Cosa fa un analista comportamentale?
Omeglio, cosa faccio io tramite l'analisi comportamentale e in che modo posso offrire consulenza per privati o altri professionisti.
In primis, dobbiamo distinguere l'Analisi Comportamentale da un "semplice" approccio derivato dal Comportamentismo o dalla corrente teorico-pratica Cognitivo-Comportamentale, benché, in effetti, la Behaviour Analysis debba molto a queste aree di ricerca.
Il mio intervento, derivato e focalizzato sullo studio di quadri abnormi di personalità, psicopatologia, devianza, quindi area criminologica e vittimologica, mira ad analizzare e prevedere (profiling) i comportamenti delle persone per le quali mi viene chiesta analisi, non solo attraverso la ricostruzione personologica derivata da colloquio ma anche utilizzando materiale media (audio, video, testi chat, testi sms, altra documentazione) fornitomi. Questo materiale mi può essere fornito da un paziente privato che desidera comprendere meglio "con chi ha a che fare"; e si ricorda che il vincolo del segreto professionale consente l'ispezione di materiale altrui coperto da privacy tantopiù se io, il professionista, sono tenuto all'assoluto riserbo deontologico su ciò che mi viene mostrato e sul contenuto di detto materiale.
In effetti, il più delle volte, l'analisi viene richiesta da un legale, il quale, assistendo un cliente per contrasti familiari, manipolazione affettiva, stalking, violenza espressa nella relazione di coppia, necessita di acquisire elementi di fondatezza di quanto affermato nel ricorso e/o nella querela depositata. Si specifica che questo lavoro di profilatura comportamentale non ha strettamente una finalità diagnostica verso il profilato ma, appunto, di analisi comportamentale e previsionale, ed è un'attività che può essere finalizzata alla richiesta di emissione di misure cautelari urgenti ma anche fondare la richiesta tecnica di ufficio e perizie.
Al di là delòle consulenze complesse e legali, va rilevato come il "semplice" lavoro di consulenza offerto ai pazienti in tema di relazioni di coppia tossiche è perlopiù svolto usando come sottotraccia l'analisi comportamentale, poiché l'individuazione di tossicità relazionale o meno viene determinata tramite un "protocollo" di questioni e domande finalizzate a profilare il comportamnento della/del partner, a comprenderne l'eventuale dimensione patologica e ad estendere le considerazioni all'esito (fattore prognostico) che potrà avere una data relazione in base alle premesse riferite.
Circa l'analisi della documentazione e dei profili social/digitali, è una cosa ormai nota che si possa valutare la personalità di una persona studiano il suo comportamento: tanti film, soprattutto i thriller polizieschi, ci hanno insegnato cosa sia il profiling e la behavioural analysis. E’ quindi possibile valutare la personalità analizzando i behavioural residues (residui comportamentali) di una persona, ovvero le tracce che questa lascia di sé nell’ambiente; comprendere a grandi linee il carattere di una persona analizzando l’ambiente in cui vive [1] o i suoi gusti musicali [2]. Questi residui comportamentali non si trovano solo nell’ambiente reale, ma anche in internet, nell’ambiente virtuale che la persona frequenta, e quindi è altrettanto possibile inferire la personalità di un soggetto tanto più lascia tracce sui social network o sui siti internet [3].
L’ambito del marketing ha già da tempo recepito questo concetto, e infatti le nostre mosse vengono studiate, così come vengono analizzate le nostre pagine social (Facebook, Instagram, Twitter od altro) per comprendere e prevedere i nostri gusti al fine di piazzare meglio un prodotto. Ovviamente è possibile compiere la medesima analisi psicologica in forma più pura, cioè non finalizzata alla vendita di un prodotto ma unicamente alla comprensione del carattere di una persona, eventualmente spingendosi a prevedere quelli che saranno i suoi futuri comportamenti, tanto più che alcune ricerche hanno dimostrato come i profili social tendano a riflettere la vera personalità di una persona e non quella idealizzata [4].
Pur rimanendo validi i classici strumenti di misurazione della personalità (test, questionari, etc), un nuovo corso della ricerca ci insegna che associando e analizzando i residui comportamentali lasciati in rete da una persona in internet può consentire, a chi abbia le capacità di comprensione psicologica, di valutare il quadro psicologico di una persona o, se non altro, di comprenderne alcuni tratti [5].
Il fatto di poter chiedere l’aiuto di un esperto per comprendere la personalità di una persona che ci interessa non deve stupire né inquietare: in primo luogo ciò si fa normalmente negli studi psicologici, in secondo luogo è comune e normale che se ci interessa sentimentalmente una persona ci si lanci nell’osservazione dei suoi vari profili social [6], infine ciò che viene osservato, i residui comportamentali online, sono dati che la persona ha volontariamente reso pubblico e quindi non si viola la privacy né ci si comporta come hacker; diversa cosa sarebbe seguire per settimane l’andamento dei post social di una persona e dei suoi movimenti in internet, un comportamento quest’ultimo più adatto ad un investigatore privato e non ad uno psicologo.
Benché tutti, tramite l’osservazione dei profili social di una persona che ci interessa, possiamo inferire alcuni suoi tratti di personalità, il compito è meglio eseguito da un professionista della psicologia che può eseguire l'analisi nel migliore dei modi possibili, anche perché non è influenzato da nessun sentimento sottostante verso il soggetto analizzato. Sappiamo ormai tutti, o quasi, della connessione fra narcisismo e numero di selfie, fra estroversione e frequenza di utilizzo di Facebook [8] o numero di amici [9] o, ancora, numero di iscrizioni a gruppi [10]. Alcuni tratti di personalità, però, sono difficilmente compresi o presi in considerazione se non si conosce a fondo la psicologia [7]: pensiamo alla qualità e ai sottesi dei post testuali, ai refusi, alla simbologia delle immagini postate, ed altro ancora.
Nel caso fosse interessato a questo tema per motivi privati o per finalità legali, mi contatti con fiducia, possiamo incontrarci di persona od online su Skype o WhatsApp.
Riferimenti bibliografici
[1] Gosling, S. D., Ko, S., Mannarelli, T., e Morris, M. E. (2002). A room with a cue: personality judgments based on offices and bedrooms. Journal of Personality and Social Psychology, 82 (3), 379–398.
[2] Rentfrow, P. J., e Gosling, S. D. (2006). Message in a ballad the role of music preferences in interpersonal perception. Psychological Science, 17 (3), 236–242.
[3] Khan, I. A., Brinkman, W.-P., Fine, N., e Hierons, R. M. (2008). Measuring personality from keyboard and mouse use. In Proceedings of the 15th European conference on cognitive ergonomics: the ergonomics of cool interaction.
[4] Back, M. D., Stopfer, J. M., Vazire, S., Gaddis, S., Schmukle, S. C., Egloff, B., e Gosling, S. D. (2010). Facebook profiles reflect actual personality, not self-idealization. Psychological Science, 21 (3), 372.
[5] Kosinski, M., Stillwell, D., e Graepel, T. (2013). Private traits and attributes are predictable from digital records of human behavior. In Proceedings of the National Academy of Sciences.
[6] Zhao, S., Grasmuck, S., e Martin, J. (2008). Identity construction on facebook: digital empowerment in anchored relationships. Computers in Human Behavior, 24 (5), 1816–1836.
[7] Evans, D. C., Gosling, S. D., e Carroll, A. (2008). What elements of an online social networking profile predict target-rater agreement in personality impressions. In Proceedings of the international conference on weblogs and social media (pp. 1–6).
[8] Gosling, S. D., Augustine, A. A., Vazire, S., Holtzman, N., e Gaddis, S. (2011). Manifestations of personality in online social networks: Self-reported facebook-related behaviors and observable profile information. Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 14 (9), 483–488.
[9] Quercia, D., Lambiotte, R., Kosinski, M., Stillwell, D., e Crowcroft, J. (2012). The personality of popular facebook users. In Proceedings of the ACM 2012 conference on computer supported cooperative work.
[10] Ross, C., Orr, E. S., Sisic, M., Arseneault, J. M., Simmering, M. G., e Orr, R. R. (2009). Personality and motivations associated with facebook use. Computers in Human Behavior, 25 (2), 578–586.