Passivo-Aggressivo: mai dire NO ma comportarsi come se fosse NO.
A tutti probabilmente è successo di accettare malvolentieri una situazione, un suggerimento un ordine ed eseguire queste cose con scarso entusiasmo, anzi, facendole anche un po' male per esprimere indirettamente il nostro malcontento. Questo è un comportamento passivo-aggressivo, ovvero un modo di esprimere la nostra rabbia ma indirettamente, onde evitare un conflitto diretto (che potrebbe causarci persino sensi di colpa) ma boicottando le idee, la volontà e, in pratica la vita di chi ci ha portato a quel comportamento, al costo di boicottare in parte anche la nostra! Ora, la persona passivo-aggressiva ha fatto di questo metodo, o meglio dire meccanismo di difesa, un modus vivendi rigido e pervasivo.
Il soggetto passivo-aggressivo, maschio o femmina che sia, può dirsi verbalmente d'accordo con una proposta o una richiesta, ma finirà per esprimere il proprio risentimento semplicemente ignorando la cosa oppure eseguendola in malomodo; può dire che sta facendo quella cosa mentre invece si impegna in un'altra, oppure può rimandarla continuamente o, ancora, può eseguirla in una maniera così scarsa da innervosire il richiedente. Superficialmente la personalità passivo-aggressiva appare educata, amichevole, disponibile e compiacente ma un'analisi psicologica più attenta (ma, anche non essendo psicologi, può bastare il frequentarli per un tempo sufficiente) dimostrerà che le cose, nel profondo, sono ben diverse. Queste persone agiscono in modo aggressivo sfidando indirettamente, causando sensi di colpa (proiettivi), e punendo poco empaticamente gli altri con comportamenti passivi: tipici sono i loro comportamenti testardi e assolutamente non plastici (che lasciano intendere una scarsa voglia di cambiamento) e i loro silenzi lunghi e punitivi aspettando che gli altri comprendano da soli il loro malcontento. Di fatto, con il comportamento passivo-aggressivo, le persone esprimono la loro scarsa tendenza all'assertività (cioé a dire e agire limpidamente esprimendo chiaramente il loro pensiero), la loro bassa inclinazione ad affrontare un eventuale conflitto e le emozioni negative emergenti e i soggiacenti sensi di colpa.
Il primo passo per affrontare una persona con un comportamento passivo-aggressivo è imparare a rilevarlo e comprenderlo. Le prime cose che si possono fare a riguardo sono le seguenti: descrivete il comportamento che avete notato, quindi provate a discutere le diverse possibili interpretazioni di quel comportamento, in fine chiedete spiegazioni rispetto a come dovreste interpretare quel dato comportamento. Questi semplici suggerimenti potrebbero però risultare di non facile attuazione poiché la persona passiva-aggressiva costruisce la propria difesa proprio sull'interruzione della comunicazione e sulla negazione dei significati dei propri comportamenti, perciò potrebbe portare avanti il suo modo di fare punitivo e "muto". Tuttavia il primo passo e il migliore, così come avviene nello studio dello psicologo, è proprio quello di rendere consapevoli le persone di una problematica e cercare di farle comunicare (assertivamente) ciò che sentono. Accettare passivamente il comportamento passivo-aggressivo di un partner, di un conoscente o altri, non farà invece che potenziare e cementare quel comportamento distruttivo, creando quindi una dinamica collusiva che conferma al soggetto passivo-aggressivo che il suo stile relazionale è il più proficuo. E' quindi importante sottolineare come il comportamento di queste persone (e ovviamente sottolinearlo A queste persone) sia un comportamento che mostra incongruenza fra parole e atti: quindi nel caso della personalità passivo-aggressiva non fermatevi all'accettazione delle loro parole ma valutate gli atti in rapporto a ciò che dicono, facendo poi sapere alla persona interessata cosa i loro "non-atti" potrebbero voler significare. Siate onesti e assertivi, invitando la persona passivo-aggressiva a comportarsi nel medesimo modo. Affinché queste persone eliminino il loro comportamento nocivo, è importante che trovino un ambiente relazionale non giudicante in modo che possano progressivamente esprimere i loro sentimenti senza timori e apertamente, comprendendo che non ci sono emozioni positive o negative in senso assoluto e che non è sbagliato manifestarle. Anche il possibile conflitto deve essere costruito come un terreno di mediazione e compromesso, nel quale confrontarsi anche animatamente ma per cercare una soluzione dove tutti possano uscirne con qualche tipo di ritorno positivo. Un ultimo avvertimento: preparatevi ad esercitare il massimo della vostra pazienza con questi testoni!