Una mia cara amica, chiamiamola Maria, ieri mi chiama per raccontarmi dell’ultimo ragazzo incontrato…Chiamiamolo ragazzo… in realtà ha anche più di 35 anni. In realtà il giovane parte male, o strategicamente bene, facendosi sentire sporadicamente e tenendo Maria sul filo con assenze che vengono pacificate con giustificazioni futili ma incontestabili: tanto lavoro, tanta stanchezza, parenti che si fratturano le ossa e altre cose meno creative; giornate così piene che non si trovavano proprio tre secondi per un faccino su WhatsApp. Ne consegue, as usual, che Maria prenda il treno di corsa e vada a far l’amore con questo fenomeno, il quale dopo il primo incontro riprende coerentemente ad essere quello che è sempre stato.
Però, attenzione, c’era tanta chimica! Maria, che vi assicuro è molto bella e pure simpatica, ora un po’ si strugge e un po’ s’incazza in attesa che lui si faccia sentire, e lui si fa sentire ma con messaggi evangelici quali: “Sei una persona splendida. Dovresti essere circondata da belle persone dentro”. Peccato che Maria sperava che fosse lui la bella persona dentro ma adesso si adopererà per cercare altrove. Fate come Maria.
Siamo d’accordo. Ci sono tanti modi di amare e tanti modi nei quali decidiamo di non farci amare o, se preferite, di essere un po’ raggirati. Alla fine, la gente si presenta velocemente per quello che è e, perlopiù, siamo noi a tenere gli occhi fissi su alcuni particolari che confermino le nostre rosee aspettative trascurando i segnali negativi. Ma vabbè, sono esperienze di vita e chi è che non ci passa?! Però, repetita iuvant: le persone che vi vogliono davvero vi trattengono. Ognuna ha un suo modo più o meno marcato di trattenervi ma, per quanto variabile, non ci si confonde, lo si percepisce perché chi è dall’altra parte farà in modo di farvelo percepire. Volete sapere qual è stata la frase più bella che una donna mi abbia mai detto? È all’incirca questa: “Alessandro, puoi aspettare un attimo?”. Allora, penserete che la mia vita sentimentale debba essere stata ben scarsa se io sono rimasto incantato da queste poche parole. Non importa, tuttavia, che voi sappiate di me, che capiate davvero. Al di là della bellezza formale di questa frase sintetica, ciò che queste parole trasportano è la fortissima volontà di trattenere, fosse solo per un attimo. Ecco di cosa dovrebbe andare in cerca Maria e, con lei, tutti noi: qualcuno che, per la voglia di averci, sa farsi piccolo come un attimo solo ma enorme come una diga, pur sapendo che ciò che è fluido difficilmente può essere contenuto. Io, ai tempi, non potei fermarmi perché io sono un monogamo seriale, questa è la mia perversione! Lei si presentò quando ormai io stavo frequentando una donna che l’aveva preceduta di una sola settimana. Il destino si deve fare delle grosse risate di noi da lassù. Ma comunque la ringraziai già al tempo per quel sintetico regalo che, in definitiva, non parlava di me ma del suo bel modo di rendersi bella nei sentimenti. Anni dopo, in un periodo non sospetto, quando ormai le strade si erano separate al punto dell’impossibilità, la ricontattai per ringraziarla ancora perché, se c’è un difetto che non ho è l’ingratitudine per le piccole cose più che per le grandi, il che fa di me, suppongo, un ingrato. Ecco la risposta di quella donna: “Alessandro, tutto quello che dirò, consono d’altronde alle nostre corde, è che sono felice di averti incontrato ancora una volta. E ci sono pensieri così colmi da chiedersi, poi, come facciano a risultare tanto aggraziati. Ma che importa?! Grazie”. Non fate come Alessandro.