Con una paziente si parlava di una crema per il viso. Sì, perché magari uno pensa che con lo psicologo si dicano solo cose pazzesche sui propri amori e sui propri genitori, e invece, guarda un po’, si finisce a parlare di cosmesi. Questa crema intimava sulla confezione che, per ottenere i meglio risultati, avrebbe dovuto essere usata quotidianamente, altrimenti i favolosi cristalli magici delle sorgenti di vattelapesca non avrebbero sprigionato le loro taumaturgiche proprietà. Il vero problema, tuttavia, era che questa paziente autodenunciava una discontinuità nell’utilizzo di questa crema così come in altri ambiti della sua vita, in effetti.
Se la crema diceva 7 giorni su 7, a metterla 2 giorni a settimana si sarebbe fatto poco ma così andavano le cose. “La metta 4 giorni a settimana” – “Ma così non farà effetto!” – “Al di là del fatto che dietro quel 7 ci sta forse che quelli della crema sperano che lei la consumi in fretta così da comprarne un altro vasetto, direi che 4 volte alla settimana sono il doppio di quanto sta facendo oggi.” – “Ma funzionerà?” “Se le dicessi che la banca da domani le darà il 100% di interesse sui soldi che ha sul conto, dice che funziona?” “Eh, magari!” “Quattro volte è il doppio di quanto sta facendo attualmente, a me non pare poco, ci provi”. QUAL È LA MISURA GIUSTA PER FARE LE COSE BENE? La domanda, in realtà, è mal posta, soprattutto se la nostra quotidianità si gioca tutta sul fare o non fare. Partiamo con delle energiche convinzioni, come quando ci iscriviamo in palestra con la tessera annuale e poi, dopo due mesi – se va bene due mesi – siamo già in pantofole con delle inoppugnabili scuse.
L’overbooking delle palestre è materia d’invidia per gli hotel. In realtà, come vi consiglierebbe qualsiasi buon personal trainer, il segreto alla base dello squat, dell’acqua-gym, della cyclette o di qualsiasi attività fisica che dir si voglia è la CONTINUITA’. Prima di preoccuparvi di quale sia il movimento corretto da fare col polso quando tirate su il manubrio, preoccupatevi di tirarlo su questo benedetto manubrio. Per non parlare poi dell’alimentazione e le diete, fino ad arrivare alla crema. Nessuno vi chiede il “Volli fortissimamente volli” di Alfieri, quello lasciamolo a chi di qualcosa ne fa una professione. A voi si chiede – e siete voi che lo chiedete a voi stessi – di inserire nella vostra vita quel qualcosa in più che porti un miglioramento. Quindi mi faccio portavoce di una psicologia del “pensiero debole”: FATE, FATE ANCHE IN MODO IMPRECISO E NON OTTIMALE MA FATE. Fate al di là degli esiti in senso stretto perché la cosa buona, dal punto di vista psicologico, è che nel fare, nel mostrarsi perseveranti pur accettando i limiti del caso, si nasconde il seme della vostra autostima, della vostra SELF CONFIDENCE. I risultati, poi, guarda un po’, a perseverare arrivano. Certo la pelle non è levigata come se aveste fatto 7 su 7 e di sicuro non potete pretendere che il vostro corpo in palestra si trasformi come quello del tipo che ne ha fatto una regola di vita. E quindi? Intanto il capitale in banca è raddoppiato.