeno in cui il fine è il piacere stesso e sarebbe dunque questo piacere ad incentivare l’atto procreativo. La stragrande maggioranza delle persone riconoscono in sé una qualche forma di erotismo orale (l’insieme di pulsioni, manifestazioni e atti erotici diretti alla zona orale) che può prendere la forma di un particolare piacere per i baci o per il sesso orale, loc. con cui comunemente si indicano i rapporti oro-genitali: fellatio e cunnilinguo. → bacio.
APPROFONDIMENTO: Studi recenti (Kreimer et al. 2004; D’Souza, 2007) suggeriscono una correlazione fra le pratiche di sesso orale e il cancro alla gola; si suppone che ciò sia dovuto all’azione dell’Human Papilloma Virus (papilloma genitale), implicato nella maggior parte dei casi di cancro alle cervice uterina. Coloro che abbiano avuto da uno a cinque partner sessuali nel corso della vita e con questi abbiano compiuto sesso orogenitale, hanno approssimativamente un rischio doppio di sviluppare un cancro alla gola rispetto a coloro che non hanno mai praticato sesso orale. Coloro che hanno avuto più di cinque partner, sempre secondo gli studi, correrebbero un rischio del 250 % più elevato.
ORALE, fase Stadio dello sviluppo psicosessuale che precede la fase anale, in cui le pulsioni del bambino di 0-2 anni investono la zona orale; in tale periodo la vita del bambino è centrata sulla suzione e sull’alimentazione. La bocca, la via principale con cui il bambino esplora il mondo, è al centro della stimolazione sensoriale e viatico per le sensazioni piacevoli e spiacevoli. La fissazione alla fase orale si manifesterebbe con comportamenti non solo di tipo sessuale, che coinvolgono la bocca: fumare, masticare, mangiare in abbondanza, bere alcolici. Le fantasie sessuali sono incentrate sull’oralità anche di tipo cannibalico. Il carattere orale, tipico del soggetto con questa fissazione, è contraddistinto da passività, immaturità, ottimismo irrealistico e tendenza alla manipolazione degli altri.
ANTROPOLOGIA: Quando i primi esploratori entrarono in contatto con gli autoctoni tahitiani, scoprirono con sorpresa le singolari “usanze orali” di quel popolo. Le donne tahitiane si rifiutavano di praticare la fellazio in quanto la consideravano una cosa da “cattive ragazze” mentre il cunnilinguo era largamente praticato. Oltre a ciò, i tahitiani ritenevano che il bacio sulla bocca fosse una cosa da pervertiti.
ORBILIANISMO Sin. di dippoldismo, pedosadismo. ¶ Dal nome del grammatico latino Lucio Orbilio Pupillo (113 a.C.), detto Orbilius “Plagosus” (che provoca piaghe), il quale aveva la sadica abitudine di fustigare i propri alunni.
ORCHEOTAGE Francesismo con cui si indica un massaggio sessuale allo scroto praticato con le mani e/o la bocca. ¶ Dal gr. orkhis -eos, testicolo.
TESTIMONIANZA: “Al mio fidanzato non piace affatto che si giochi con le sue palle. Il massimo che ho fatto è tenerle in mano mentre gli facevo un pompino. Io non avrei riserve di nessun tipo a dar loro MOLTA più attenzione ma ogni volta che inizio a baciare, leccare e giocare con esse, lui mi dice che non gli piace, ma lo fa con un ghigno furbetto sulla faccia che mi porta a credere che a lui piaccia, però non vuole che continui. Trovo che questo sia malignamente frustrante perché ho avuto un ragazzo che amava assolutamente la cosa e mi sembra che alla maggior parte degli uomini piaccia, e penso che lui si stia perdendo un sacco di piacere” (Link)
ORCHITRIPSI Massaggio sessuale allo scroto. ¶ Dal gr. orkhis, testicolo + tripsis, sfregamento.
ORESTE, complesso di Stato psicologico caratterizzato dall’ostilità di un figlio nei confronti della propria madre e dall’inconscio desiderio di eliminarla, come si può osservare a volte nel caso in cui il padre sia deceduto e la madre, con un giovane figlio, si unisca ad un nuovo compagno. → complesso di Edipo. ¶ Concetto sviluppato dallo psichiatra Fredric Wertham (1895-1981) ispirandosi al mito di Oreste che uccise la propria madre Clitemnestra e il di lei amante Egisto.
ORGANI GENITALI Vedi apparato genitale.
STORIA: La scienza medica della Grecia classica voleva che il naso e i polmoni di una donna facessero parte del suo apparto riproduttivo. L’apparato respiratorio e quello sessuale femminile funzionavano in sinergia nella generazione della prole. Non era raro che, per testare la fertilità di una donna, le se inserissero delle sostanze fortemente odorose nella vagina, ad esempio dell’aglio. Se dopo 12 ore l’alito della donna portava traccia della sostanza immessa nel suo corpo, significava che non vi era nessun problema d’infertilità.
ORGASMALGIA Anche odinorgasmia. Orgasmo doloroso, che indica uno stato patologico a carico dei genitali esterni o interni. ¶ Dal gr. algos e odyne, dolore.
ORGASMARE Raggiungere l’orgasmo, soprattutto in riferimento a quell femminile. Il termine si diffuse in seno al movimento femminista per sottolineare l’autonomia della donna nell’ottenere un orgasmo in opposizione all’idea che l’orgasmo femminile potesse dipendere unicamente dalla stimolazione procurata da un partner maschile.
ORGASMICA, fase Nel ciclo di risposta sessuale, la fase più breve seguente alla fase di plateau, caratterizzata da improvvisa e diffusa tensione muscolare (soprattutto concentrata in area pelvica e perineale) e, nella donna, anche relativa ai muscoli vaginali e uterini. Nella fase orgasmica il piacere sessuale raggiunge l’apice (acmegenesi); nell’uomo questo corrisponde all’eiaculazione e quindi al passaggio nella successiva fase di risoluzione, mentre la donna, dopo l’orgasmo, può ancora mantenersi in fase di plateau e riportarsi alla fase d’orgasmo fintanto che non raggiunge un soggettivo stato di sazietà e stanchezza.
ORGASMO Intensa sensazione di piacere psicofisico di cui l’uomo e la donna fanno esperienza all’apice dell’eccitamento sessuale. Controllato dal sistema nervoso autonomo, l’orgasmo è caratterizzato da azioni neuromuscolari che culminano per l’uomo nell’eiaculazione e per la donna in contrazioni muscolari perivaginali. A tali reazioni principali si associano altri fenomeni motori e secretori riflessi, spasmi muscolari in diverse aree corporee, generica sensazione euforica e vocalizzazioni. Mentre nell’uomo è chiaro che le contrazioni orgasmiche siano finalizzate all’espulsione dello sperma e quindi alla fertilizzazione (anche se nell’orgasmo secco vi è sensazione orgasmica ma senza emissione di liquido seminale), nella donna non è definitivamente compresa l’utilità di tale risposta fisiologica: si suppone che le contrazioni muscolari possano facilitare il percorso degli spermatozoi attraverso le vie genitali femminili superiori. È tuttavia evidente che un piacere fisico intenso spinga a provare nuovamente il fenomeno che lo ha procurato e quindi di conseguenza incentiva l’atto riproduttivo. Infatti, data la presenza del clitoride come organo unicamente deputato al piacere sessuale, la capacità di godere di orgasmi multipli e l’assenza di uno specifico periodo di estro, è ragionevole supporre che nella donna l’orgasmo abbia la principale funzione di incentivare al rapporto sessuale in modo da aumentare le possibilità di fertilizzazione. Mentre l’acme del piacere nell’uomo è per lo più concentrato nella zona genitale, le donne riportano uno spettro più ampio di sensazioni legate all’orgasmo, per cui esso può essere centrato nella zona clitoridea o diffuso e distante dalla zona genitale. Il piacere nell’orgasmo maschile è direttamente legato al numero di contrazioni muscolari che permettono l’evento eiaculatorio e quindi più a lungo lo sperma viene emesso, più l’orgasmo sarà protratto e, generalmente, più sarà intenso. Alla quantità di sperma emesso concorre sia il tempo impiegato per la stimolazione sessuale, sia la quantità di liquido seminale (plasma seminale + sperma) immagazzinato nelle vescicole seminali, nell’ampolla del condotto deferente e nel deferente stesso. Sperma e plasma seminale tuttavia non vengono prodotti ad oltranza: a distanza di quattro giorni da un’eiaculazione, se non è avvenuta una nuova emissione di liquido seminale, la produzione spermatica s’interrompe, quindi un’astinenza di 30 giorni non esita in un’eiaculazione o in un orgasmo più intenso rispetto ad un’astinenza di 5 giorni (inoltre la latenza dello sperma nei vasi genitali maschili compromette la salute degli spermatozoi e il loro potere fecondativo). In via piuttosto empirica si può dire che un uomo può ottenere il suo orgasmo più intenso ricevendo una stimolazione sessuale piuttosto prolungata ogni 4 giorni; questo suggerimento però non tiene conto degli eventuali fattori di eccitazione psicologica che sfuggono alle cadenze precise e alle logiche della durata del rapporto. Nel maschio all’orgasmo segue un periodo refrattario che invece nella donna è d’intensità inferiore e non subentra in maniera così repentina come quello maschile, ciò quindi permette alla donna propriamente stimolata di permanere in fase di plateau e quindi di ottenere un nuovo orgasmo; si parla in questo caso di orgasmo multiplo (→ orgasmo sostenuto). L’incertezza rispetto alla natura dell’orgasmo femminile ha in passato istigato una controversia che pare perdurare tutt’oggi. Sigmund Freud per primo ipotizzò che la donna potesse raggiungere l’orgasmo tramite la stimolazione di due specifiche aree genitali: un orgasmo clitorideo, generato principalmente tramite stimolazione del clitoride, e un orgasmo vaginale, generato per stimolazione delle pareti vaginali e conseguente a dilatazione e tensione della mucosa nonché frizione e/o pressione esercitate sulle pareti della vagina. Il padre della psicanalisi aggiunse che l’orgasmo clitorideo fosse tipico dell’immaturità sessuale, in quanto legato alla masturbazione, all’invidia del pene e al mancato spostamento libidico sulla vagina come organo sessuale preposto ad essere penetrato. L’idea di questo scisma orgasmico è stato tuttavia superato nel momento in cui l’osservazione anatomica ha messo in luce la struttura del clitoride. Data la sua biforcazione interna che decorre ai lati dell’ostio vaginale, è certo che qualsiasi atto penetrativo stimoli il corpo del clitoride e quindi è corretto affermare che per la donna, a livello genitale, ogni orgasmo è clitorideo o comunque per la maggior parte generato per stimolazione del clitoride. Tuttavia non possono essere escluse la componente psicologica legata all’eccitazione e le più ampie variazioni soggettive, tali per cui una donna può ritenere più piacevole una stimolazione della parete vaginale (e quindi la penetrazione) rispetto ad una stimolazione clitoridea diretta. Le medesime considerazioni potrebbero valere anche per l’orgasmo uterino, caratterizzato da forti contrazioni uterine e diaframmatiche, dovuto a stimolazione del fornice, cioè della parte più profonda del canale vaginale in prossimità della cervice (punto A, cul-de-sac). La qualità dell’orgasmo derivato dalla stimolazione della zona prossima alla cervice, ritenuto dissimile dall’orgasmo per sola stimolazione clitoridea, risulterebbe di tipo più breve e privo delle caratteristiche contrazioni del muscolo pubococcigeo, ma tuttavia più profondo, più “saziante” e soprattutto legato a reazioni fortemente emotive, queste ultime dovute ad un notevole aumento nei livelli di ossitocina che sospendono temporaneamente la respirazione. È tuttavia improbabile che una stimolazione così profonda non interessi contemporaneamente anche una stimolazione clitoridea (e complessiva) e quindi, così com’è per la falsa dicotomia dell’orgasmo clitorideo-vaginale, può risultare fuorviante e stressante, ai fini di un gratificante e sereno rapporto sessuale, ricercare specifiche zone erogene e specifici orgasmi correlati che, in effetti, potrebbero semplicemente essere variazioni di un’unica manifestazione orgasmica. L’elemento psicologico e le variazioni soggettive, possono spiegare gli orgasmi generati in distretti anatomici diversi da quelli genitali, così come avviene nell’orgasmo anale, dovuto a stimolazione dell’ano, della zona perineale e della mucosa rettale, o nell’orgasmo mammario, seguente a stimolazione delle mammelle, dell’areola e del capezzolo. Discorso a sé merita il fenomeno dell’orgasmo notturno, che ha luogo per sola stimolazione psichica: esso è tipico del periodo puberale, di un elevato stato di eccitazione sessuale e di una limitata possibilità di scaricarla nella vita quotidianità; la masturbazione infatti diminuisce l’eventualità dell’orgasmo notturno (→ polluzione notturna). ¶ Dal gr. orgasmos, confusione, orgasmo, da orgao, essere in preda al desiderio, a sua volta da orge, ira, passione.
TESTIMONIANZA: “Ricordo il più forte orgasmo che io abbia mai avuto! Mi ricordo che era circa il Giorno del Ringraziamento, perché le luci della nostra camera da letto erano spente ma le luci di Natale davano alla stanza quell’atmosfera natalizia multicolore. Mi ricordo proprio che stavo sopra mio marito e lui mi fissava negli occhi. Adoro quando fa questo, i suoi occhi cambiano sempre di colore e questo mi eccita tantissimo. In quel periodo facevamo l’amore molto spesso, forse due volte al giorno. In ogni modo, ricordo proprio che ho iniziato ad avere un orgasmo nella mia parte privata [vagina], quindi è arrivato un orgasmo anale, il mio stomaco ha iniziato a contrarsi e tutta la sensazione è salita fino in gola, e fino alla punta delle dita dei piedi e delle mani. Non potevo credere a quello che mi stava succedendo... Non avrei mai immaginato che un orgasmo potesse raggiungere tutto il mio esofago! Non ne avevo mai avuto uno così prima e non è più successo. Spero che succeda di nuovo un giorno” (Link)
TESTIMONIANZA: “Il migliore orgasmo che abbia mai avuto? Diversi sono stati davvero forti, soprattutto quelli quando le cose si tirano per le lunghe. Più dura e più è forte, no?! Comunque quello più sconvolgente è stato il primo, ma non era il primo rapporto ma la prima volta che sono venuto. Avevo 14 anni e mi stavo facendo una sega con un giornale porno, roba rara adesso. Comunque io non ero mai venuto ancora e mi stavo un po’ rompendo della cosa, poi avevo 14 anni e mi stavo facendo dei problemi perché qualche amico mi diceva che a quell’età doveva già succedere. Comunque mi ricordo che pensavo ‘Mi faccio quest’ultima sega e poi basta...boh, aspetto di venire di notte’. Be’, insomma, insisto mentre guardo quell’immagine e di colpo...bum! Ho avuto uno scossone elettrico per tutta la lunghezza della spina dorsale, una sensazione che ho provato solo per alcune settimane dopo la prima volta, poi mai più. Da quel giorno mi sarò masturbato praticamente una volta al giorno per i successivi 5 anni; a quanto ne so, il trend di tutti i miei amici del tempo” (t.r.a.)
ORGASMO, disturbo del Sin. di anorgasmia. Persistente o ricorrente ritardo o assenza dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione. Nel caso della donna, tale disturbo è spesso confuso con la frigidità; il disturbo dell’orgasmo femminile si differenzia da essa per il fatto che il ritardo o l’assenza dell’orgasmo segue ad una normale fase d’eccitazione, quando invece quest’ultima, nel disturbo di eccitazione sessuale femminile, manca o non riesce ad essere mantenuta. Poiché la capacità di raggiungere l’orgasmo nella donna aumenta con la pratica sessuale, tale disturbo è più diffuso fra i soggetti giovani e inesperti; se una donna impara ad esprimere il proprio potenziale orgasmico è raro che perda questa capacità a meno che subentrino fattori traumatici (es. violenza sessuale) o che il soggetto stia vivendo un rapporto affettivo di bassa qualità. È quindi generalmente da escludere che si sia in presenza di un disturbo dell’orgasmo femminile nel caso la donna in questione sia molto giovane, non abbia esperienza sessuale o venga inadeguatamente stimolata. L’anorgasmia è sovente associata al disturbo dell’eccitazione sessuale femminile e le cause che lo inducono non sono troppo differenti dal secondo, d’altra parte il disturbo dell’orgasmo femminile non è in genere associato ad altre psicopatologie; il più delle volte l’anorgasmia è legata al timore di perdere il controllo e di lasciarsi andare. Nell’uomo, tale disturbo di norma si manifesta con l’incapacità a raggiungere l’orgasmo durante il rapporto sessuale benché risulti possibile eiaculare in seguito a stimolazione manuale o orale praticata dal partner e in alcuni casi solo dopo una protratta stimolazione non coitale. Tale disturbo non va confuso con il deficit erettivo anche se talvolta i due fenomeni sono coincidenti. Come per il disturbo dell’orgasmo femminile, nel giudicare il problema va tenuto conto dell’età e dell’esperienza sessuale del soggetto coinvolto e così come dell’imperizia del partner. Nell’uomo l’anorgasmia spesso è correlata ad una rigida educazione religiosa, conflitti psicologici con la figura materna, rabbia repressa verso la partner, refrattarietà ai rapporti che implichino responsabilità, ansia da prestazione. Con anorgasmia primaria, si indica il disturbo proprio di chi non ha mai provato un orgasmo. L’anorgasmia secondaria è propria di coloro che non raggiungono più l’orgasmo anche se in passato ne hanno fatto esperienza. L’anorgasmia situazionale è caratteristica del soggetto che riesce ad ottenere l’orgasmo solo in determinate situazioni o tramite determinati atti, esempio solo con la masturbazione (in quest’ultimo caso si parla anche di anorgasmia con orientamento autosessuale, poiché la persona preferisce l’atto masturbatorio al rapporto sessuale). Nell’anorgasmia masturbatoria (o aneiaculazione senza orgasmo) il soggetto non sarebbe in grado di raggiungere l’orgasmo né tramite la masturbazione né durante il coito. L’anorgasmia coitale è tipica del rapporto sessuale penetrativo. L’anorgasmia casuale è relativa alle circostanze nelle quali avviene il rapporto sessuale, ad esempio è possibile avvertire un blocco dell’eccitazione se si avverte che nelle vicinanze ci sono delle persone che potrebbero sorprendere la coppia. All’anorgasmia maschile è spesso associata eiaculazione astenica, cioè fuoriuscita dello sperma a gocce invece che a getto, escludendo il caso in cui alcune ore prima non siano avvenute altre eiaculazioni.
TESTIMONIANZA: “Ho 22 anni e soffro di anorgasmia primaria. Non posso permettermi di andare da un medico perché ho debiti fino al collo per le spese universitarie e non è una cosa per la quale posso chiedere aiuto ai miei genitori. Ho letto libri, articoli, forum, etc. e ho provato differenti tipi di oggettistica sessuale e lubrificanti. Non ho una storia di abusi o traumi sessuali. Proprio non capisco. È come se salissi sulla montagna verso la cima come si deve fare ma, al posto di un’intensa scarica, tutto semplicemente rimane a livello di eccitazione e poi si smorza. Ho bisogno di aiuto!” (Link)
APPROFONDIMENTO: Molto spesso l’anorgasmia è dovuta semplicemente da abitudini sessuali non ottimali che, se corrette, possono ripristinare la naturale risposta fisiologica. Ecco alcuni consigli. 1) Dedicate tempo ai preliminari. Alcuni uomini, e soprattutto alcune donne, necessitano che si dedichi loro un adeguato tempo di stimolazione preliminare al coito. Preliminari eccessivamente corti o del tutto assenti non aiutano a raggiungere un sufficiente livello di eccitazione e ciò, nella donna, impedisce un’adeguata lubrificazione. Una lubrificazione vaginale ridotta è un impedimento per il piacere di entrambe le persone impegnate nel rapporto e può altresì causare dolore ed escoriazioni. 2) Concentrate la vostra attenzione su ciò che state facendo. Il cervello è il primo organo da stimolare se si vuole godere del sesso e si desidera raggiungere l’orgasmo; se la mente è altrove è davvero difficile poter raggiungere l’acme del piacere. Quindi se vi sono problemi o preoccupazioni che vi attanagliano, meglio evitare di aggiungere un casuale episodio di anorgasmia, il quale non farebbe che aggiungere stress a stress. 3) Benché ognuno abbia le proprie personali zone erogene, è difficile per una donna raggiungere un orgasmo senza un qualche tipo di stimolazione clitoridea, così com’è difficile per un uomo raggiungere l’orgasmo senza che venga stimolato il pene. La stimolazione sessuale mirata agli organi che fisiologicamente sono più adatti a riceverla è sicuramente la via più logica e naturale per raggiungere l’orgasmo. 4) Sperimentare e variare è bello, ma cambiare posizione sessuale troppo spesso durante il coito non aiuta a raggiungere l’orgasmo. Non solo, conta anche mantenere un ritmo di stimolazione. Cambiare il modo di stimolazione o il ritmo della stessa poco prima che sopraggiunga l’orgasmo è notoriamente un mezzo per far svanire un orgasmo incipiente. Una volta che il partner sta per raggiungere il punto più alto del piacere sessuale, il consiglio è quello di continuare a fare esattamente ciò che state facendo, senza inserire variazioni (per quanto valide) e senza modificare il ritmo della stimolazione.
ORGASMO A COMANDO Pratica sessuale complessa che associa uno o più stimoli specifici alla risposta orgasmica in modo che mettendo in atto tali stimoli il partner condizionato raggiunga l’orgasmo. Si tratta di una pratica generalmente utilizzata in ambito BDSM.
APPROFONDIMENTO: Pomeroy (1953) riferisce di una donna capace di avere dai quindici ai venti orgasmi in 20 minuti. Cauthery e Cole (1973) riferiscono di una donna che riusciva ad ottenere 100 orgasmi all’ora, anche se i due autori non offrono riferimenti al caso.
ORGASMO CONTROLLATO Pratica fondamentale nella relazione sessuale fra Dom e sub, relativa al controllo assoluto del piacere del secondo da parte del primo. Il Dom, controllando il piacere del sub, potrà facilitare, trattenere o negare l’orgasmo di quello, tramite specifiche attività, ordinando periodi di astinenza o forzandolo ad ottenere orgasmi nei momenti più diversi. → karezza; castità forzata; teasing and denial.
TESTIMONIANZA: “È come stare eccitati a lungo e non raggiungere l’orgasmo… Loro lo chiamano avere un orgasmo SM. In altre parole, loro fanno montare quell’energia finché non sta per esplodere e la cavalcano e la contengono; facendo questo la gente rimane eccitata per ore o giorni o ancora più a lungo. È un modo del tutto differente di guardare la cosa. È più tantrico, più relativo al fatto di giocare con l’energia” (Gates, 2000)
ORGASMO ESTESO MASSICCIO Vedi edging.
ORGASMO FORZATO In ambito BDSM, orgasmo che il Dom induce al sub contro la volontà di quest’ultimo nel quadro di un gioco di resistenza, spesso combinando pratiche bondage e stimolazione sessuale intensa.
ORGASMOLEPSIA Temporanea perdita del tono muscolare, senza perdita di coscienza, che può presentarsi contemporaneamente al fenomeno orgasmico. ¶ Dal gr. lepsis, malattia.
ORGASMO MISTICO Anche detto orgasmo espanso. Esperienza orgasmica in cui piacere psicofisico raggiungerebbe livelli tali da alterare lo stato di coscienza, per cui il soggetto avrebbe una percezione di fusione assoluta non solo con il partner ma anche con l’ambiente circostante, perdendo quindi la percezione dei limiti corporei. L’orgasmo mistico viene descritto come un’esperienza quasi spirituale non paragonabile al comune orgasmo.
ORGASMO PSICHICO Anche psicolagnia. Forma di autoerotismo in cui l’apice del piacere è raggiunto tramite fantasie e pensieri sessuali, senza che intervenga nessun tipo di stimolazione fisica.
TESTIMONIANZA: “Durante un periodo di astinenza, mi sono venuti alcuni pensieri sessuali e potevo sentire le parti basse che rispondevano. Ho continuato e ho finto mentalmente di sentire un rapporto sessuale (voglio dire la mia percezione delle sensazioni sul pene). Ha funzionato! L’energia è salita nel pene e la tensione muscolare nel mio corpo è diventata più forte finché ho contratto il muscolo pubococcigeo e questo ha innescato l’orgasmo. C’è voluto parecchio tempo ma ne è valsa la pena, quasi meglio del rapporto sessuale e assolutamente meglio della masturbazione con la mano! Quindi, pensavo, forse è stato un caso. Ho deciso di provarci un’altra volta ed è successa la stessa cosa. Ci vuole tempo e tanta concentrazione, ogni volta che la mente si distrae, il livello si abbassa. Per tenere il ritmo, l’attenzione deve essere fissata sul simulare mentalmente le sensazioni della stimolazione e allo stesso tempo si deve visualizzare qualcosa di eccitante” (Link)
ORGASMO SOSTENUTO Anche orgasmo esteso o status orgasmus. Forma di orgasmo multiplo femminile particolarmente lungo ed intenso. Associato a marcata iperventilazione e tachicardia, lo status orgasmus, che può durare dai 20 ai 60 secondi, è caratterizzato da passaggi molto rapidi da un picco orgasmico all’altro, con intervalli fra essi brevissimi od inesistenti. In esso si conterebbero diverse contrazioni uterine (fino a 25). Può quindi assumere la dinamica di un orgasmo multiplo a fasi accelerate o di un unico orgasmo lungo ed intenso. ¶ Descritto la prima volta da Master e Johnson nel 1970.
APPROFONDIMENTO: Secondo le ricerche effettuate dall’antropologa Helen Fisher, il tipico orgasmo femminile dura circa 6-10 secondi ma in alcuni casi sono stati rilevati orgasmi di durata superiore ai 20 secondi.
ORGIA Incontro sessuale fra quattro o più persone; sin. di sesso di gruppo. ¶ Dal gr. orge, agitazione interiore.
ORGONE O energia orgonica. Ipotetica forma di energia che lo psicoanalista Wilhelm Reich riteneva potesse permeare l’intero universo e potersi accumulare in campi circostanti o interni alla materia vivente. L’orgone sarebbe alla base dell’energia sessuale e, sempre per Reich, può essere utilizzato per aumentare la potenza sessuale, così come curare le malattie, dalla più comune alla più grave.
APPROFONDIMENTO: Wilhelm Reich (1897-1957) fu lo psicanalista austro-americano che tentò di combinare la teoria sociale marxista con la psicoanalisi e cercò di modificare le leggi relative al comportamento sessuale tramite l’attività dell’Associazione Tedesca per le Politiche Sessuali Proletarie. La sua opera diede successivamente un’importante accento al potere orgasmico come misura del benessere psicologico e come fonte di energia psicofisica che Reich stesso chiamerà energia orgonica. Produsse e cercò di vendere uno strumento, l’orgone box, che avrebbe dovuto avere la finalità di catturare questa energia; tale invenzione fu ritenuta una truffa dalla Food and Drug Administration statunitense e lo psicanalista venne incarcerato ed obbligato a seguire una terapia psichiatrica. Reich morì in prigione pochi giorni prima del suo rilascio sulla parola.
ORIENTAMENTO SESSUALE Tendenza dell’individuo, dipendente solo in parte dall’identità e dal ruolo di genere, a rispondere sessualmente in maniera costante (benché potenzialmente variabile) a determinate persone o cose. La dimensione principale dell’orientamento è il genere sessuale della persona dalla quale si è attratta: nel caso il partner ricercato sia del proprio stesso sesso l’orientamento si definirà omosessuale (omosessualità), nel caso il partner sia del sesso opposto l’orientamento sarà eterosessuale (eterosessualità), se invece un individuo mantiene una costante attrazione per persone di entrambi i sessi si parla di orientamento bisessuale (bisessualità). Benché attualmente la transessuofilia rientri nel novero delle parafilie e non degli orientamenti sessuali, è possibile ritenere che il soggetto attratto dai transessuali il più delle volte sia sessualmente orientato verso essi né per una propria omosessualità repressa né per il loro stato transeunte fra mascolinità e femminilità, ma proprio per la loro natura chimerica che sintetizza in un unico corpo elementi propri dell’uomo e della donna. Alle più comuni forme di orientamento sessuale, si aggiunga l’orientamento parafilico, per cui un soggetto è attratto da esseri viventi non umani, da oggetti, da persone non vive o inadatte al rapporto sessuale sia fisicamente che cognitivamente (bambini), oppure da attività sessuali dannose per almeno una delle persone coinvolte. L’assenza di orientamento sessuale è definita asessualità.
ORIENTATA AL SERVIZIO In ambito BDSM, loc. indicante una dinamica relazionale in cui il sub contribuisce attivamente alle necessità del Dom, provvedendo a ciò di cui la coppia ha bisogno per avanzare nel rapporto e negli scopi prefissati. → collarizzazione.
ORMEFILIA Parafilia di chi ama essere scioccato, sorpreso e aggredito, e trova quindi tali comportamenti eccitanti. È una parafilia tipica dei soggetti definiti “sensations seeker” (cercatori di sensazioni), i quali spesso contrastano ansie depressive con l’iperattività e attività che scatenano emozioni forti. ¶ Dal gr. orme, assalto.
ORMONE SESSUALE Messaggero chimico, prodotto dal testicolo, dall’ovaio o dalla corteccia surrenale, responsabile della crescita e del funzionamento degli organi riproduttivi e dello sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari. → androgeno; estrogeno; progestinico; testosterone.
APPROFONDIMENTO: Lo psicologo americano Gordon Gallup et al. (2002), dopo uno studio effettuato su 293 donne, riportò il fatto che le partecipanti i cui partner sessuali non utilizzavano il preservativo erano meno soggette a stati depressivi rispetto alle donne con uomini che usavano il profilattico. È stato supposto che le prostaglandine, ormoni presenti nel liquido seminale, possano essere assorbite nelle vie sessuali femminili e quindi riescano a modulare i livelli ematici degli ormoni femminili e questi l’umore. Alla diffusione dei risultati del suo studio, Gallup dichiarò: “Voglio che sia chiaro che non stiamo sostenendo che la gente si debba astenere dall’usare i preservativi, chiaramente una gravidanza indesiderata o una malattia trasmessa sessualmente compenserebbero più che negativamente qualsiasi effetto psicologico vantaggioso derivato dallo sperma”
OROANALE Detto di ogni attività sessuale che comporti il contatto della bocca e/o della lingua di una persona e dell’ano e/o della zona perianale di un’altra. Vedi anche anilingus.
APPROFONDIMENTO: In un sondaggio internet al quale hanno risposto in 16.546 soggetti, sia maschi che femmine, si chiedeva se piacesse la stimolazione orale dell’ano (anolinguo). Il 32% ha risposto negativamente, il 9% ha risposto affermativamente se in ruolo attivo (cioè stimola), il 16% ha risposto affermativamente se in ruolo passivo (cioè è stimolato), il 39% ha dichiarato di apprezzare l’anolinguo sia in forma passiva che attiva, il 4% ha preferito non rispondere. (Link)
OROGENITALE Detto di ogni attività sessuale che comporti il contatto della bocca e/o della lingua di una persona e dei genitali esterni di un’altra, come avviene nella fellazio e nel cunnilinguo.
ORSO O, in ing. bear. Un uomo dalla corporatura robusta, dall'aspetto mascolino, peloso, spesso con barba o baffi. Si tratta di una denominazione tipicamente adottata dalla subcultura gay definita ursina, composta da orsi e da maschi attratti dagli orsi. Nella comunità ursina i soggetti si differenziano fra: big bear, orsone, maschio di grossa stazza e notevole statura; chaser, cacciatore, uomo attratto dagli orsi; cub, cucciolo o orsacchiotto, giovane orso; daddy bear (vedi Daddy); gazzella (vedi); grizzly, o orso argentato, uomo corpulento, brizzolato e di mezza età; koala bear, uomo orso dalla peluria bionda; leather bear, orso di pelle, cioè con un feticismo per gli indumenti in pelle nera, lontra (vedi); muscle bear, orso palestrato e peloso; orso lesbico, uomo attratto esclusivamente da altri orsi; polar bear, orso polare, uomo con i capelli bianchi, quindi in genere anche di una certa età; lupo (vedi). → woof.
APPROFONDIMENTO: Il bear code, anche indicato dall’acr. NBCS (Natural Bears Classification System, Sistema di Classificazione degli Orsi Naturali), è un sistema di simboli, abbreviazioni e sigle utilizzate come linguaggio di comunicazione nella messaggistica privata degli orsi. Il codice fu inventato nel 1989 da Bob Donahue e Jeff Stoner ed è simile nella sintassi al Geek Code (→ zoo code) benché il significato dei simboli sia del tutto differente.
OSFRESIOFILIA Anche osmolagnia o olfattofilia. Termine generico applicabile a tutte le parafilie caratterizzate dal fatto che il piacere dipenda in maniera fondamentale dal canale sensoriale olfattivo. Lo stato d’eccitazione viene attivato o sostenuto dalla percezioni degli odori che in genere sono quelli corporei, specialmente quelli genitali; gli odori in effetti sono stimoli sessuali molto forti che hanno il potere di far affiorare particolari ricordi, sovente connessi a eventi connotati sessualmente. ¶ Dal gr. osphresis, olfatto.
TESTIMONIANZA: “Non posso concepire il sesso con una donna bianca. È insipida e senza odore” (detto da un medico francese che sposò una haitiana; Rogers, 1961)
OSTIO VAGINALE Orifizio esterno della vagina, localizzato al di sotto del meato urinario a livello del vestibolo.
OUTDOOR Categoria di video e foto pornografiche realizzate al di fuori di teatri di posa o di case private, quindi in luoghi pubblici più o meno riparati alla vista altrui. Il termine è usato anche per indicare il sesso fatto in luoghi aperti. ¶ Ing.: all’aperto.
TESTIMONIANZA: “Più che il fare in sé, mi piacerebbe molto i posti. M’intrigano molto i posti, quindi più la situazione contingente. Mi piacerebbe farlo all’aperto, non in mezzo alla strada sapendo che passa qualcuno, però in posti dove fondamentalmente qualcuno può passare ma non è detto che passi. La cosa bella di questo è che la passione possa essere talmente forte che il fatto che il luogo in cui lo fai è inadatto non riesce a frenarti” (t.r.a.)
OUTING Termine pop. indicante l’affermazione pubblica del proprio orientamento sessuale, in genere di tipo diverso dall’eterosessualità. ¶ Ing.: uscita.
OVAIO Organo genitale interno femminile, pari, situato al lato dell’utero e connesso ad esso tramite il mesovario. Le ovaie hanno una funzione riproduttiva ed endocrina, infatti producono gli ovuli, secernono estrogeni e progesterone. L’ovaio contiene, già alla nascita, tutti gli ovuli che saranno espulsi durante il corso della vita. Con il passare del tempo l’ovaio diventa sempre più fibrotico e, in menopausa, vengono a cessare la maggior parte delle sue attività.
OVULAZIONE Espulsione dell’ovulo maturo dall’ovaio. Essa avviene una volta al mese, generalmente in maniera alternata da un ovaio all’altro, circa il 14° giorno del ciclo mestruale, cioè dai 16 ai 12 giorni prima dell'inizio del flusso mestruale. Una volta espulso, l’ovulo viene captato dalle fimbrie della tuba di Falloppio e quindi portato nel lume della tuba stessa. Nel caso sia avvenuto un rapporto sessuale non protetto, di norma l’ovulo incontra nel lume della tuba gli spermatozoi eiaculati in vagina che hanno risalito le vie genitali femminili e, una volta fecondato, si sposta nell’utero dove avviene l’annidamento sull’endometrio, mucosa che riveste la parete interna uterina. Da ciò segue la gravidanza.
OVULO O cellula uovo. Gamete femminile fecondabile dallo spermatozoo. L'ovulo, con un diametro di 150 micron, è la cellula più voluminosa prodotta dal corpo umano. Essa, una volta completato il suo stato di maturazione, viene rilasciata dall’ovaio ed eventualmente fecondata dal gamete maschile nelle tube di Falloppio. La dimensione dell’ovulo è giustificata dal suo contenuto di nutrienti, utili a far sopravvivere la cellula stessa nel periodo di tempo che va dalla fecondazione all’annidamento, il che generalmente corrisponde alla migrazione dalla tuba all’utero. Se l’ovulo non è fecondato, esso viene eliminato con il flusso mestruale e, data la sua natura microscopica, esso non partecipa affatto alla qualità fisica del sangue mestruale espulso.
APPROFONDIMENTO: Viene detta superfecondazione la fecondazione di due ovuli distinti a breve distanza di tempo l’uno dall’altro ma in rapporti sessuali differenti. Ne deriva che, com’è accaduto ed è stato dimostrato, possano nascere contemporaneamente due figli generati da padri diversi. Nel caso della superfetazione avviene la fecondazione di un ovulo dopo che nell’utero si è già annidato un altro embrione. Ciò accade perché potrebbe essere avvenuta un’ovulazione mentre la prima gravidanza era già in atto e il secondo embrione si è annidato nell’utero prima che il precedente abbia reso impossibile l’attecchimento di un secondo. La superfetazione è un evento altamente improbabile nella specie umana.
OZOFILIA Forma di osfresiofilia nella quale gli odori che provocano eccitazione sono quelli d’origine corporea in genere ritenuti sgradevoli, come ad esempio quello del sudore o dei genitali non lavati. ¶ Dal gr. ozo, emanare cattivo odore.
APPROFONDIMENTO: Ricercatori svizzeri dell’università di Ginevra (Myriam Troccaz et al., 2009) hanno chiesto a 24 uomini e 25 donne di compiere un’attività fisica moderatamente intensa per poter poi raccogliere il loro sudore e questo per un periodo di tre anni: la finalità della ricerca era di analizzare due dei maggiori componenti chimici del sudore umano: un acido grasso volatile ((R)/(S)-3-idrossi-3-metilesanoico o (R)/(S)-HMHA) e un tiolo volatile specificatamente umano ((R)/(S)-3-metil-3-sulfanilesano-1-lo o (R)/(S)-MSH). Quanto queste due sostanze chimiche erano implicate nell’odore di sudore maschile e femminile? I risultati indicano che le donne emettono molto più tiolo, il quale, messo a contatto con determinate colture batteriche simili a quelle presenti sul corpo umano (Staphylococcus epidermidis, Corynebacterium jeikeium, Staphylococcus haemolyticus), produce un odore simile a quello delle cipolle. Gli uomini invece emettono in quantità maggiore l’acido grasso che assumerebbe un odore rancido simile a quello del formaggio. Lo studio ha confermato che la composizione chimica del sudore è importante per determinare l’odore dello stesso e quest’ultimo può essere modulato dalla presenza batterica e dal genere sessuale della persona. I campioni di sudore ritenuti più sgradevoli all’olfatto sono stati ritenuti quelli femminili, cioè quelli con una maggior quantità di (R)/(S)-MSH.
PACCO Gergalmente, la protuberanza formata dai genitali esterni maschili quando contenuti in indumenti aderenti. In ing. il termine è reso con la loc. moose knuckle (nocca d’alce). → camel toe.
PACKING Pratica, diffusa in alcune subculture omosessuali femminili (soprattutto leather), di indossare falli finti sotto l’intimo. ¶ Dall’ing. (to) pack, impacchettare.
PADRONA Sin. di Mistress, sovente usato al di fuori dell’ambito BDSM anche in senso scherzoso.
PAGGISMO O pagismo. 1) Forma di legame amoroso non sessuale con tratti masochistici in cui l’uomo bramerà servire la donna in ogni suo desiderio, e non senza servilismo, come si dice facessero i paggi con le dame. 2) Attrazione della donna verso maschi molto più giovani di lei. → cougar. ¶ Dall’antico fr. page, forse dal gr. paidon, bambino.
PAIN GAME Gioco sessuale caratterizzato da attività che procurano dolore fisico. ¶ Dall’ing. pain, dolore + game, gioco.
PAINFUL BONDAGE Forma di bondage la cui finalità non è tanto la restrizione dei movimenti quanto il dolore procurato da alcune posizioni con le quali sono fermati gli arti. È un tipo di bondage pericoloso che può procurare danni al sistema muscolare e scheletrico. ¶ Ing.: bondage doloroso.
PAIZOFILIA Proclività a trovare particolarmente od unicamente piacevoli i preliminari e le attività sessuali disimpegnate, il che spesso implica la tendenza ad evitare il coito. La paizofilia è una parafilia sollecitativo-seduttiva, tipica di soggetti istrionici che esauriscono il loro desiderio nella dimensione seduttiva senza intenzione di imbarcarsi in seri rapporti affettivi o in rapporti sessuali rispetto ai quali si percepiscono inconsciamente inadeguati. ¶ Dal gr. paizo, giocare, divertirsi.
PALETTA Strumento per attività sadomasochistiche, dall’aspetto di una corta pagaia con manico ed estremità piatta e allungata. È generalmente usato per assestare colpi sulle natiche. L’utilizzo della paletta richiede molta attenzione: un colpo eccessivamente forte può causare lesioni ed ematomi.
TESTIMONIANZA: “Dopo alcuni discorsi crudi e irrispettosi di mio marito a casa dei miei questo weekend, sto pianificando di acquistare una paletta per la sua correzione. L’ho messo sulle mie ginocchia diverse volte in questi ultimi anni e gli ho dato delle belle sculacciate vecchio stile. Gli tiro giù i pantaloni e copro di vesciche il suo fondoschiena usando la mano o anche una spazzola per capelli. Nonostante questo, ha la brutta abitudine di sparlare quando ne beve uno di troppo oppure pensa che i nostri amici e la nostra famiglia necessitino di beneficiare della sua opinione. È tempo che lo porti al livello successivo. Lui ha bisogno di avere il suo sedere rosso come il fuoco dopo questo incidente...” (dal sito experienceproject.com ora chiuso)
PALLA Sin. gerg. di testicolo; più spesso al plurale, palle o balle.
PALLE BLU Vedi congestione pelvica.
PALLINE ANALI Anche palline thailandesi o anal beads (ing. perle anali). Sfere di plastica, o altro materiale, poste in posizione equidistante su una piccola corda resistente, o su un’asta semirigida, come perle che compongono una collana. Le palline anali sono inserite nel retto e rimosse da esso tirando la corda o l’asta in modo che lo sfintere anale si dilati e si restringa più volte procurando quindi piacere. Variando la velocità d’estrazione si ottiene un’ampia gamma di sensazioni. Esistono diversi tipi di palline anali di diametro più o meno ampio poste sulla corda in numero variabile, in genere da tre a otto con dimensione scalare.
TESTIMONIANZA: “Ho avuto la mia prima esperienza con il sesso anale circa tre settimane fa. Ero molto nervosa per la cosa ma mio marito è stato molto delicato e si è preso parecchio tempo per fare in modo che fossi pronta. Per alcune settimane prima abbiamo sperimentato insieme. La maggior parte delle volte facevamo a turno inserendo le nostre dita nel corpo dell’altro e gradualmente abbiamo progredito finché lui ha inserito delle palline anali dentro me. La prima volta che ho usato le palline anali ho avuto un orgasmo fenomenale” (Link)
PALLINE VAGINALI Anche palline cinesi, palline della geisha, rin-no-tama, sfere burmesi o pommes d’amour. Prodotto dell’oggettistica sessuale costruito in varie fogge ma essenzialmente composto da sfere costruite in diversi materiali e dimensioni adatte per essere inserite nella vagina. Generalmente si tratta di due sfere cave del diametro di circa 3 cm unite da una cordicella, all’interno delle sfere si trova un’altra sfera più piccola di metallo. L’utilizzo prevede l’inserimento in vagina delle palline e quindi l’estrazione: il piacere fisico deriva dall’oscillazione della sferetta di metallo contenuta nelle palline e dalla dilatazione dell’ostio vaginale nel momento dell’inserimento e dell’estrazione.
TESTIMONIANZA: “Ho usato ste palline cinesi una o due volte con due donne diverse. Non mi hanno entusiasmato, neanche loro si sono più di tanto entusiasmate. Infili ste due palline... sì, ok, sono un po’ larghe quindi dilatano la vagina, ma comunque le inserisci tenendole per il filo che le unisce. E poi? Tiri un po’ avanti, un po’ indietro... Sì, la cosa magari bella è che stai lì a trafficare con la figa della tua ragazza ma, insomma... Penso che queste palline funzionino bene con delle donne che non le hanno mai usate, la cosa potrebbe piacere per la novità; a chi non ha mai usato nessun oggetto può sembrare di fare una cosa originale, che può essere il valore aggiunto. In caso contrario è noioso, meglio altri oggetti” (t.r.a.)
PANEUNIA Promiscuità sessuale. ¶ Dal gr. pan, tutti + eune, letto.
PANICO OMOSESSUALE ACUTO Anche disturbo di Kempf. Stato psicotico temporaneo osservato in alcune persone che reagiscono con deliri ed allucinazioni alla vicinanza con persone del proprio stesso sesso, le quali verranno accusate di proposte o atti omosessuali. Tale episodio psicotico breve può esitare anche in una reazione violenta e il più delle volte risulta essere una reazione abnorme a situazioni di vita in comune con membri del medesimo sesso, soprattutto se ciò avviene in ambienti coatti. ¶ Descritto dallo psichiatra Edward J. Kempf nel 1920.
PANMIXIA Modello riproduttivo adottato da un gruppo sociale che non riconosce restrizioni fra i propri membri, cioè per il quale ogni individuo, indifferentemente da fattori fisici, sociali ed ereditari, è un potenziale partner; ne deriva che i partners potenziali hanno tutti un’uguale probabilità di essere selezionati. ¶ Dal gr. pan, tutto + mixis, mescolanza, accoppiamento.
PANROMANTICO Nell’ambito dell’asessualità, chi prova attrazione romantica non sessuale per alcune persone, senza tener conto del genere o dell’indirizzo sessuale di esse.
PANSESSUALISMO Interpretazione della vita psicologica come dominata dall’istinto sessuale; ogni attività pratica, così come i sentimenti, dipenderebbero da esso e anche i sentimenti non palesemente sessuali (morali, religiosi, etc.) sarebbero da considerarsi sublimazione dell’istinto sessuale. La psicoanalisi freudiana è stata tacciata di pansessualismo proprio per la marcata attribuzione sul piano psichico della libido. ¶ Dal gr. pan, tutto.
PANSESSUALITÀ Anche omnisessualità o panerotismo. Orientamento sessuale caratterizzato da indifferenza per il genere sessuale dei potenziali partner nonché per l’identità sessuale degli stessi; quindi, a differenza della bisessualità nella quale la scelta cade su soggetti maschili o femminili, la pansessualità supera questa basilare dicotomia e accetta ogni soggetto come possibile partner, garantito che esso abbia comunque superato la maggior età. ¶ Dal gr. pan, tutti.
PANTAGAMIA Forma di matrimonio, tipico di alcune comunità settarie, in cui ogni donna è sposata ad ogni uomo ed ogni uomo ad ogni donna. ¶ Dal gr. pan, tutti + gameo, sposare.
PANTERA Donna procace caratterizzata da una sessualità aggressiva; sovente all’accr. panterona, in tono per lo più scherzoso.
PANTY Anche al plurale, panties. Tipo di pornografia feticistica che mostra immagini o video di donne che indossano gli slip, il perizoma o altro abbigliamento intimo. ¶ Ing.: mutande.
PANTYHOSE Categoria di video e foto erotico-pornografiche in cui le protagoniste sono donne, o più raramente uomini, che indossano le calze collant. Si tratta ovviamente di media destinati ai feticisti di tale capo d’abbigliamento. ¶ Ing.: collant.
PANTY TRAINING Attività sessuale di tipo sadomasochistico nella quale ad un maschio sottomesso viene imposto d’indossare biancheria intima femminile a fine di umiliazione o come gioco di travestitismo. ¶ Ing.: addestramento allo slip femminile.
TESTIMONIANZA: “Io e mia moglie eravamo soliti sculacciarci, come preliminare, fin dai tempi del fidanzamento. [...] Questo da più di venti anni, e io mi sono inesorabilmente mosso verso il riconoscimento di un bisogno che, la prima volta, ho capito di avere in gioventù... sculacciate date per disciplinarmi ed educarmi. Lei l’ha fatto in rare occasioni ma ci sono problemi rispetto al mio suggerimento di indossare degli ‘slip di obbedienza’ quando non sono in sua compagnia (per un viaggio di lavoro o mentre lei è via) o come aggiunta ad altre attività di correzione (in genere spanking OTK) [vedi spanking] in modo che il mio comportamento ne possa beneficiare. Penso che sarebbe un memento onnipresente a comportarmi bene, così come un modo per lei di rinforzare il suo ruolo di disciplinante e ‘consigliere comportamentale’ anche quando non siamo insieme” (Link)
PAPAVERINA Alcaloide dell’oppio utilizzato principalmente come rilassante muscolare ed occasionalmente come farmaco nel trattamento del deficit erettivo; per esso viene sfruttata la capacità vasodilatatoria della sostanza che, iniettata nel pene con un ago sottile dallo stesso paziente prima di un rapporto sessuale, induce un’erezione entro 10-30 minuti dilatando i vasi sanguigni che irrorano i corpi cavernosi, i quali si gonfieranno per l’afflusso ematico. Non è raro, tuttavia, che la papaverina dia problemi di priapismo. L’alcaloide, proprio per i suoi effetti, viene utilizzato nel test alla papaverina, uno strumento diagnostico mirato ad escludere che il deficit erettivo sia dovuto a lesioni vascolari significative; tramite l’iniezione di papaverina nel pene, se si ottiene una risposta erettiva, si può escludere una grave deficienza arteriosa o venosa per cui è più probabile che l’eziologia del deficit sia psicologica. → prostaglandine E1, inibitore PDE5.
STORIA: Prendete 20 larve di vespa e piazzatele in una coppa di liquore dolce da bere a mezzogiorno. Il tonico ha effetto per dieci incontri sessuali. (manoscritti medici Mawangdui, III-II sec. a.C.)
PAPILLOMA GENITALE Anche condiloma acuminato, verruca genitale o cresta di gallo. Escrescenza carnosa non dolente situata in zona genitale e/o perianale, manifestazione di infezione da Human PapillomaVirus (HPV), trasmissibile per via sessuale, altamente contagioso e autoinoculabile. La trasmissione del virus avviene per contatto epidermico e l’inoculazione è facilitata dallo sfregamento delle mucose durante la penetrazione; l’utilizzo del preservativo aiuta a limitare il contatto ma può non evitare del tutto la possibilità di contagio. Non tutti i soggetti infettati sviluppano i condilomi ma tutti possono trasmettere l’infezione: la pericolosità del papilloma genitale è relativa al fatto che alcuni ceppi virali del HPV tendono ad evolvere in tumori maligni a carico soprattutto della cervice uterina e dell’ano. Nelle donne, i papillomi sono localizzati con più frequenza nella parte posteriore dell’accesso vaginale e sulle labbra vulvari. Nei maschi non circoncisi la zona prepuziale è quella più colpita dall’infezione. La rimozione dei condilomi, che sono veri e propri tumori benigni, avviene tramite l’uso di diverse sostanze chimiche che bloccano la duplicazione delle cellule, o con rimozione dei condilomi tramite azoto o altre procedure chirurgiche. Recentemente è stata introdotto per le giovani un vaccino preventivo, non terapeutico, che immunizza dal virus ma che non ha alcun effetto se il contagio è già avvenuto, per questo la vaccinazione deve essere praticata prima dell’inizio di ogni attività sessuale condivisa.
PAPPA Sin. gerg. di protettore, sfruttatore di prostitute; anche all’accr. pappone. ¶ Dal “pappare”, a sottolineare il fatto che lo sfruttatore mangia sul lavoro compiuto da altri.
PAPULE PERLACEE DEL GLANDE Anche papilloma irsutoide del glande, hirsutiae coronae glandis o hirsuties papillaris genitalis. Fenomeno fisiologico senza nessun potenziale maligno, caratterizzato dalla presenza di tante file di piccole escrescenze carnose situate sulla corona del glande o vicino ad essa; in pratica le normali papule della corona del glande risultano più evidenti del solito. Non si tratta del segno di alcuna malattia e le papule, asintomatiche, diventano gradualmente meno evidenti con l'avanzare dell'età. Raramente una condizione simile è riscontrabile nella donna adolescente che può presentare a livello della pseudomucosa vulvare un disegno regolare di piccole papule che ad un occhio inesperto possono apparire simili al papilloma genitale.
PARACHUTE Dispositivo utilizzato principalmente nelle pratiche di ball torture. Prodotto in pelle o plastica, il parachute è un piccolo collare di forma conica attraverso il quale viene fatto passare lo scroto che ne rimarrà in qualche modo leggermente strangolato. Sui bordi del dispositivo pendono delle catenelle legate insieme da un anello di maggiori dimensioni e a queste catenelle possono essere vincolati dei pesi che creano una tensione alla zona scrotale. Il dispositivo va utilizzato con accortezza, soprattutto riguardo alla scelta dei pesi da agganciare ad esso poiché è possibile che ne risultino traumi allo scroto e ai testicoli. ¶ Ing.: paracadute.
PARAFALLO Raro sin. di fallo artificiale.
PARAFILIA Variante nel comportamento sessuale, un tempo usato come sin. di deviazione o perversione sessuale. Etimologicamente, parafilia significa “amore per ciò che sta a fianco”, cioè per cose o situazioni comunemente ritenute secondarie rispetto ad un supposto nucleo sessuale fondante e normale. In maniera specifica, con parafilia s’intende un ricorrente e intenso impulso sessuale caratterizzato da elettività per mezzi e fini legati a fantasie e/o atti sessuali riguardanti situazioni, oggetti e attività ritenute per lo più inusuali, secondo un parametro di comportamento sessuale normale misurato rispetto al comportamento medio della popolazione in una data società. Ne deriva che la parafilia è una deviazione da una norma non definibile come assoluta bensì relativa al tempo e al luogo in cui viene definita. Di fatto le parafilie devono la loro peculiarità, più che all’inusualità dell’oggetto o dell’atto che diviene elemento erotico, all’elettività dello stesso, cioè alla necessità della sua presenza in fantasia o nella realtà come strumento di eccitazione o soddisfacimento sessuale. Questo stato di necessità potrebbe impoverire la vita sessuale del parafilico che diverebbe ossessivamente legato a un nucleo erotico coatto. Va tuttavia precisato che queste possono essere le considerazioni di un osservatore esterno a una data parafilia mentre il parafilico può giudicare la propria condotta sessuale come pienamente gratificante e non coatta. La psicosessuologia pone un accento particolare sul valore compulsivo dell’atto parafilico: secondo quest’ottica per parlare di parafilia non basterebbe la presenza di fantasie ma occorre che queste vengano tradotte in atti e che tali atti siano assolutamente elettivi e necessari per raggiungere il piacere; le fantasie sessuali parafiliche, quindi, sarebbero definite semplicemente idiosincrasie, ovvero proclività verso modalità sessuali inusuali che non compromettono la capacità di godere di forme di sesso diverse da quelle frequentemente fantasticate. Dato il carattere nascosto delle parafilie per la reticenza a discuterne o l’egosintonicità delle stesse, è difficile indicare stime precise e diffusione nella popolazione. Si ritiene che esse siano una prerogativa quasi del tutto maschile, soprattutto relativamente ai comportamenti feticistici, mentre solo il masochismo presenterebbe un rapporto donna-uomo un po’ più significativo. Nonostante ciò è lecito supporre che tali dati siano imprecisi. Grazie all’anonimato che può garantire, internet ha messo in luce che moltissime donne condividono variazioni sessuali un tempo ritenute appannaggio del solo genere maschile; non si tratterebbe di mera curiosità sessuale che internet soddisfa con la sua infinita offerta pornografica, bensì le donne dimostrerebbero di ricercare attivamente materiale e media a tema sessuale nel quale potersi soggettivamente riconoscere, del quale si ama fruire e che finirebbero più o meno direttamente ad implementare. È evidente, ad esempio, che il successo della webcam girl (vedi webcam) come nuova figura lavorativa non ha solamente a che fare con le difficoltà economiche e la comodità di un lavoro autonomo da svolgersi a domicilio, ma è indubbiamente connesso con una proclività alla seduttività esibizionistica e una tendenza alla sessualità di tipo impersonale fino a pochi anni fa attribuita per tradizione all’uomo. Secondo il modello psicodinamico, al centro dello sviluppo delle parafilie vi sarebbe un processo di regressione sessuale, cioè il ritiro della libido da un livello psichico più evoluto ad uno più primitivo. La regressione si caratterizza per il ripristino dei rapporti d’amore (oggettuali) una volta importanti e per le espressioni più infantili della dipendenza. Così, mentre parti dell’energia istintuale avanzano come accade sul piano organico, altre parti di essa rimangono indietro, legate a oggetti e scopi precedenti, dando vita a punti di fissazione, per l’appunto le parafilie. La regressione sessuale può riguardare l’oggetto (persona o cosa), lo scopo e il modo in cui lo scopo si attua e può essere causata da diversi tipi di trauma psicologico, da un’eccessiva gratificazione o da una frustrazione avvenuta a vari livelli evolutivi, così come essere conscia o inconsapevole. In conseguenza alla regressione, l’individuo, bloccato in una fase psicosessuale immatura, è impedito nello sviluppare un amore oggettuale maturo e tenderà a parzializzare l’oggetto d’amore così come fa il bambino, cioè tenderà a fissare il desiderio sessuale su elementi parziali di esso o cose che lo rappresentano, così come a centralizzare il piacere legato a determinate parti del proprio corpo e la loro relativa funzione. Il DSM IV-TR elenca otto parafilie ben note e accettate in ambito clinico (esibizionismo, feticismo, frotteurismo, pedofilia, masochismo sessuale, sadismo sessuale, travestofilia, voyeurismo) ed elenca altre parafilie, definite atipiche, per le quali non vengono però stabiliti i criteri diagnostici (scatologia telefonica, necrofilia, parzialismo, zoofilia, coprofilia, clismafilia e urofilia); tutte le ulteriori parafilie non sarebbero altro che una variazione di queste. Il sessuologo John W. Money (1921-2006) propose la suddivisione delle parafilie in sei macrogruppi, ognuno dei quali rappresenterebbe una variazione nella “mappa dell’amore” che ogni individuo elabora in sé a partire dalle precoci esperienze sessualizzate; nelle parafilie la distorsione della mappa interna verrebbe trasformata in una vittoria della pulsione. Parafilie di tipo feticistico-talismanico: in tali parafilie i desideri sessuali ritenuti peccaminosi possono essere integrati nel soggetto a patto che un simbolo, una parte del corpo (parzialismo), un feticcio-talismano (feticismo) sostituiscano in qualche modo la vera persona oggetto d’amore, in quanto il desiderio per essa contaminerebbe la sua purezza. Fra le parafilie di questo tipo: cateterofilia, coprofilia, ifefilia, clismafilia, misofilia, olfattofilia, travestofilia, urofilia. Parafilie di tipo sacrificale-espiatorio: gruppo caratterizzato dalla necessità di riparazione o espiazione per il senso di colpa legato al desiderio sessuale che può realizzarsi tramite un sacrificio o attraverso il dolore. La variazione sessuale più caratteristica di questo gruppo è il masochismo al cui estremo si pongono i casi di suicidio in atti sessuali (autoassassinofilia o anche morte accidentale per asfissia autoerotica). Il sacrificio sadomasochistico può presentarsi a varie gradazioni, solo raramente con esito letale. Fra le parafilie di questo tipo: asfissiofilia, autassassinofilia, erotofonofilia, sinforofilia. Parafilie di tipo sollecitativo-seduttivo: caratterizzate dalla sostituzione della copula con pratiche caratteristiche della fase preliminare. La massima eccitazione è quindi legata ad attività dialogiche (scatofilia telefonica, coprolalofilia), visive (voyeurismo) o di leggera stimolazione fisica senza però mai sentire il bisogno di avere rapporti completi (paizofilia). Il soggetto con questo tipo di variazioni mantiene la sua fantasia sessuale in una dimensione di non peccaminosità completa che invece si concretizzerebbe con la penetrazione.Fra le parafilie di questo tipo:autoagonismofilia, esibizionismo, frotteurismo, mixoscopia, narratofilia, peodeictofilia, pictofilia, scopofilia, telefonicofilia. Parafilie di tipo stigmatico-elettivo: gruppo di variazioni tipiche di un soggetto che è attratto da una persona che presenta delle caratteristiche fisiche o sociali tali da porla in una condizione di handicap, inferiorità o disparità, soprattutto rispetto a colui che ne è attratto. L’inferiorità può anche essere presunta soprattutto nel caso di minoranze etniche o religiose, il più delle volte però l’elemento di stigma riguarda una menomazione fisica o la differenza d’età. Acrotomofilia, adolescentilismo, apotemnofilia, autonepiofilia, cronofilia, efebofilia, formicofilia, ginemimetofilia, infantilismo, morfofilia, necrofilia, nepiofilia, pedofilia, zoofilia sono quindi parafilie di tipo stigmatico-elettivo, così come altre nelle quali la scelta del soggetto di attrazione è vincolata al fatto che una determinata caratteristica di quello permette a colui che prova attrazione di esercitare su di esso un condizionamento ed un’influenza che esaltano il suo senso di autostima. Il difetto, lo stigma sociale o fisico dell’amato rappresentano un limite che crea minore appetibilità sociale e permettono di godere di un maggior senso di sicurezza relativo alla fedeltà del partner. Parafilie di tipo mercenario-venale: gruppo di parafilie in cui il sesso deve essere mercanteggiato, barattato, acquistato o pagato affinché il senso di colpa legato ai desideri sessuali venga attenuato, infatti, se le fantasie venissero agite in maniera diretta senza mediazione economica, la colpa renderebbe impossibile il contatto sessuale con il soggetto mira dei desideri. È come se il denaro contaminasse le persone e i desideri sessuali ad esse connessi, sicché le pulsioni possono essere agite senza che l’idealizzazione ne venga compromessa (→ complesso di Agar-Sara). La crematistofilia è la parafilia tipica del gruppo mercenario-venale. Parafilie di tipo predatorio: variazioni parafiliche le quali prevedono che il partner mira della pulsioni sia rapito, coercizzato, assalito, rendendolo così una persona senza onore e sottomessa, in quanto un soggetto onorevole e decente non potrebbe essere investito delle fantasie e delle pulsioni sessuali senza che ciò scateni terribili sensi di colpa o ingestibili percezioni d’inadeguatezza; questo gruppo di parafilie è tipico degli stupratori. Fra le parafilie predatorie si elecano: biastofilia, ibristofilia, cleptofilia, somnofilia, raptofilia, sadismo. Da un punto di vista eziologico le parafilie tendono a svilupparsi precocemente nella vita del soggetto, sia nella fase infantile che per apprendimenti successivi relativi alle prime esperienze sessuali; oltre a ciò non vanno escluse predisposizioni biologiche. Qualsiasi fantasia sessuale tende alla sua realizzazione in maniera più o meno esplicita, più o meno camuffata. Il termine parafilia, che si auspica venga sostituito da quello di variazione sessuale, più consono e meno giudicante, è da considerarsi disturbo psicologico solo se provoca un evidente stato di disagio psichico e sociale o, pur risultando in un comportamento egosintonico, presuppone la sopraffazione e la violenza su una persona non consenziente. Soprattutto nel caso in cui la componente parafilica sia esclusiva nella vita sessuale dell’individuo, può accadere che i partner possano stancarsi e minacciare l’abbandono; è dunque questo il caso più comune in cui un soggetto fa ricorso alla terapia per gestire od eliminare una parafilia. La terapia diventa tanto più utile in caso di parafilie che si configurano come minaccia sociale. Il trattamento terapeutico è condotto in maniera multimodale, sia attraverso tecniche psicologiche che farmacologiche. A livello psicoterapeutico si cerca di aumentare il livello di empatia nei confronti dell’altro (il partner o la potenziale vittima), e a fare in modo che il paziente sviluppi un’abilità di autogestione del sintomo in modo da evitare ricadute, ovvero il parafilico apprende ad affrontare la compulsione all’atto non funzionale. All’uopo vengono utilizzate tecniche comportamentali quali terapia avversiva, desensibilizzazione sistematica, ricondizionamento orgasmico, terapia della vergogna, soppressione, etc. A livello farmacologico vengono utilizzati antiandrogeni, antidepressivi SSRI (inibitori della ricaptazione della serotonina: fluoxetina, fluvoxamina, sertralina) anche in associazione a psicostimolanti come il metilfenidato, nonché antagonisti dell’ormone rilasciante l’ormone luteinizzante (LHRH) che portano ad un calo nella produzione di testosterone. L’associazione di terapia psicologica e farmacologica porta maggiori benefici rispetto all’uso alternativo dell’una o dell’altra, così come i trattamenti operati al di fuori delle istituzioni (ospedali o prigioni) ottengono migliori risultati di quelli operati all’interno di esse, questo sicuramente a causa della motivazione del paziente che non è affatto solida e stabile all’interno di un percorso obbligato. Nel complesso è difficile e molto poco saggio affermare che esista un sesso normale e un sesso deviato, ed è assai improbabile trovare una persona che non abbia le proprie specifiche variazioni sessuali. Nel momento in cui un soggetto con le proprie particolarissime preferenze non vive con disagio i propri atti sessuali, non ha ripercussioni sulla sua vita sociale e non coercizza il partner ad azioni a quest’ultimo sgradite (anzi vi è piena consensualità verso una data attività sessuale) non è il caso di parlare di deviazione o perversione sessuale, con l’accezione patologica che tali termini implicano. Da tempo la psicologia ritiene che vi sia praticamente un solo parametro sempre valido per definire il sesso patologico e pericoloso: la non consensualità e la violenza. Le vere perversioni, o quelle che così andrebbero definite, sono quindi solo quei comportamenti sessuali che vengono imposti con violenza, bypassando completamente il valore della libera consensualità per coercizzare il prossimo alla propria dimensione mentale e al proprio desiderio. ¶ Coniato dallo psicanalista Wilhelm Stekel (1868-1940) nel 1922; dal gr. para, prossimo, vicino a + philia, amore, attrazione.
APPROFONDIMENTO: Un uomo riusciva a raggiungere l’orgasmo seguendo delle donne che indossavano scarpe che scricchiolavano. Il fenomeno derivava da un condizionamento avvenuto quando l’uomo aveva 17 anni, periodo in cui questi, mentre faceva sesso con la propria partner sulle scale di casa, sentiva le scarpe della donna che scricchiolavano. (Moraglia, 1895)
PARAFOBIA Timore irrazionale ed eccessivo delle parafilie.
PARAMOUR Amante o amore illecito. ¶ Dall’anglo-normanno par amour, con amore.
PARANINFO Sin. di mezzano, ruffiano. Nell’antica Grecia, la persona che accompagnava la coppia nuziale alla casa dello sposo. ¶ Dal gr. para, vicino a + nymphe, sposa.
PARAPAREUNIA Coito extravaginale, cioè rapporto sessuale eterosessuale che non si realizza tramite penetrazione vaginale. ¶ Dal gr. para, vicino a + pareunos, coniuge, nel senso di “simile a ciò che fanno i coniugi”.
PARAURETRALI, ghiandole Vedi Skene (ghiandole di).
PARAVALENTE Detto di persona che si dimostra capace sessualmente solo in determinate circostanze. In parte sin. di parafilico. → parafilia.
PAREUNIA Coitoeterosessuale. ¶ Dal gr. pareunos, che giace accanto, coniuge.
PAREUNOMANIA Sin. di ipersessualità. → pareunia.
PARRUCCA PUBICA O merkin. Attestate già nel XVI secolo, le parrucche pubiche, prodotte in pelliccia animale e altri materiali, nacquero con la finalità di coprire la zona genitale delle prostitute che avevano effettuato una rasatura completa del pube per eliminare parassiti (pediculosi del pube) oppure per coprire un sifiloma (sifilide). In ambito cinematografico la parrucca pubica è tuttora utilizzata dagli attori impegnati in una scena di nudo, nel caso non si desideri mostrare un nudo frontale. Attualmente le parrucche pubiche possono essere acquistate e adoperate come elemento decorativo per il corpo.
PARTENOCLASI Deflorazione, lacerazione dell’imene tramite penetrazione. ¶ Dal gr, parthenos, vergine + klasis, rottura.
PARTENOFAGIA Forma selettiva di antropofagofilia rilevata in alcuni assassini sessuali sadici, i quali, dopo aver ucciso giovani ragazze o bambine (e quindi implicitamente vergini) si cibano delle carni di quelle. Esempi noti sono rappresentati da: Louis Menesclou, Albert Fish e Andrei Chikatilo. ¶ Dal gr. parthenos, vergine + fago, mangiare.
APPROFONDIMENTO: Andrei Romanovich Chikatilo (1963-1994), l’uomo che si autodefinì “bestia matta” e “scherzo della natura”, nacque da una famiglia di origine ucraina che soffrì terribilmente la fame durante il periodo della collettivizzazione imposta da Stalin negli anni ’30 del XX secolo. La madre di Andrei gli raccontava spesso che su fratello maggiore era stato ucciso e mangiato dai vicini di casa durante la grande carestia che affamò tutta la Russia; questo racconto segnò la psiche di Chikatilo il quale, a partire dal 1978 iniziò la sua carriera di serial killer uccidendo una bambina di nove anni, strangolata, violentata e pugnalata ripetutamente. Il “Mostro di Rostov”, come fu poi etichettato dai media, colpì giovani donne e bambini di entrambi i sessi: ad alcune vittime era stata strappata la lingua a morsi, altre erano state sventrate e ad alcune mancavano gli organi. Arrestato solo nel 1990, dopo assurdi errori investigativi (il 25enne Alexander Kravchenko venne condannato e giustiziato per il primo omicidio commesso da Chikatilo) e la copertura del partito comunista russo che non credeva che un compagno potesse compiere “decadenti crimini occidentali”, Andrei Chikatilo venne accusato di 53 omicidi (ma ne aveva ammessi 55), processato, condannato per 52 omicidi e, il 15 febbraio 1994, giustiziato con un colpo di pistola alla nuca.
PARTENOFILIA Attrazione sessuale selettiva per persone vergini. Può essere tipica di soggetti particolarmente insicuri che trovano nella partner vergine un soggetto sessualmente incompetente che non può compiere paragoni e può essere istruito sui modelli sessuali del parafilico. È una parafilia particolarmente legata a un modello valoriale che vede nella verginità una qualità assoluta della donna. Il partenofilo può cercare di lasciare illibata la partner, praticare attività sessuali che non compromettano l’integrità dell’imene, oppure tendere alla ricerca di una nuova partner vergine dopo aver deflorato la prima. Si riscontra più raramente come parafilia femminile: in questo caso il partner vergine risulta particolarmente appetibile in quanto la sua inesperienza e la facile eccitabilità accrescono il senso di autostima e potenza seduttiva della donna partenofilia. ¶ Dal gr. parthenos, vergine.
PARTENOFOBIA Paura immotivata o avversione nei confronti delle ragazze vergini e, per estensione del concetto, nei confronti delle giovani donne. ¶ Dal gr. parthenos, vergine.
PARTNER Persona con la quale si vive il rapporto amoroso o sessuale.
PARTNER SURROGATO, terapia del Approccio terapeutico psicosessuale in cui un terapeuta affianca ad un paziente un partner fittizio anch’egli esperto in tecniche psicologiche. Il ruolo del partner-terapeuta è quello di agire nei confronti del paziente come il surrogato di un partner reale, permettendo al paziente di ri-costruire le proprie capacità in ambito sessuale e di socializzazione intima: ciò si ottiene tramite esercizi di comunicazione, rilassamento e sensualità. Fra i membri del triangolo terapeutico (terapeuta-surrogato-paziente) vi è piena e continua comunicazione. Data la relazione intima fra il paziente e il partner surrogato, quest’ultimo non dovrebbe mai agire al di fuori del controllo tecnico del terapeuta. L’approccio terapeutico del partner surrogato si presta tuttavia a critiche sul piano metodologico e deontologico; in Italia è poco o per nulla diffuso, d’altronde il codice deontologico degli psicologi italiani vieta che fra professionista e paziente si possa intrattenere una relazione quale quella sopra descritta.
PARTOUZE Rapporto erotico-sessuale tra due coppie con scambio di partner; fig. partita a quattro. ¶ Dal fr. partie, partita + suffisso gergale -ouze.
PARTY AND PLAY (PnP) Sin. di chem session. ¶ Ing.: Festa e Gioco.
TESTIMONIANZA: “Ragazzi. Basta perditempo. O siete dentro o siete fuori. Non che si mandano lunghe email e poi si sparisce. [...] Siamo tutti di Londra, no?! Allora dai per un bello scambio di coppie gay! [...] Possibilmente, per favore, date il vostro numero ed evitate scuse (è il mio numero del lavoro, non posso darlo o alla mia ragazza/ragazzo non piace). Cazzo, questi bisessuali/eterosessuali sono davvero peggio dei ragazzi gay! Mi spiace di essere crudo ma sto solo dicendo come vanno le cose. Sono davvero stanco di queste stronzate. PS: agli amanti delle chem sessions, sarebbe bello fare anche qualche chem session :)” (Link)
PARZIALISMO Feticismo specifico per una determinata parte del corpo. I parzialismi più comuni sono il feticismo del piede (podofilia), delle mammelle (mastofilia), dei capelli (tricofilia), delle natiche (pigofilia) delle mani (chirofilia), delle gambe (cnemofilia), ma virtualmente ogni parte del corpo può essere investita sessualmente (unghie, denti, etc). Si parla di subparzialismo quando il feticismo riguarda una specifica variazione di una determinata parte corporea: capelli rossi piuttosto che biondi, unghie lunghe piuttosto che corte, etc.
PASSEGGIATRICE Prostituta di strada che passeggia sul marciapiede in attesa dei clienti.
PASSERA Sin. gergale di vulva e, per sineddoche, donna di bell’aspetto sessualmente attraente. Spesso anche al dim. passerina, passerotta, e all’accr. passerona. ¶ Dal nome del piccolo volatile, ponendo connessione fra le aluccie di quello e le labbra vulvari, così com’è per farfallina.
PASSIVO 1) In ambito sessuale, individuo caratterizzato da assenza di reazione e collaborazione, sottoposto all’azione decisa da altri, detto anche di persona che assume tale atteggiamento. 2) Detto impropriamente dell’uomo che, nella coppia omosessuale, durante il coito preferisce essere penetrato, in opposizione al soggetto definito attivo, che penetra. → attivo. ¶ Dal tardo lat. passivus, derivato dal verbo pati, patire, subire.
PATATA Sin. gergale di vulva, soprattutto in riferimento ai genitali femminili glabri o rasati; spesso anche al dim. patatina. Con l’accr. patatona, per sineddoche, si indica soprattutto una donna sessualmente attraente. Attestato anche la variazione regionalistica patonza. → gnocca.¶ Per similitudine fra la rotondità della zona pubica e vulvare glabra e l’aspetto del tubero.
PATICISMO Sin. di pederastia. ¶ Dal lat. pathicus, omosessuale maschile.
PATOFILIA Attrazione sessuale per persone malate o handicappate. Sin. di nosofilia. ¶ Dal gr. pathos, sofferenza.
PATROFILIA Attrazione sessuale incestuosa verso il proprio padre. ¶ Dal lat. pater, padre.
PAW FETISH Vedi podofilia. ¶ Ing.: feticismo per la zampa.
PEARL, indice di Unità di misura che quantifica l’efficacia di un contraccettivo, indicando il numero di gravidanze in un anno su 100 donne che usano quel singolo mezzo o metodo anticoncezionale. L’indice è su una scala 0-100 dove 0 indica un rischio di gravidanza nullo. Nessun metodo contraccettivo, a parte l’astinenza sessuale, ottiene un indice di Pearl pari a 0 ma parimenti un punteggio di livello 100 è ritenuto inadatto, infatti anche senza uso di contraccettivi il massimo fattore di fertilità umano, per questioni di infertilità naturale, si attesta su un indice di Pearl pari ad 80. Per convertire il dato astratto dell’indice di Pearl in un dato più concreto si può moltiplicare un dato indice di Pearl per 0,4; il risultato sarà il numero di gravidanze statisticamente più probabili nel corso della vita di una donna che dovesse usare, dal menarca alla menopausa, solo e soltanto quel dato metodo contraccettivo. Ad esempio, il profilattico con indice medio 9 otterrebbe un prodotto pari a 3,6 cioè il numero di figli statisticamente prevedibile usando quel metodo anticoncezionale. ¶ Dal nome del biologo Raymond Pearl (1879-1940) che nel 1933 sviluppò tale indice.
PECCATOFILIA Attrazione verso atti sessuali che, secondo la tradizione culturale di un dato paese, rappresentano peccato. La tendenza sarà dunque quella di godere soprattutto per la violazione morale che si realizza nel momento in cui si compiono atti ritenuti peccaminosi, nonché per la percezione di essere colpevole e in qualche modo punibile, infatti la peccatofilia può rivelare tendenze masochistiche.
TESTIMONIANZA: “ ... ciò che faccio lo vedo come qualcosa che porta in là il limite del sesso verso una frangia un po’ più estrema, un po’, diciamo fra virgolette, più sporca del sesso stesso. A me piace questo aspetto: andare un pochino più in là. Io ho una visione del sesso e di ciò che può essere intrigante o no: intrigante significa una cosa che io vedo come sporca. Quindi il fatto che riesco a fare una cosa che per me è sporca sposta in là il limite del sesso e dunque mi eccita molto e perciò ovviamente me la vado a cercare. [...] Dipende dall’abitudine, dalla famiglia e dalla società nella quale ho vissuto io: è una cosa che in teoria, da come sono stato educato, non andrebbe fatta e fare una cosa che non andrebbe fatta mi piace. Sperimentare mi fa sentire un pochettino più in là di tante altre persone, mi piace anche il fatto che gli altri non sappiano quel che faccio. Non è che lo nascondo ma mi piace che una persona che mi frequenta scopra a poco a poco questa cosa di me” (t.r.a.)
PECCATOFOBIA Timore irrazionale e limitante per ogni atto o pensiero sessuale che potrebbe rappresentare violazione di qualche precetto morale o religioso. L’atto compiuto o solo l’idea di un atto peccaminoso scatenerà nell’individuo una terribile angoscia, soprattutto legata a un possibile castigo divino o sociale che in genere il soggetto preverrà infliggendosi una punizione che reputa consona al peccato compiuto. Si tratta di una peculiare forma di masochismo.
STORIA: Colui che spesso commette fornicazione con un uomo o con una bestia deve fare penitenza per dieci anni. Colui che desidera compiere fornicazione ma non ne è capace, deve far penitenza per venti o quaranta giorni. I ragazzi che s’impegnano in mutuale vizio, questi devono essere frustati. Se una donna s’abbandona al vizio con un’altra donna, queste dovranno fare penitenza per tre anni. Chiunque abbia emesso seme nel cavo orale, faccia penitenza per sette anni; questo è il peggiore dei mali. Colui che ha rapporto sessuale nel giorno del Signore deve chiedere perdono a Dio e fare penitenza per uno, due o tre giorni. Se un uomo ha un rapporto sessuale con la propria moglie da dietro, deve fare penitenza per quaranta giorni se si tratta della prima volta; se ha un rapporto sessuale nella parte posteriore, deve fare penitenza come chi ha avuto rapporti con gli animali. Un marito che dorme con la moglie deve lavarsi prima di andare in chiesa. Un marito non deve vedere la propria moglie nuda. (Penitenziale di Teodoro di Tarso, arcivescovo di Canterbury, 668-690 ca.)
PECORINA O a pecora o a pecorona. Termine volg. indicante la penetrazione vaginale od anale da terga, ovvero quella di un soggetto che penetra una/un partner che si trova appoggiata/o sulle ginocchia e sulle braccia. ¶ Dalla posizione che assumono diversi animali (tra cui la pecora) nell'accoppiamento.
PEDERASTIA Tendenza sessuale caratterizzata dall’attrazione di un uomo adulto verso ragazzi adolescenti: sin. di efebofilia. Termine usato comunemente e impropriamente come sin. di omosessualità maschile e, per estensione, di coito anale. ¶ Dal gr. paiderastes, da pais -paidos, fanciullo + erastes, amante.
PEDICAZIONE Generalmente sin. di coito anale, anche se nello specifico l’atto della pedicazione riguarda un’azione sessuale compiuta su giovani ragazzi. → pederastia. ¶ Dal lat. paedicare, praticare pederastia.
PEDICULOSI DEL PUBE O ftiriasi. Infestazione della zona genitale esterna ad opera dell’insetto Phthirus pubis, pidocchio volgarmente noto come piattola. Il parassita si trasmette per contatto sessuale e per utilizzo di indumenti o locali contaminati. Il pidocchio colonizza principalmente la zona pubica ma può diffondersi ai peli delle gambe, a quelli del petto fino ad arrivare in zona ascellare. Il sintomo principale è un intenso prurito, dovuto fondamentalmente ad una sostanza anticoagulante iniettata dalla piattola durante il proprio pasto. L’insetto si riproduce molto velocemente deponendo le proprie uova sui peli ed ancorandole ad essi tramite una saliva cheratinica resistente all’acqua e allo spazzolamento. Per debellare l’infestazione occorre procedere alla rasatura totale della parte, utilizzare insetticidi specifici e provvedere alla sterilizzazione degli indumenti.