Processi mentali che complicano le nostre scelte
La nostra mente, a volte, funziona in maniera davvero strana! Quelle che sembrano decisioni prese seguendo una logica ferrea, si dimostrano invece decisioni prese secondo dei processi mentali istintivi e spesso poco convenienti per noi stessi. Scopriamo insieme una serie di questi strani meccanismi mentali…
ancoraggio: rimaniamo tutti particolarmente fissati sulla prima parte delle informazioni che sentiamo, e non solo per questioni di limitata capacità attentiva: quindi se dovete dire qualcosa che conta e che volete rimanga con più probabilità in testa all’ascoltatore, ditela all’inizio.
effetto carrozzone: uno degli effetti deleteri del pensiero di gruppo ed uno dei motivi per cui i brainstorming e le riunioni che vanno tanto di moda nel mondo del lavoro spesso si dimostrano scarsamente produttive. l’effetto carrozzone vuole che la probabilità che una persona adotti un’idea aumenta con l’aumentare delle persone che condividono quell’idea.
principio di conservazione. tendiamo a prestare più attenzione alle informazioni che confermano le idee che abbiamo già e tendiamo a scartare nuovi indizi o prove che non confermino le nostre ipotesi. ecco perché è così difficile far cambiare idea alle persone!
abuso di informazione. abbiamo la tendenza a cercare più informazioni su un argomento di quante ne avremmo bisogno e non è detto che un surplus di informazioni ci aiuti a compiere una scelta migliore anzi, spesso ci fa fare confusione, soprattutto se questo limite si va a sommare al precedente principio di conservazione il che ci spingerebbe a cercare un sacco di informazioni tutte coerenti con l’idea che abbiamo già.
effetto struzzo. si tratta della nostra tendenza a non voler guardare le informazioni negative che ci possono riguardare. fateci caso: quante volte guardate il vostro estratto conto quando sapete di avere un bel gruzzoletto in banca e quante invece quando sapete di aver pochi soldi? beh, quando ne abbiamo pochi tendiamo a controllare il nostro conto molto meno.
principio dello stereotipo. ci aspettiamo che un certo gruppo di persone possieda delle qualità o dei difetti senza poi troppo indagare se sia vero o meno, il che si fa per velocizzare il processo di incasellamento e di scelta: queste persone sono amiche o nemiche?
principio dell’esito. giudichiamo spesso la validità di una nostra azione in base all’esito che ha avuto piuttosto di considerare le potenziali negatività che può avere solo perché a noi è andata bene. pensate ad esempio all’andare veloci in macchina, oppure al fatto di non pagare il biglietto sui mezzi pubblici o ancora al gioco d’azzardo.
principio dell’innovazione. tendiamo a sovrastimare il valore delle cose nuove, soprattutto in campo tecnologico, e l’uso che potremmo fare di esse, cioè alla loro utilità. i nostri smartphone sono un buon esempio: quante delle loro 1000 funzioni usiamo davvero?
difetto di percezione. Quello che noi ci aspettiamo di vedere condiziona ciò che in effetti percepiamo. la nostra percezione è dunque selettiva e tende a confermare i nostri preconcetti.
principio del sopravvissuto. quando dobbiamo prendere una decisione, soprattutto che ha a che fare con un investimento, un lavoro, un progetto, può accadere che si sovrastimino le storie di successo, cioè di quelli che ce l’hanno fatta, sottostimando invece tutti coloro ai quali è andata male.
effetto placebo. famosissimo. si tratta di un processo suggestivo per il quale se crediamo che una cosa (spesso ci si riferisce alle sostanze omeopatiche) abbia un certo effetto su di noi, ecco che si ottiene quell’effetto, il che c’entra poco con la reale efficacia chimica della sostanza.
principio di salienza. si tratta della tendenza a focalizzarsi su caratteristiche ben note di un evento o di una persona, ovviamente scartandone altre, questo non a caso ma coerentemente con la vita che facciamo. ad esempio pensiamo agli aerei e a quanti temono di morire in un incidente aereo, mentre è assai più probabile che si abbia un incidente automobilistico.
principio di ipersicurezza. molte, troppe persone hanno una ferma fiducia nelle proprie conoscenze e capacità, il che ovviamente fa loro assumere molti più rischi nel campo nel quale si credono esperti.
accessibilità: noi tutti sovrastimiamo l’importanza delle informazioni che sono accessibili a noi e tenderemo a non sforzarci di cercare informazioni che neghino quelle informazioni. ad esempio, se conosciamo una sola persona che ha vinto una certa somma al grattaevinci questo ci convincerà a giocare molto di più, sottostimando esperienza della massa che non ha mai vinto nulla.
effetto recenza. si tratta della tendenza a dare maggior peso alle nozioni attuali piuttosto che a quelle passate o remote, con il grave rischio di compiere errori di valutazioni e soprattutto di reiterare gli errori. come si dice: “se non conosci il passato non avrai futuro…”.
effetto di iperattribuzione. tendiamo a giudicare positivamente una scelta che abbiamo fatto anche se questa scelta ha dimostrato di avere dei limiti. vi è mai successo di aver comprato qualcosa e qualcuno vi ha fatto notare che avevate buttato via i soldi? quanto ci si sente male quando si ha la sensazione che in effetti abbiamo fatto una cretinata? beh, questo principio ci può aiutare a compensare quella delusione, dicendoci che in effetti non è così male, ci serviva così e non migliore, etc.
effetto aggregazione. e’ la tendenza a vedere strutture coerenti e prevedibili dove non ce ne sono, cioè negli eventi casuali. vogliamo ad esempio parlare di tutti coloro che vendono i numeri del lotto calcolando insensatamente i numeri ritardatari?
effetto punto-cieco. il fatto che noi tendiamo a non riconoscere i nostri stessi limiti è, in sé, un limite della nostra mente, il che ovviamente ci fa notare con più facilità i limiti negli altri e spesso proprio quei limiti che noi stessi abbiamo.
principio di certezza. non amiamo le incertezze, piuttosto ci fissiamo su cose certe anche se questo potrebbe essere controproducente. rischiamo di meno ma ovviamente limitiamo le possibilità.
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