Tre errori che devono evitare coloro che hanno patito una relazione affettiva con un narcisista
L'esperienza sul campo mi permette di dire che le vittime di partner narcisisti o coloro che si trovano invischiati in relazioni con un partner manipolativo, bugiardo e infedele tendono a fare almeno tre errori ricorrenti, che vanno evitati a tutti i costi se si vuole scampare il pericolo di cadere dalla padella nella brace. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Non abusate delle informzaioni tecniche relative alla patologia narcisistica. Non abusate dico. E' naturale che una persona si vogli informare su cosa stia vivendo e voglia comprendere se sta vivendo una situazione patologica o una "semplice" storia d'amore che va male. Non escludo che una persona possa esaurire il suo percorso psicologico in solitudine e tramite i libri, tuttavia l'esperienza mi dice il contrario. Ciò che accade più frequentemente è che la vittima del narcisismo inizi un bulimico percorso nella letteratura psicologica, passando da letture non professionali a letture decisamente più tecniche, fino ovviamente a vedere i video presenti in internet, fra i quali i mie. Tuttavia, altrettanto spesso accade che se pur a livello razionale si intercettino tutti i punti importanti e si comprenda il come e il perchè delle cose, ciò non basti a creare un cambiamento. Questo è dovuto a diversi fattori. Punto primo l'inconscio, che il più delle volte non può essere mosso in modo profondamente trasformativo da una mera cultura sull'argomento. Secondo, l'impegno culturale è spesso un meccanismo di difesa per evitare di impegnarsi in un cambiamento fattivo, dandosi però l'impressione di prendersi cura di sé. Terzo, l'argomento psicopatologico è cosa complessa che per essere appresa necessit di un percorso accademico (e non si esaurisce neppure all'università). Quarto, la patologia narcisistica riscuote molto successo in rete ed è ormai argomento "pop"; molte pazienti mi raggiungono in studio con un'autodiagnosi per poi scoprire che ciò che hanno vissuto non poteva essere definito di stampo narcisistico; sono molto poco "pop" altre patologie tuttavia presenti nella popolazione e si conoscono molto meno perché appunto se ne parla meno diffusamente. Il narcisismo, anche a causa del significato con cui si usa il termine comunemente (egocentrismo, protagonismo, superficialità) sembra cosa di facile comprensione ma non è così. Quinto, la psicoterapia tutta, e non solo io, rimane persuasa di un punto centrale: la vera guarigione passa attraverso una relazione e non un ritiro culturale in sé stessi; si badi, relazione non è solo l'incontro con il terapeuta ma anche una dimensione di scambio con altre persone. Tuttavia la psicoterapia garantisce l'esercizio di una relazione temporanea bonificata che prepara a migliori relazioni future. E mi fermo qui rispetto ai motivi che mi spingono a sconsigliare un'ossessiva ricerca di spiegazioni e di cultura psicologica sull'argomento.
Non promettete di non vedere più il partner nocivo, piuttosto concentratevi sulle altre opportunità che vi si presentano. Spesse volte forzarsi a non vedere il partner nocivo esita in una stato di malessere ancora maggiore. Questa persona è riconosciuta razionalmente come lesiva, eppure inconsciamente ci sentiamo portati a vederla ancora, una volta di più. Questo fa sentire deboli e stupidi. Promettere di non vederlo, come spesso accade in terapia, porta a un maggiorato senso di colpa nel momento in cui si infrage la promessa e se prima si aveva vergogna a confessare lo scivolone ad amici e conoscenti, ora si aggiunge la vergogna di dire al proprio terapeuta che no, non abbiamo resistito alla tentazione di vederlo, sperimentando il senso di colpa e di fallibilità del tossicodipendente che promette di smette e poi si fa di nascosto. Quindi il mio consiglio è la prescrizione del sintomo: non forzatevi obbligatoriamente a non vedere il partner narcisista (seppur questa sia la cosa migliore e il traguardo finale), frequantatelo, però contemporaneamente accettate altri inviti, conoscete gente, aprite delle porte, oltrepassate le porte che trovate aperte. Rimanete attivi, rimanete in gioco. Questo vi farà sentire efficaci, in movimento, non persi. Questo vi darà prima o poi la possibilità di incontrare qualcuno che, con vostra grande sorpresa, occuperà la vostra mente eliminando progressivamente il legame con il partner nocivo. Quindi azione, più che continua riflessione.
Non cadete nella tentazione di contattare le altre donne di quest'uomo. Più che spesso il partner narcisista è un seduttore che non si ferma a una sola conquista. Ama avere un harem di donne ai suoi piedi. Le vittime di turno spesso conoscono questa situazione promiscua e per un certo periodo accettano il compromesso, magari illuse dalle parole di quello, che lei sia la prescelta. All'apparir del vero, la vittima inizia a comprendere il proprio ruolo e le scarse possibilità che esso dà di una felicità relazionale e si sente spinta a contattare le altre donne per cercare un chiarimento o, motivandolo con un afflato filantropico e cameratesco, a voler spiegare alle altre donne quanto siano in pericolo. Spesso il meccanismo sottostante, più che relativo ad un'idea di comunanza, è connesso alla tendenza a controllare ciò che fa l'uomo, ciò che fa con le altre donne, ciò che queste pensano, eccetera. Ne deriva, altrettanto spesso, che dopo un periodo di amicizia con queste donne (sotto le cui ceneri comunque cova rancore) si finisca a litigare anche pesantemente, oppure ci si senta dire che è bene farsi gli affari propri. Il consiglio quindi è quello di evitare questi meccanismi che ci inducono a credere di essere al centro dell'azione mentre invece ci spingono ai bordi, con delle meccaniche settarie, finendo per innalzare continuamente il narcisista e svalutare la posizione della persona vittimizzata.
Questo testo è trascrizione di un mio video - GUARDA IL VIDEO