Un libro svelto, questo, così come lo è la comunicazione sui social dalla quale Crossposting nasce.
Si trattava, qualche anno fa, di scrivere testi che sarebbero andati ad arricchire la mia pagina Facebook professionale, che essi fossero creati a commento di qualche evento di cronaca o che si trattasse di riportare qualche mia riflessione perlopiù relativa agli affetti, alla relazione di coppia et similia, dato che questi sono i temi che, prevalentemente, tratto come libero professionista con i pazienti.
In effetti, pur essendo la finalità di questi miei incisi la comunicazione su un social, essi contravvenivano alla tipica sintesi che tale genere di messaggi dovrebbero adottare su quelle piattaforme, sia perché trascinati dal mio personalissimo gusto per lo scrivere, sia per la natura di uno storytelling psicologico che cerca di insegnare qualcosa tramite un racconto che fosse metafora capace, come una fiaba, di incollarsi alla mente del lettore più di quanto possa una formale asserzione psicologica.
Questi miei post, ora qui raccolti su carta, in realtà hanno fatto un giro largo prima di approdare sulle pagine bianche, o meglio, di tornarci, dato che lì nacquero. Il discreto successo che i testi riscossero online, mi convinsero, infatti, a creare una serie di video che riducessero su schermo, ovvero su YouTube, questi stessi racconti. Nella serie media Crossposting, io mi sforzavo, con qualche stratagemma digital-scenografico, di leggere allo spettatore ciò che avrebbe potuto trovare scritto altrove. Il messaggio, quindi, era il medesimo ma mutava il modo di fruirne e, anche in questo caso, il pubblico apprezzò. E non vi fu nome più corretto per ciò che m’ingegnai a fare, perché, con il termine crossposting si intende proprio un post, testuale o di altra natura, inviato contemporaneamente su piattaforme diverse.
Ma la carta, accidenti a me che sono nato negli anni ’70, è sempre la carta, e non c’è miglior terreno, almeno non ancora, sul quale sia più pratico, sereno, bello, profumato (ah, il profumo dei libri!) leggere ciò che ho scritto. Anzi, leggere qualsiasi cosa sia stata scritta. Perciò, per l’ennesima volta, questi testi rivedono la luce su una nuova piattaforma e, queste volta, è la più classica e, in fondo, la più idonea: un libro.
Libro svelto, sottile, questo Crossposting ma, a ben leggere, di cose spesse ne ospita. Chi avrà voglia di recuperare qualcosa di senso, qualcosa che, mi auguro, possa essere di sprone per smussare uno spigolo della propria vita, ora può farlo nella più gloriosa tradizione della lettura, sfogliando carta, magari nel tiepido del proprio letto, con la luce calda che viene dal comodino e che invita al sonno. Perfetto, perché i racconti di Crossposting suonano come brevi fiabe, verosimili più che vere, che portano a spasso una morale. Che quest’ultima venga appresa è l’anelito secondario, il primo è che uno, almeno uno dei racconti, risulti interessante per il lettore, poiché, come diceva Berr, il diritto d’esser noioso spetta soltanto ai letterati celebri.