Come aver successo nell'arte dell'autosabotaggio (seconda parte)
Proseguiamo nella lettura di una serie di consigli paradossali per renderci più infelici.
8) Stiamo sempre all'erta e in uno stato di ansia. L'ottimismo per il futuro porta solo alla delusione. Quindi, bisogna fare del nostro meglio per credere che il nostro matrimonio fallirà, che i nostri bambini non ci ameranno, che i nostri affari andranno rotoli, e che niente di buono avrà luogo.
Esercizio: fai qualche ricerca circa i possibili disastri (sia naturali o causati dall'uomo) che possono avvenire nella tua zona di residenza, tipo terremoti, inondazioni, perdite radioattive da centrali nucleari, epidemie. Concentriamoci su queste cose per almeno un'ora al giorno.
9) Colpevolizziamo i nostri genitori. Dare la colpa ai nostri genitori per i nostri difetti, le mancanze e gli errori è tra i passi più importanti che si possano compiere. Dopotutto i nostri genitori ci hanno reso ciò che siamo oggi: il nostro apporto è ininfluente. Se ci capitasse di avere buone qualità o di ottenere successi, però, non diamo credito al lavoro fatto dai nostri genitori: quelli sono colpi di fortuna. Estendiamo la colpevolizzazione ad altre persone del nostro passato: la maestra delle elementari, ad esempio, che ci aveva sgridato davanti ai compagni, il ragazzo che ci aveva vessato quando avevamo 9 anni, il professore delle superiori che ci aveva dato 4 in un compito in classe, la nostra prima cotta che aveva deluso le nostre aspettative, anche la città di provincia nella quale siamo eventualmente cresciuti … Le possibilità sono infinite. La colpevolizzazione è essenziale nell’arte di rendersi miserabile.
Esercizio: chiama uno dei tuoi genitori e inizia a dire che ricordi qualcosa di brutto che aveva fatto quando eri bambina/o, e fai in modo che il genitore capisca quanto male tu sia stata/o e che, per quella cosa, stai ancora soffrendo.
10) Non godiamoci i piaceri della vita. Godersi le cose piacevoli tipo il cibo, il vino, la musica e le cose belle è roba adatta alle persone superficiali. Ripetiamocelo. Se inavvertitamente ci scoprissimo a godere di qualche sapore, suono, opera d’arte, ricordiamoci subito che questi sono piaceri transitori che non possono certo compensare la condizione di dolore e ingiustizia nelle quali versa il pianeta. Lo stesso si può applicare alla natura. Se accidentalmente si rimane incantati davanti a un panorama, durante una passeggiata sulla spiaggia, una passeggiata nella foresta, eccetera, fermiamoci! Ricordiamoci che il mondo è pieno di povertà, malattie e devastazione. La bellezza della natura è un inganno.
Esercizio: una volta a settimana, impegnati in un’attività che potrebbe essere piacevole, però fallo mentre pensi a quanto essa sia sostanzialmente senza senso. In altre parole, concentrati sul rimuovere qualsiasi percezione di piacere dall’attività piacevole.
11) Riflettiamo costantemente. Passiamo un sacco di tempo a riflettere su noi stessi. Preoccupiamoci costantemente circa le cause dei nostri comportamenti, analizziamo i nostri difetti e rimuginiamo sui nostri problemi. Questo ci aiuterà ad adottare un punto di vista pessimistico sulla vita. Non lasciamoci distrarre da qualsivoglia esperienza o influenza positiva. La chiave è assicurarsi che ogni evento negativo, anche il più piccolo, appaia enorme e portentoso. Possiamo anche riflettere sui problemi degli altri o del mondo in generale, facendoli propri. I nostri figli si sono malati? Rimuginiamo sul peso di ciò e di quanto tempo dobbiamo sottrarre al lavoro per prenderci cura dei bambini. Il nostro coniuge è ferito dal nostro comportamento? Concentriamoci su quanto sia brutto come ci fa sentire quando ci dice come lo facciamo sentire. Rimuginare sui problemi, non solo nostri ma anche altrui, ci farà percepire come una persona profonda, un sensibile pensatore che sopporta sulle proprie spalle tutto il peso del mondo.
Esercizio: siediti su una sedia comoda e fai emergere sensazioni negative, come la rabbia, la demoralizzazione, l’ansia, la noia. Concentrati su queste sensazioni per almeno 15 minuti. Durante il resto della giornata tieni vivi in un angolino della tua mente queste sensazioni, indipendentemente da ciò che stai facendo.
12) Glorifichiamo o svalutiamo il passato. Glorificare il passato è come ripetersi quanto fosse bella, felice, fortunata e meritevole la vita quando eravamo bambini o ragazzini o fidanzati o giovani sposi, e lamentarsi di come tutto, da allora, sia peggiorato. Quando eravamo giovani, ad esempio, eravamo belli e ballavamo una bella musica (come ora non ne fanno più) in bei locali con belle persone, mentre ora siamo intrappolati in un matrimonio così-così in un appartamento così-così e non balliamo affatto perché abbiamo messo su qualche chilo. Avremmo dovuto sposare quell’altra/o. Avremmo dovuto investire nelle azioni Microsoft quando ne avevamo avuto la possibilità. In breve, focalizziamoci su ciò che avremmo dovuto o potuto fare e su ciò che invece abbiamo fatto. Questo ci renderà sicuramente miserabili. Svalutare il passato è altrettanto facile. Siamo nati nel posto sbagliato al momento sbagliato, non abbiamo mai avuto ciò di cui avevamo bisogno, abbiamo subito discriminazioni, non siamo mai stati in quel posto di vacanza che desideravamo. Come possiamo essere felici con un passato così perdente? È importante convincersi che pessimi ricordi, brutti errori ed eventi traumatici abbiano il potere di plasmare la nostra psiche più di quanto possano gli eventi positivi e i bei ricordi, i successi. Concentriamoci sui brutti vecchi tempi. Ossessioniamoci con essi. Facciamone tesoro. Questo ci assicurerà, indipendentemente da ciò che accade nel presente, di non essere felici.
Esercizio: fai una lista di tutti i tuoi brutti ricordi e portatela sempre dietro, in modo da buttarci un occhio di quando in quando. Una volta a settimana, racconta a qualcuno di quanto sia stata pessima la tua infanzia o di quanto fosse tutto più bello quando avevi 20 anni.
13) Cerchiamo un partner da cambiare. Assicuriamoci di innamorarci di qualcuno con un difetto di personalità ben marcato (un alcolizzato, un giocatore d’azzardo, un seduttore incallito, una donna che mira ai soldi, un/una narcisista) e programmiamo di cambiarlo, senza preoccuparci del fatto che questa persona voglia o meno cambiare. Crediamo fermamente che si possa cambiare questa persona e ignoriamo tutte le evidenze che provino l’opposto.
Esercizio: iscriviti ad un sito di incontri e guarda quante pessime scelte puoi fare in un solo pomeriggio. Sforzati di incontrare queste persone. Ancor meglio se il sito d’incontri costa molto a livello d’iscrizione, perché ciò darà la misura del nostro bisogno d’affetto...
14) Siamo critici. Accertiamoci di avere una lunga lista mentale di cose che non ci piacciono e ripetiamola spesso agli altri, indipendentemente dal fatto che gli altri abbiano sollecitato il nostro giudizio. Ad esempio, non esitate a dire: “Come mai ti sei vestita/o così?” oppure “Come mai hai una voce così stridula?”. Se qualcuno sta mangiando delle uova, facciamo presente che a noi le uova non piacciono. La nostra negatività può essere applicata praticamente a tutto. Meglio ancora se le cose che critichiamo, piacciono quasi a tutti, in modo che il nostro giudizio ci ponga ai margini. Disprezzare le zanzare e il traffico non è abbastanza creativo: tutti trovano fastidiose queste cose e le persone non presteranno troppa attenzione alle vostre lamentele se le condividono. Ma che dire se mostrate disappunto verso un film che tutti sembrano apprezzare? Possiamo trovare una marea di opportunità per contrastare le entusiastiche opinioni degli amici con la nostra opinione contraria.
Esercizio: fai una lista di 20 cose che non ti piacciono e pensa a quante volte puoi inserirle in una conversazione nel corso della giornata. Se si vogliono ottenere risultati migliori, disprezza cose alle quali non hai mai dato la possibilità di piacerti.
Tradotto da: "The 14 Habits of Highly Miserable People - How to succeed at self-sabotage" (Cloe Madanes).
Ecco il mio video sull'argomento - GUARDA IL VIDEO