11/10/2022 - VI Parte : Ultimo episodio della prima serie di VHS Convivio, in attesa che venga prodotta una serie successiva che vedrà sempre ospite l'ex professore di storia e filosofia Arturo Seregni. In questo sesto episodio, si parla soprattutto di politica e di come la passione politica sia sovente un ersatz, un sostituto. Un sostituto di cosa? Scopriamolo insieme.
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AP: Per cui va cambiato lo stile comunicativo della politica e la gente è in cerca di una nuova fede che probabilmente sta trovando nella tecnologia, nei social… non so… un mondo che sembra più affidabile o, se non altro, il giorno dopo quel mondo offre una nuova proposta…
AS: Rispetto a questi temi entrano in gioco le prospettive personali. La mia scelta personale è radicalmente antipolitica, e vorrei spiegare in che senso. Non è che io ritenga che la pubblica amministrazione non abbia nessun ruolo; tuttavia, credo che essa abbia un ruolo il quale, però, non può essere troppo importante. Quindi, questo ruolo della pubblica amministrazione non può essere troppo importante perché non deve esserlo! Quando il controllo politico ha cercato di essere troppo importante, esso ha sempre generato catastrofi; non, semplicemente, cose malfatte, ma sofferenze immense di tipo economico, culturali e anche personali: gente ammazzata, gente torturata, gente messa in galera. Quando l’enfasi politica dei vari regimi, di destra, di sinistra e anche di centro, ha superato un certo livello, essi sono risultati tutti uguali, cioè sempre criminali. Tutti. Siccome, invece, il governo è una cosa necessaria, bisognerebbe – e mi sembra che l’umanità stia andando verso una direzione che io reputo giusta – che esso sia ricondotto al buonsenso, ridurre l’enfasi, essere contingente e, poi, pensare anche un po’ ai fatti propri. Questo non è sordido egoismo privato ma, in fondo, una persona, nella vita, cosa altro può fare? Io non posso risolvere i problemi dell’universo… Io posso essere consapevole che esistono questi problemi e, nei limiti delle mie possibilità, muovermi in una direzione che ritengo forse utile. Oppure posso anche dedicarmi professionalmente a studiare questi problemi e a lavorare per la loro soluzione. C’è il problema dei bambini che muoiono di fame in Africa? Ciò dispiace a tutte le persone di buon cuore, però, o te ne occupi professionalmente, e qualcuno ti deve mantenere, oppure sei molto ricco e fai questo come attività di volontariato. Però, perché la maggior parte delle persone possa prestare questo sevizio in modo organico deve avere una fonte di reddito, sennò non puoi farlo. Si può avere un atteggiamento di consapevolezza e comprensione circa il fatto che il problema esiste e muoverti in direzione giusta nei limiti delle tue possibilità ma sempre senza troppa enfasi emotiva politica, in senso stretto. È chiaro che si tratta di un problema politico nel senso ampio del termine…
AP: Mi viene da dire che l’enfasi, però, sia un tratto umano quasi ineliminabile… Gli esseri umani sono tendenzialmente enfatici: allo stadio, in piazza, al concerto, l’amore… Ci sono anche delle cose belle legate all’enfasi…
AS: La mia opinione personale è che l’unica enfasi corretta sia l’enfasi dell’amore, sia in seno stretto, ovvero l’amore erotico, ma anche l’amore in altri sensi: l’amore per i propri figli, per i propri genitori, per i propri amici. Nella sfera dell’amore, varia com’è, l’enfasi è al posto giusto. Ma quando, invece, viene portata in altre cose che dovrebbero essere astratte e fredde, non va bene perché è un falso sostituto. Di che cosa? Appunto, dell’amore! Uno può interessarsi di politica, ma coloro che esprimono una grande enfasi politica manifestano chiaramente un ersatz, il sostituto di qualcos’altro.
AP: Sì, lo potrebbero magari ammettere che la loro passione politica ne sostituisce un’altra ma siccome esprimono una filantropia, un altruismo (un meccanismo di difesa maturo), essi si dedicano al benessere della collettività… Faccio l’avvocato del diavolo…
AS: Se è così, e per qualcuno può essere così, questa passione deve convogliarsi in organizzazioni istituzionali ma non politiche, organizzazioni che hanno finalità definite, come le varie organizzazioni internazionali, e dai un tuo contributo. Ma se vuoi occuparti dei problemi personalmente, devi avere o tanti soldi o entrare in un’organizzazione che ti dia da mangiare. La tua passione deve essere declinata in modo pratico e non politico. Nel senso, che l’impegno di una persona non può risolversi nel dire “Aderisco a questo partito”…
AP: Ma allora la stessa cosa non potrebbe essere detta della filosofia? Ovvero, un filosofo dovrebbe declinare il suo sapere in una dimensione istituzionale, utile, pratica… Mi viene anche da pensare che tutto questo utilitarismo spicciolo trasforma tutto nell’ingranaggio di un meccanismo produttivo… Non c’è più la dimensione speculativa, dialogica…
AS: No, invece può esserci… Ma, poi, sai, la filosofia interessa a chi la pratica. La filosofia non è la filantropia. La filosofia, nel suo nucleo originario, è quella materia utile a ogni essere umano che vorrebbe capire meglio il significato di una costellazione di parole o concetti che gli stanno a cuore. Questo non ha, però, conseguenze immediatamente pragmatiche. Non è che una persona, dopo aver capito meglio cosa è la giustizia, va in piazza e…
AP: Mi stai dicendo che la politica, fintanto fosse in una fase di riflessione, sarebbe filosofia e non politica. Se la politica vuole quindi essere tale, essa deve essere declinata nell’azione. Nel momento in cui io avessi di fronte a me un politico ed io e lui parlassimo, in quel momento non sarebbe un politico ma un filosofo che parla di politica, o comunque qualcuno che sta filosofando di politica…
AS: Sì, mi sembra sia così. Invece, purtroppo, e troppo spesso, la politica si fa con discorsi di pura retorica nel senso deteriore del termine, perché la retorica è l’arte di parlare in modo persuasivo e non va male in sé stessa. Ma se tutto si riduce alla propaganda e sotto, come spesso abbiamo la sensazione che sia, non c’è nulla, c’è il vuoto, allora non va bene. Ma dette tutte queste cose, in sintesi direi che io, come avrai capito, non sono molto amante della politica, però non ho nulla contro coloro che sono amanti della politica, se lo sono in buona fede. Tanti altri non sono amanti della politica in buonafede, perché molti appassionati di politica cercano, più o meno direttamente, il proprio tornaconto personale. Poi, se fanno cose utili vanno bene anche loro, però, molto spesso, in realtà, sono dei mediocri. Gli appassionati di politica, i militanti politici che sono tali per il loro successo personale, quasi sempre, sono dei poveri diavoli intellettualmente e anche moralmente ed umanamente, non hanno nulla da proporre e infatti nel tempo spariscono perché si dileguano o si estinguono, oppure finiscono tragicamente. È successo a molti. A qualche dittatore è andata bene perché è morto nel proprio letto, come Stalin… forse, perché non è sicuro dato che alcuni sostengono sia stato ammazzato anche lui… non si saprà mai… Altri dittatori sono stati proprio ammazzati, come Mussolini, o si sono suicidati come Hitler, o sono stati fucilati come Ceausescu. A Stalin sembra sia andata bene dal punto di vista della sua uscita dalle scene, però sono cose sempre molto squallide in realtà; una brutta storia di vita anche per coloro ai quali non è andata troppo male come Stalin. Ma adesso, ritornando all’argomento che ci interessa di più, circa la politica, è di tendenziale antipatia nei confronti dell’enfatizzazione ideologica. Poi, è chiaro che ci sono delle funzioni di governo che ci vogliono e bisogna sperare che vengano messe in atto in modo corretto e utile per tutti. Ma se guardi anche la situazione politica attuale in Italia, l’impressione che se ne trae non è buona, eh! Sembra una situazione del tipo “rompete le righe e fatevi i cazzi vostri… ognuno pensi per sé come può”. In fondo, il sentimento profondo degli uomini che si dedicano alla politica, salvo eccezioni, è sempre quello. Ripeto, le eccezioni ci sono sempre. Un discorso su una categoria prevede sempre che ci sia qualcuno che sia un po’ diverso, nel bene come nel male. Quelli che di lavoro facevano il boia, generalmente non erano persone di sentimenti molto delicati, si solito… Però, magari c’era stato anche qualcuno che si è trovato…
AP: Un sentimentale!
AS: Può essere, le eccezioni ci possono essere, però la regola…